Incontri Magici

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  1. Haiden Marcus
     
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    Tipo di role: Free
    Alert: Verde
    Partecipanti: Haiden, Tyrsa.
    Data inizio: 09 / 05 / 2017
    Tempi di risposta: -
    Tempo max per concludere: -
    Periodo cronologico: Fine Aprile.
    Turnazioni: Haiden, Tyrsa.




    << ... >>

    Era Confuso, semplicemente confuso. Il professore aveva assegnato alla classe una tabella con riportati i vari nomi delle sostanze e i materiali che si utilizzano in medicina, mentre gli alunni avevano il compito di completarla con i significati e le combinazioni di quest'ultime. Tuttavia il biondo non ci stava capendo nulla, il motivo? Semplice non era stato attento, avendo dormito per tutta la lezione, perché la notte prima l'aveva passata sveglio e chino sulla scrivania a studiare la lezione precedente.
    “E ora che faccio? È da completare entro domani e io non ci sto capendo nulla...” Disse tra se e se disperato tenendo il foglio da completare al livello degli occhi e leggendo le varie parole, di cui solo di alcune comprendeva il senso. Con un sospiro posò il foglio sulle gambe incrociate, chiuse gli occhi e appoggiò la schiena e la testa contro il tronco della grande quercia, sotto cui era seduto per poi inspirare profondamente godendosi il dolce profumo di quel giardino in fiore. Il giardino presente nel retro della scuola a quell'ora era isolato da ogni ombra, solo lui e il cinguettio degli uccellini erano ad occupare quel pacifico ed immenso prato, illuminato dalla luce del sole tramontante. Un dolce vento si alzò, facendo ondeggiare la sua lunga e lucente chioma dorata assieme alla frangetta che gli ricadeva delicatamente sulla fronte facendo così solletico a quest'ultima, si passò dunque una mano su di essa strofinandola leggermente facendo cessare quella fastidiosa sensazione. Riaprì gli occhi, soffermando il suo sguardo sui vari fiori di ogni colore e tipologia nei suoi dintorni, che danzavano assieme al ritmo di una musica inesistente trascinati dal vento; tutti erano pronti alla chiusura, aspettavano solo la scomparsa della luce solare per poter a loro volta riposare durante la notte. Però quei pochi minuti di luminosità permettevano ancora ai presenti di godersi la loro bellezza floreale. Spostò lo sguardo sull'edificio alla sua destra, le alte mura della scuola erano ricoperte da un'Edera fitta, facendoli sembrare dipinti di verde, solo le finestre erano sfuggite dall'invasione di questa pianta. Sulla parte inferiore invece, quella vicina al terreno, dalle screpolature, dai piccoli antri bui uscivano delle piccole erbe, quali, timorose della luce, con piccoli fiorellini viola interrompevano quell’immensa distesa di verde. Le accompagnavano anche muschi e licheni, collocati nella parte più inferiore dove i raggi del sole facevano fatica ad arrivare, a causa dei cespugli contornati da aiuole. Alla sua sinistra invece vi erano alberi di ogni tipologia, alcuni vestiti solo di foglie verdi, altri dai fiori colorati, da altri invece pendevano varietà di frutti succosi e deliziosi. La bellezza di quell'accademia, lo lasciava sempre senza parole, la magia poteva veramente fare miracoli, miracoli come quel stupendo giardino, un giardino che non era presente nemmeno nelle dimore più nobili di Remano, casa sua, o meglio definirla ex casa, poiché dopo quel che aveva scoperto l’anno prima, non riusciva più a vedere quella città come sua dimora.

    (...)

    Scosse la testa tornando in sé, per poi portare l’attenzione al suo quaderno, dove ovviamente mancavano gli appunti della lezione precedente che aveva perso. Avrebbe dovuto chiederli a qualcuno, ci aveva pensato, ma allo stesso tempo si era rifiutato. Non sarebbe mai caduto così in basso chiedendo aiuto, poteva benissimo farcela da solo.
    Proprio in quel momento si accorse che stava iniziando a fare sempre più buio, la luce del sole era sempre più fioca.
    “ Sarà meglio che torni nella mia stanza.” Pensò per poi prendere i due libri che giacevano spalancati sul prato al suo fianco. Il primo era un libro di testo sulla medicina e guarigione che aveva preso in prestito dalla biblioteca, mentre l’altro era il suo grimorio dove teneva annotati tutti i suoi incantesimi e appunti importanti per la creazione di molti altri. Avrebbe preferito sfruttare quei pochi minuti di luce che il sole donava per continuare a godersi e ad ammirare quella bellissima vista di cui non si stancava mai, ma il dovere lo chiamava. Perciò si incamminò verso l’accademia, percorrendo i lunghi corridoi, che a differenza del meraviglioso giardino, erano affollati dalla moltitudine di studenti che frequentavano la scuola di Magnostadt. Cercò di evitare il contatto visivo con tutta quelle gente, anche con i suoi compagni di kodor, camminando a testa alta. Non ci mise molto ad arrivare all’ala del dormitorio, doveva, però, attraversare ancora un paio di corridori e salire qualche rampa di scale prima di arrivare nella sua camera, dove finalmente avrebbe potuto continuare il suo studio.
     
