Alla ricerca di una Guida

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  1. Dalilah di Musta'sim
     
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    [Credits: djahal (Jeoffrey Thoorens) - Deviantart]



    Periodo: Un anno prima del Summit.



    Fondare da zero un Regno non era cosa da tutti e soprattutto non era un proposito che si poteva concludere nel giro di una settimana.
    Per fondare un Regno infatti servivano prima di tutto molti soldi, una vasta conoscenza dei settori della Politica e della Legge, un territorio libero e una popolazione pronta a perorare la causa di uno.
    Dalilah, di tutti questi ingredienti, ne possedeva soltanto uno, ovvero il denaro.

    I suoi sogni di bambina e le sue più grandi aspirazioni da un po' di tempo a quella parte continuavano a naufragare contro scogli insormontabili, demoralizzandola parecchio: da quando Musta'sim, la sua terra natia, era stata rasa al suolo da Matal Mogamett, nessuno aveva più avuto il coraggio di proferire il nome di un Regno che un tempo era stato brillante e all'avanguardia per timore di incorrere nelle ire del potente mago a capo di Magnostadt ed ella non era ancora riuscita a trovare un seguito abbastanza grande che potesse appoggiarla nella sua missione di rinascita del Regno caduto in disgrazia diversi anni prima. Inoltre non poteva di certo andare a combattere completamente sola per una causa a cui era votata senza passare per sciocca o direttamente per folle, quindi tutti i suoi buoni propositi erano rimasti celati dietro una facciata di apparente noncuranza per moltissimo tempo.

    “Prima di compiere qualsiasi passo devo racimolare tutti gli ingredienti che mi servono allo scopo” si era dunque detta durante un periodo di profonda crisi, nel quale più volte era stata sul punto di mollare tutto e fingere di non essere mai stata tanto cocciuta, ma qualcosa dentro sé l'aveva spronata a continuare, a dare il meglio di sé ancora una volta e per questo motivo Dalilah aveva ripreso le sue ricerche e gli studi attraversando numerosi regni e viaggiando persino per mare.
    A venirle incontro ad un certo punto era stato anche il Fato, il quale le aveva servito su un piatto d'argento un ulteriore sprone per indurla a perorare quella causa che per quasi tutta la vita aveva guidato i suoi passi: la morte di Matal Mogamett, avvenuta durante il disastroso scontro tenutosi in quel di Magnostadt.

    La notizia era giunta quasi per caso all'orecchio della sopravvissuta e per un po' ella non aveva voluto crederci, essendo diffidente per natura ai pettegolezzi usciti dalle bocche dei mercanti, quindi si era messa nuovamente in marcia alla volta della città-stato che ora sorgeva su quella che un tempo era stata la sua casa e soltanto ivi ebbe modo di appurare i fatti.
    Quando finalmente le voci che aveva udito trovarono fondamento nella realtà dei fatti, Dalilah decise di mettersi in viaggio ancora una volta alla ricerca di un esempio da seguire, dal momento che da sola avrebbe fatto ben poco e la sua carenza di conoscenza in campo legislativo e politico la metteva seriamente a disagio.
    Non si sarebbe mai sognata di fondare un Regno senza saper prima tutto il necessario per il suo futuro mantenimento, per questo necessitava di insegnamenti e di consigli da parte di chi, prima di lei, aveva affrontato il grande passo di far sorgere dal nulla una Nazione.

    L'esempio perfetto sembrò trovarlo in Jasmine Ràjah, una conquistatrice di Dungeon che, apparentemente dal nulla, aveva fondato un Regno tutto suo in un arcipelago nei mari del sud.
    Per Dalilah quella figura femminile era ben presto divenuta un'icona da emulare e colta da un entusiasmo che da molto tempo non infiammava il suo animo, decise di imbarcarsi alla volta di quel piccolo arcipelago situato poco distante da Sindria e Toran.
    Il primo ostacolo si presentò al momento di imbarcarsi, dal momento che molte delle navi situate nel porto di Balbadd non erano predisposte al trasporto di passeggeri comuni; nonostante i diversi “no” ricevuti dai capitani e le risate di scherno che spesso si sentì rivolgere, Dalilah alla fine riuscì a trovare un'imbarcazione diretta proprio a Toru pronta ad accoglierla a bordo come passeggero.

