Un pacifico e curioso incontro

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  1. Alia Chandra
     
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    《Lei non ha nessuna colpa. Nessuno dei due ha la colpa.》

    Furono le ultime parole, fugaci e rapide, quelle che sentenziò prima di varcare la soglia del locale e attraversare quel silenzioso villaggio in cerca di quel giovane cocciuto.
    Alia aveva notato quanto il vecchio fosse legato a quello che non era altro che un figlio per lui; tenerlo a sè significava proteggerlo anche a costo della propria vita.
    Peccato che i sentimenti umani oscuravano la ragione, e non sarebbe stato mai al sicuro lì.
    Scosse la testa, non pensava che un uomo dall'aria tanto saggia commettesse un errore tanto banale.
    La luce lunare illuminava la pelle candida della giovane, gli occhi ametista erano puntati sulla figura del giovane.
    Rimase in attesa di una qualsiasi reazione: in realtà si aspettava reagisse come un cane rabbioso, con il desiderio di contrastarla e affermare, da ragazzino debole quale era, le solite frasi.

    "Tu non capisci."

    La solita frase pronunciata dal bimbo privo di coraggio e determinazione, il quale era capace solo di nascondersi dietro un velo di illusioni e finta sicurezza.
    E invece era immobile, come se una luce divina avesse illuminato e messo in moto il suo cervello.
    E fu in quel momento che potè nuovamente avere un incontro faccia a faccia con Huo, si era deciso ad alzarsi e affrontarla in quello scontro di sguardi.
    Tuttavia, non era l'unica cosa che aveva deciso, Alia notava un certo cambiamento solo per come si stava comportando.
    Rimase a braccia conserte, voleva vedere dove andava a parare.

    "Alia... è giusto che tu lo sappia... la verità su questa cicatrice."

    Quasi la sorprese quella frase, era segno che stava cercando di fidarsi, di cambiare radicalmente.
    Non è da tutti rivelare, sopratutto ad un estraneo, ciò che più distrugge il proprio animo, o bisognava essere stolti o avere una grande fiducia.
    Gradì questo gesto, tanto che un leggero sorriso soddisfatto si fece largo sul proprio volto.
    Lasciò che il fanciullo, carico di emozioni, raccontasse quella che era la sua più grande vergogna.
    Vergogna che, agli occhi di Alia, non era altro che un tentativo coraggioso di ribellione nei confronti di un uomo dall'aria sadica.
    Fece qualche passo avanti, posandi una mano sulla spalla, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

    《Devo essere sincera: non capisco perchè tu provi tanta vergogna...》

    Sospirò, prima di riprendere il discorso.

    《... hai difeso tuo zio nei confronti di un uomo cruento, ciò deve renderti fiero.
    Non è da tutti rinunciare all'ignavia e prendere posizione.
    Quella cicatrice deve essere simbolo di orgoglio, non di vergogna.
    Vergognati piuttosto della debolezza mostrata da quel giorni in poi, in cui ti sei dimostrato un misero sottomesso.》

    Non le interessava se quelle parole lo avrebbero potuto demoralizzare o meno, era la pura verità, doveva accettarla.
    I suoi atteggiamenti erano dovuti solo al timore e ad una bassa autostima, ciò confermava l'idea che Huo fosse totalmente diverso.
    Ed a corroborare questa sua teoria erano le parole successive alla storia narrata.

    "Alia... ti sto chiedendo il permesso di potermi unire a te, ora!"

    Aveva davvero intenzione di seguirla?
    Portò una mano sulla fronte, riflettendo sulla risposta da dare: Alia era sempre stata in grado di compiere le cose da sola, e da sola stava facendo un viaggio per tutto il globo; lei doveva completare il proprio libro, aveva fin troppi progetti in testa.
    Però quel ragazzo le suscitava fin troppa pietà per non aiutarlo, se lo avesse abbandonato ora, avrebbe solamente distrutto il suo animo e mostrato una parte egoista del proprio carattere.

    《Ti sarò sincera: non ho mai viaggiato in compagnia, ho degli obiettivi da portare a termine e ho sempre preferito che non ci fossero delle ancore al mio seguito...
    ... ma farò di te un'eccezione.》

    Portò qualche ciocca dorata dietro il proprio orecchio, permettendo al ragazzo di osservare chiaramente le iridi tipiche delle native Atermyrane.
    Schiarì

    《Ascoltami bene, non mi piace ripetermi due volte.
    Io devo completare la sezione di Kuo, ciò significa che devo avventurarmi verso il cuore della nazione, e sappiamo entrambi ciò ti porterebbe verso una morte certa.
    Quel che dovrai fare è aspettarmi qui, il tempo necessario per raccogliere tutte le informazioni fondamentali e tornare indietro.
    Passerò nuovamente di qui, per poi portarti dove ti dirò io.
    Non accetto ripensamenti, non accetto cambi di programma, dovrai fare esattamente quel che io ti dico.
    E non preoccuparti, sono una donna di parola...》

    Il volto dall'espressione decisa e parecchio seria della fanciulla si avvicinò a quello del ragazzo, in maniera tale che ascoltasse perfettamente le ultime parole.

    《... per questo, se in qualche modo tu dovessi creare a te e a me ostacoli, sarò io il maggior problema di cui ti dovrai occupare.
    Ci siamo intesi, ragazzino?》

    Seppur fosse più bassa, Alia sapeva quando e come incutere timore, e non si preoccupava delle conseguenze.
    Piuttosto, spettava a lui comportarsi da vero uomo.
     
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