Alla ricerca di una Guida

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Rakash
     
    .
    Avatar

    Effe ف

    Group
    Narratori
    Posts
    147

    Status
    Offline
    Dall'alto della sua ben poca modestia, Jasmine si riteneva assolutamente orgogliosa dei progressi che aveva fatto con l'arcipelago Toru. Non fu affatto semplice ma la sua volontà era d'acciaio e la sua scaltrezza era forte il doppio.
    Ad oggi, il Regno di Toru era ancora in crescita: la città capitale, Toru, sorgeva su un punto rialzato dell'isola Jazira - la più grande tra le cinque abitate - ed era un agglomerato di case e piccoli villini tutti muniti di porticato con tende di seta colorate e infissi in mosaico.
    Si notava, tra le strade, come la città non fosse stretta e claustrofobica: i mahalli, nativi di Toru, insistettero molto con Jasmine per non distruggere eccessivamente la natura ma solo lo stretto indispensabile e lei li aveva accontentati.
    L'arcipelago era oscuro, le sue coste più interne risultavano un vero dramma per molte navi: dal momento che si trattava della caldera di un antico vulcano spento, le correnti che conducevano alle profondità del cratere erano forti e difficoltose per i velieri mercantili. Almeno inizialmente, prima di trovare una soluzione e far attraccare le navi più lontano dal lato interno.
    Le scogliere scure erano quasi spaventose e scoraggianti, forse, per i primissimi visitatori del posto; inquietanti erano anche i promontori rocciosi e leggermente coperti di vegetazione, disabitati, che svettavano dalle onde come denti affilati di un’enorme bocca vorace.
    La giungla era fitta, umida, e piuttosto pericolosa se non si conoscevano le piante mortali e la fauna dell'arcipelago; il suo aspetto oscuro, unito alle sabbie nere vulcaniche e il resto dell'ambiente, facevano di Toru un luogo inquietante.
    In realtà, dietro quella facciata spinosa, c'erano nascosti tesori intangibili e culture ancora sconosciute a chi non voleva guardare.
    Jasmine era semplicemente stata abbastanza sveglia da non lasciarsi intimorire ed andare a fondo del suo viaggio.
    Come era finita una semplice fanciulletta in un luogo dimenticato da dio? Semplicemente, a spingerla così lontano, fu il bisogno di trovare un luogo sicuro in cui nascondere i suoi tesori. L'idea di fondare un regno le venne dopo, dopo aver incontrato i mahalli ed aver esplorato l'isola Jazira. Al tempo aveva solo diciassette anni ma la sete di potere aveva già cominciato a bussare alle porte della mente. Non fu semplice e ci volle qualche anno prima di conquistare la fiducia completa del popolo nativo: il capo della comunità religiosa bandiva il progresso, mentre il "capo tribù" lo ricercava. C'erano fazioni, scontri.. ma alla fine, il conservatore fu debellato.
    A ventinove anni, Jasmine era sì considerata una personalità di spicco nel mondo e la sua fama era nota pressoché a tutti i governanti, ma non era regina. Non ancora, almeno.

    La città era stata rimessa in sesto, sistemata e ristrutturata sopra case già esistenti; il porto era stato tirato su da zero così come il palazzo reale. Quest'ultimo ora, dopo cinque anni di lavoro, era finalmente completato ed era cominciata l'opera d'arredamento.
    Jasmine era all’interno, nel grande atrio scuro, con marmo nero e rifiniture in oro, setose tende blu tra gli archi delle pareti che conducevano in altri antri; i lampadari di vetro producevano un gioco di luci colorate sul pavimento. Era ancora un salone per lo più vuoto, così come il resto della casa, eccetto alcune aree quali lo studio personale della padrona, la sua camera da letto e la sala da pranzo.

    La conquistatrice di dungeon era in piedi lì nell’atrio, dall’atteggiamento fiero e autoritario. Lunghi capelli, lisci, nero corvino e lucidi come il marmo scuro del pavimento ricadevano lungo la schiena e raggiungevano l’osso sacro; il corpo era fasciato interamente da indumenti stretti, in pelle nera, con placche d’armatura su stinchi, avanbracci e spalle. Dalle spalliere metalliche sbucava un morbido mantello blu come la notte, che sfiorava solo un poco la pavimentazione della reggia; al fianco aveva una cintura su cui era agganciata la scimitarra. Ciocche di capelli scuri ombravano il lato destro del volto, ma era chiaramente distinguibile la presenza di una nera benda di metallo sull’occhio e che, tuttavia, lasciava libero il sopracciglio. L’occhio sano era contornato da trucco nero in Kohl, ben delineato, che risaltava il colore magenta dell’iride; appena più in basso, tre piccole sfere di grandezza crescente tatuate lì.
    Con la mano destra teneva un taccuino, su cui era scritto frettolosamente l’inventario di tutti i pregiati mobili del palazzo e solo vicino ad alcuni c’era una piccola croce che segnava la loro presenza lì dentro.
    Isla, sua cara amica di Heliohapt nonché progettatrice del palazzo reale, le si avvicinò.

    «La nave con le stoffe da Balbadd è appena arrivata» la informò, con un cenno del capo.
    Jasmine si limitò ad annuire, prima di risponderle. «Ci sono novità?»
    «Nessuna, pare che abbiano avuto qualche difficoltà durante il viaggio, tutto qui.»

    Sul viso della bruna comparve l’ombra di un sorriso divertito, ma non disse altro e liquidò Isla restando in silenzio. Solo qualche momento dopo uscì dal palazzo e si appoggiò alla ringhiera della grossa terrazza di fronte alla reggia, sopraelevata rispetto al resto delle abitazioni: da lì, Jasmine poteva vedere tutto. Tutta Jazira, e tutte le cinque isole minori abitate e gli scogli con le torri di vedetta nascoste nella vegetazione. Con un buon binocolo, sarebbe persino riuscita a scorgere il profilo dell’Arcipelago Toran.
    La nave di Balbadd era lì, attraccata al porto, e vedeva un gran movimento per le strade e nella piazza principale… come al solito d’altronde; le chiacchiere e le musiche di strada le giungevano fin lì, accompagnate dall’infrangersi delle onde sulla scogliera e dal verso dei gabbiani nel cielo. La brezza soffiò leggera, portando con sé l’odore di salsedine e di incenso.
     
    Top
    .
6 replies since 27/3/2017, 17:22   76 views
  Share  
.