Un pacifico e curioso incontro

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  1. Huo Fuchou
     
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    "Vergognati piuttosto della debolezza mostrata da quel giorni in poi, in cui ti sei dimostrato un misero sottomesso".
    A quell'espressione da parte della bionda il giovane non osò irbattere, non ne aveva il diritto in fin dei conti, sapeva benissimo che quelle parole erano niente di meno che una verità a cui egli si era sottratto diverse volte.
    Sapeva anche di aver vissuto per anni e anni come un cane bastonato, al sicuro nei vicoli bui di una cittadina senza la minima intenzione di svoltare la propria vita.
    Il ragazzo volse lo sguardo verso la locanda, un senso di dispiacere albergava in lui, quella consapevolezza rendeva ogni cosa così vuota e dilaniante.
    « Mio zio... si è sempre comportato come un padre per me» sentenziò con freddezza, nonostante quella nota nostalgica riempisse lo sguardo d'oro liquido del corvino « Per anni è sempre stato accanto a me. Se qualcuno se la prendeva con me, non ci pensava due minuti a difendermi, anche a costo di farsi del male. Più volte, anche in quel locale che ora ti sembrerà tranquillo, qualche folle bramoso di denaro aveva attentato alla mia e alla sua incolumità. Ho sempre temuto che prima o poi sarebbe morto, volevo restare con lui e proteggerlo».
    Quella confessione lo destabilizzò, davvero si fidava di Alia fino a tal punto?
    Per quanto la cosa lo lasciasse basito, quella giovane donna era la svolta decisiva che stava attendendo da una vita.
    Giorno dopo giorno l'impotenza che provava in quel locale, a lavorare innocentemente con un cameriere, lo demoralizzava al quanto, un fuco immenso irrompeva violentemente nel petto rivelando quel desiderio ormai secolare, voleva la sua vendetta contro il padre, e sicuro non vi voleva rinunciare.
    Pensieri contrastanti assalivano la mente del corvino: voleva partire, sentiva che era ciò che doveva compiere, che quel desiderio si realizzasse, ma al contempo, voleva far sapere allo zio che sarrebbe rimasto solo in quel posto per un po' di tempo.
    Chissà se sarebbe stato al sicuro?
    In un certo senso lo avrebbe aiutato, Ihro rischiava tutti i giorni a causa della presenza del giovane nella sua vita, gli era devoto per averlo accettato e allevato tutti i giorni come fosse un figlio, ma era giunto il momento di lasciare il nido e cominciare a spiccare il volo.
    « Probabilmente è l'unica possibilità che mi resta per impedire a mio zio di rischiare la vita a causa mia» sentenziò « Se mi accetterai, tieni presente che il mio volto è fin troppo conosciuto, e chiunque abbia un vago desiderio di intascare una ricompensa proverà ad attaccarci» il ragazzo strinse con forza i pugni, una rabbia invasiva scaturiva dalle sue membra nel desiderio disperato di calmarsi « Per anni ho viso mio zio combattere con uomini che volevano riportarmi da mio padre. Non voglio più quella protezione, è giunto il momento di restituirgli il favore, e imparare a combattere come lui mi ha insegnato».
    Non era sprovveduto, questo lo sapeva bene, sapeva combattere, gli insegnamenti di suo zio lo avevano aiutato molto, ma poche volte aveva avuto l'onore di poterli mettere in pratica.
    Nell'arte del combattimento era ancora un diamante grezzo in attesa di essere raffinato a dovere, e sapeva che solo l'esperienza lo avrebbe reso quella pietra brillante che ambiva a diventare.
    "[...] ma farò di te un'eccezione".
    Huo sorrise, non donava spesso un sorriso, corrucciato e imbronciato com'era abituato ad essere, ma l'accettazione della ragazza lo aveva in qualche modo sollevato.
    Si rendeva conto di una cosa al momento, ora non solo lo zio era in pericolo, ma anche quella ragazza che si era presa leggermente a cuore il desiderio di un caso disperato come il suo.
    Per quanto riguardava provare orgoglio per quella cicatrice vi era ancora un lungo cammino da compiere, continuava a vergognarsene, era stato bravo con le parole, ma fisicamente aveva assaggiato la schiacciante impotenza contro l'uomo che per lui era sempre stato un padre dittatoriale e violento.
    'Quel giorno per la paura di vedere mio padre in quelle vesti furiose, non riuscii a muovermi neanche di un passo. Questa volta lo voglio fare, riuscirò a mettere lui in ginocchio'.
    Era debole, lo sapeva, aveva bisogno di tutta la forza necessaria per combattere quel generale che tanto lo aveva rovinato in vita, e non aveva intenzione di rimanere indietro.
    « Non mi crea problemi a venire nella capitale e accompagnarti» sentenziò il ragazzo, nonostante un tempo avrebbe avuto paura di affrontare un simile viaggio, in quel momento una forza tutta nuova stava avvolgendo e vivendo in lui « Ti serve qualcuno che conosca le strade del posto e le persone giuste che potrebbero aiutarti a mappare e completare quel quaderno su cui tanto scrivi. Prima mi allontano da mio zio e dal locale, minore sarà la sofferenza che proveremo entrambi nel separarci...» il ragazzo abbassò il capo, passandosi una mano tra i folti capelli neri « Pensaci su, se vuoi qualcuno che ti conduca attraverso strade certe. In caso, qualsiasi sia la decisione che prenderai a me starà bene. Non obbligo nessuno».
    Quel momento era di vitale importanza, si stava segnando la svolta decisiva, sia per lui che per la sua vita stessa.
    Come una fenice che risorgeva dalle ceneri di un fuoco ormai estinto, anche Huo quella notte, aveva spiegato le sue nuove ali ed era risorto forte e risoluto come un tempo.
     
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26 replies since 7/5/2017, 19:50   158 views
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