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  2. Tyrsa El Ashall
     
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    La giornata in accademia era trascorsa nella solita monotonia caratterizzata dagli studi e gli allenamenti, svolti come sempre con estrema precisione e serietà, ligia al dovere come sempre. Sebbene apprendere cose nuove ed espandere la sua conoscenza fosse uno dei suoi unici obiettivi della sua vita, di negativo c'era che lì non poteva esercitare appieno la sua autorità da figlia dell'ambasciatore, sottostando alle regole di Magnostadt, un piccolo sacrificio che era obbligata a sopportare per poter continuare il suoi studi.

    Era leggermente stanca, ma comunque piuttosto soddisfatta dei progressi che stava avendo, inoltre aveva anche iniziato a pensare di ampliare i suoi studi con altri corsi secondari, ma ogni cosa a suo tempo. Indossa -come da regolamento- l'abbigliamento accademico, composto in particolare da un vestito nero, dalle maniche un po' larghe, ma dal tessuto aderente sul busto, che poi si distacca nella parte inferiore, terminante alle caviglie. Stivaletti in pelle dai toni cupi completano l'abbigliamento nascosto sotto la tunica nera dal colletto bianco. Il fastidioso cappello è tenuto in testa, sebbene preferisse bruciarlo o disintegrarlo: troppo osceno per i suoi gusti. Heliohapt fatta e finita, alta sul metro e sessantadue, equilibrati nei suoi cinquanta chili di peso. Pelle mulatta in contrasto con gli occhi verde smeraldo e i capelli bianchi, tipiche caratteristiche della sua terra natale.

    Il dormitorio è suddiviso in un paio di edifici, ognuno organizzato in vari piani e a sua volta suddivisi in varie stanze, ognuna con a disposizione abbastanza spazio per una o due persone, ma lei se ne era fatta dare una appositamente singola, non volendo condividerla con nessuno, giustamente. Aveva appoggiato tutto ciò di cui non aveva più bisogno sulla sua scrivania tenendo solo il suo bastone catalizzatore prima di uscire dalla porta, dove avrebbe poi incrociato un giovane dai capelli piuttosto folti, che squadrerebbe subito con sguardo tagliente; era quasi sicura di averlo già visto in giro, non riusciva a darsi pace al pensiero.

    <...>

    Lo analizza per qualche istante, prima di arrivare alla conclusione che non era sicuramente qualcuno del suo stesso corso, altrimenti le sarebbe tornato subito in mente, era solo una delle tante persone con cui deve condividere la sua aria, o almeno questo è il suo modo di pensare.
     
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  3. Haiden Marcus
     
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    Procedeva a passo veloce e sicuro perso nei suoi stessi pensieri, incurante di ciò che gli succedeva intorno; finché una maga, uscendo dalla propria stanza, spuntandogli davanti, non si frappose fra lui e la sua camera, situata poco più avanti, interrompendo il suo cammino.

    Haiden era stato costretto a condividere quella stanza con un altro studente dell’accademia, che probabilmente era suo coetaneo e a cui non aveva mai parlato a causa del suo temperamento. Un temperamento che non era affatto cambiato durante l’anno trascorso a Magnostadt. Infatti, nonostante le novità scoperte riguardo le sue origini, non aveva smesso di comportarsi nello stesso modo in cui era abituato a fare quando riteneva se stesso un nobile di Remano. Si sentiva superiore agli altri, ai quali spesso mostrava disprezzo o non prestava affatto attenzione, essendo completamente disinteressato da ciò che facevano; quest’abitudine rendeva il biondo arrogante agli occhi degli altri, i quali si tenevano a debita distanza da lui. Il mago, tuttavia, non si curava nemmeno di rimanere solo, ormai ci era abituato.

    ( … )

    Alzò gli occhi al cielo trovandosi quella ragazza dai capelli bianchi davanti e prontamente fece per scostarsi, siccome era intenzionato a non litigare e a non perdere tempo al fine di arrivare il prima possibile nella sua camera e continuare così il suo studio.
    Tuttavia si rese conto che lo sguardo della maga indugiava su di lui e lo scrutava, cosa che lo infastidì molto.
    Indispettito provò a sostenere quello sguardo, fissando i propri occhi in quelli smeraldo di lei; i quali inscrutabili non gli permisero di indovinare nessuna intenzione. Eppure era sempre stato molto bravo a decifrare le espressioni delle persone, solitamente, infatti, gli bastava un’occhiata per intuire i pensieri altrui.

    << Hai bisogno di qualcosa?>>

    Domandò infine a quella maga di cui ignorava completamente l’identità.
    Aspettava la risposta a denti stretti, indignato e allo stesso tempo confuso dal comportamento dell’altra. Inoltre non osava spostare gli occhi dalla sua figura, stando attento ad ogni minimo cambiamento dell’espressione stampata sul suo volto.
     
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2 replies since 9/5/2017, 19:03   33 views
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