Un pacifico e curioso incontro

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  1. Alia Chandra
     
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    L'aura di pessimismo che circondava il ragazzo non faceva altro che provocare il riso in lei: tutto ciò sembrava solo una scusa per nascondere l'incapacità di seguire fedelmente i propri obiettivi, o peggio, nascondere la paura di affrontare il proprio ostacolo.
    Reazioni abbastanza esagerate agli occhi di Alia, probabilmente si sarebbe sentita dire "tu non capisci" o altre frasi fatte simili, ma avrebbe continuato a confermare che lui si era arreso senza combattere.
    Certamente non poteva conoscere perfettamente tutti gli eventi che avevan portato entrambi in quel villaggio sperduto di Kou, nè poteva provare gli stessi sentimenti del ragazzo ma, al prescindere dal carattere, tutto poi tornava allo stesso punto.
    Portò entrambe le mani alle tempie, massaggiandosele in maniera tale da rilassare i muscoli; non doveva di certo innervosirsi per uno stolto che non tentava neanche un minimo pur di cambiare le proprie condizioni: fin troppo facile lamentarsi della propria condizione senza muovere un dito e giustificandosi con la classica affermazione "non c'è nulla che si possa fare".
    Lo zio, ovviamente, non potè fare altro che prendere le sue difese, o meglio, spiegare diplomaticamente la sua burbera reazione, cogliendo la propria attenzione come un vero galantuomo.

    《Non mi fraintenda, non tengo a cuore la questione; tuttavia è asfissiante vedere qualcuno cedere senza provare.
    Ognuno di noi possiede un talento che deve o meno trovare e sfruttare a proprio vantaggio, il duro lavoro è solo un incentivo in più.》

    Solitamente avrebbe ignorato la questione e continuato a porre le domande riguardo Kou, così da potersi godere le nuove informazioni ottenute e andarsene da lì il prima possibile.
    Ma, come se bloccata da qualcosa di più grande, non poteva stare zitta ed osservare, quel ragazzo aveva bisogno di aiuto.
    Sospirò, quasi si stava pentendo di essere così "buona".
    Il mondo non è buono, fatta eccezione per alcuni: bisognava imparare ad affilare le lame e battersi.
    Nascondersi in una topaia non era di certo onorevole per nessuno, nemmeno per il più debole contadino.

    《Davvero lei crede che rimanendo qui starà per sempre al sicuro?
    Non ha nemmeno pensato all'idea che, un giorno, qualcuno in grado di minacciare la sua incolumità varcherà quella porta?
    Mi aspettavo molta più spigliatezza da un uomo vissuto come lei.》

    Inarcò un solo sopracciglio, doveva portare assolutamente alla riflessione almeno quell'anziano uomo, o prima o poi Huo sarebbe crepato lì dentro, e non di una bellissima morte.

    《Dovrà imparare a farsi le ossa prima o poi, a dare un titolo degno alla sua vita...
    Ora, se vuole scusarmi, devo andare a sistemargli le rotelle.》

    Nonostante la grande diffidenza che mostrava nei confronti di tutti, lasciare per un attimo il proprio bagaglio pieno di cianfrusaglie e altro non sarebbe stato drammatico: per una volta poteva comportarsi in maniera diversa.
    Si portò una mano al capo, sbattendola più volte su di essa: anche i migliori potevano errare nelle proprie scelte, no?

    *Ah... dovrei imparare a farmi i fatti miei...*

    Pensò mentre si recava fuori dalla locanda, percorrendo l'unica strada illuminata fino a cogliere, abbastanza rapidamente dovette ammettere, la figura di quel burbero e precocemente cresciuto fanciullo.
    Prima di andare incontro al ragazzo, si soffermò ad osservare l'ambiente circostante: la tranquillità regnava sovrana, le uniche luci che permettevano di cogliere qualche figura erano offerte dalle fiaccole poste ai lati; la natura circostante sembrava intenta a riposare, ad eccezione di qualche animale notturno che aveva iniziato la sua giornata; la luna risplendeva come un gioiello alta nel cielo, rendendolo meraviglioso agli occhi umani.
    In lontananza era oramai difficile osservare la catena montuosa e i verdi prati che, ore prima, aveva attraversato, ma fortunatamente aveva avuto l'occasione e l'onore di scrutarli prima.
    Il lento camminare della fanciulla per un attimo le permise di cancellare i pensieri e lasciarsi sopraffare dal canto soave della natura... peccato che durò troppo poco.
    Apparve esattamente alle sue spalle, con sguardo deciso e serio, braccia incrociate, e voce ferma:

    《Stai aspettando che una grazia cada dal cielo o hai intenzione di fare qualcosa nella tua vita?》

    Di certo le provocazioni da parte della fanciulla erano parecchio fastidiose, ma non ebbe mai "l'onore" di provare la stessa sensazione; forse per questo non comprendeva mai le reazioni altrui anche alla minima frase pronunciata.
     
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26 replies since 7/5/2017, 19:50   158 views
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