    La fanciulla s'imbarcò il giorno stesso in cui il Fato decise ancora una volta di donarle un'opportunità e il viaggio ebbe inizio.
    Come c'era da aspettarsi non fu tutto semplicissimo: la traversata si dimostrò ben presto essere lunga ed estenuante, in aggiunta a ciò le condizioni atmosferiche spesso e volentieri furono avverse e così anche il mare perennemente agitato, ma in tutto quel trambusto e quel navigare agitato Dalilah riuscì a riscoprire il significato di perseveranza e grazie ad essa riuscì a sostenere quella traversata oceanica alquanto faticosa col cuore gonfio di speranza e di determinazione.

    Quando finalmente il profilo dell'arcipelago si delineò nitidamente agli occhi dei marinai, Dalilah accorse sul ponte per ammirare con i propri occhi la meravigliosa imponenza di quelle isole scure e fitte di vegetazione che si profilavano all'orizzonte; non attese molto prima di impugnare un pezzetto di carbone per eseguire un rapido schizzo delle isole sul suo quadernetto degli appunti fatto di pergamene ripiegate e trattenute da uno spago spesso.
    Il cuore in quei frangenti concitati le batteva talmente forte che se non avesse mantenuto un certo autocontrollo sarebbe sicuramente scoppiato dalla gioia e quel brio la riempì di un'energia nuova e sana, capace di guidarla incolume fino al porto di Toru assieme al resto dell'equipaggio esultante per la buona riuscita della traversata.

    Il porto del Regno di Toru si presentò come un ensemble di voci, suoni, profumi e colori incredibili quasi quanto il colore estremamente scuro delle spiagge che digradavano proprio in quella zona.
    Le scogliere alte e impervie, la fitta vegetazione che si stagliava imponente verso il cielo come una nube smeraldina e l'odore d'acqua salmastra tramortirono i sensi di Dalilah, ormai fuori controllo per l'emozione e la frenesia che la spingeva a rivolgere lo sguardo in ogni singolo anfratto alla ricerca di un dettaglio, un viso differente da quelli che aveva sempre osservato per poterlo studiare attentamente e poterne appuntare le peculiarità nel proprio quaderno degli appunti.
    “È incredibile... Non riesco a credere di essere giunta fin qui” continuava a ripetersi mentalmente, mentre avanzava verso l'entroterra con il naso all'insù e un sorriso ebete che si rifletteva nello sguardo trasognato, pronto a scattare in ogni angolo di quella terra a lei ignota.

    Una volta placato l'entusiasmo iniziale, per Dalilah ebbe finalmente inizio la missione per cui tanto aveva viaggiato e mentre risaliva il centro cittadino tra una pausa e l'altra a causa dell'affaticamento, la fanciulla si prese la briga di chiedere informazioni riguardanti Jasmine e la sua attuale posizione così da poterla raggiungere e chiederle educatamente consigli sul da farsi.
    Qualcuno le disse di averla intravista a palazzo, altri invece non seppero proprio risponderle, quindi la giovane si avviò verso la parte più alta dell'isola, sulla quale sorgeva per l'appunto il palazzo reale ancora in allestimento e dopo un paio d'ore di scarpinate Dalilah riuscì a raggiungere l'imponente edificio a picco sulla scogliera.

    “Prima di entrare... Meglio prendere un po' d'aria e fare una pausa” si disse mentalmente, mentre camminava distrattamente nei pressi del palazzo reale godendosi il vento fresco e il panorama mozzafiato che si godeva da quell'altezza notevole: la distesa d'acqua s'estendeva infatti fino all'orizzonte, unendosi al cielo terso in un punto non indefinito troppo distante per essere individuato. Da lontano giungeva il suono delle onde che s'infrangevano a ridosso degli scogli, mentre tutto attorno a sé le chiome delle piante verdeggianti venivano scosse dal vento e quei suoni così concilianti spinsero la giovane a chiudere gli occhi per goderne a pieno la melodia, mentre un sorriso sollevato andava dipingendosi sulle labbra rosee.

    Edited by Grande Flusso - 15/4/2017, 18:04
     
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6 replies since 27/3/2017, 17:22   76 views
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