Alla ricerca di una Guida

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Dalilah di Musta'sim
     
    .

    User deleted


    Non seppe dire quanto tempo trascorse lì, sulla sommità dell'isola a guardare il panorama mozzafiato della distesa d'acqua salata che si estendeva fino a fondersi con l'orizzonte e il cielo completamente limpido, ma ne godette appieno ogni istante e il senso di pace che lentamente si fece largo nella sua anima arrivò a pervaderla completamente, conferendole una nuova grinta per affrontare gli ostacoli che nitidi si prospettavano al suo, di orizzonte.

    Rinvigorita dalla brezza che sapeva di sale ed incenso, Dalilah decise finalmente di muoversi e guidare i propri passi in direzione dell'entrata principale del castello che si ergeva in tutta la sua meravigliosa imponenza proprio dinnanzi a sé; portandosi una mano alla fronte per tutelare la vista dai raggi del sole inclemente con gli occhi, la fanciulla sollevò il capo per poterne ammirare meglio la struttura architettonica e il gioco di decori che lo rendeva veramente pregevole e soltanto allora notò, poggiata contro una balconata, una donna dai capelli neri come il carbone.
    “Chissà chi è” si chiese mentalmente, avanzando lenta con il capo sempre rivolto verso l'alto e una mano perennemente posta sulla fronte come parasole: quella figura femminile emanava un'aria di forza ed eleganza al contempo e per quanto fosse difficile scorgere ulteriori dettagli su di essa da quella distanza Dalilah si sentì quasi in imbarazzo ad osservarla tanto insistentemente.
    Di certo mettersi a fissare la gente non era segno di buona educazione, specialmente in terra straniera e nei pressi di una reggia.

    Abbassando dunque lo sguardo per rivolgerlo all'entrata posta proprio davanti a sé, la giovane conquistatrice di Dungeon decise di convogliare tutta la propria curiosità alla causa che aveva deciso di perorare e per la quale si era fatta tutti quei giorni di viaggio in mare aperto.
    Passo dopo passo, accompagnata dal suono delle onde che continuamente si infrangevano contro le scogliere e dal fruscio delle fronde scosse dal vento, Dalilah s'addentrò nel castello della celeberrima Jasmine, alla ricerca di qualcuno che potesse guidarla verso quelle verità e quei saggi consigli che presto o tardi le sarebbero tornati utili per fondare nuovamente Musta'sim.

    “Chissà come potrebbero prendere la notizia della rinascita di un regno che un tempo non godeva proprio di una bella fama” ebbe modo di pensare la giovane, mentre avanzava senza sapere chiaramente dove si stesse dirigendo con una mano posata sulla bocca e le dita che massaggiavano pensose la gota: spesso si era interrogata sulle possibili reazioni da parte di coloro che un giorno avrebbero avuto modo di udire i suoi progetti e le risposte che si era data non erano delle più confortanti. Talvolta infatti credeva che le avrebbero sbattuto la porta in faccia dopo averla riempita di insulti e maledizioni, altre volte invece si rassegnava all'idea che l'avrebbero semplicemente ignorata, etichettandola come pazza. Mai e poi mai si era immaginata un possibile esito positivo e per questo motivo aveva esitato tanto, prima di osare anche solo avvicinarsi a qualcuno che conoscesse l'arte della legge e della politica più di lei.
    Ma ora le cose stavano cambiando proprio sotto ai suoi occhi e i suoi passi l'avevano guidata fin lì, a Jazira, l'isola principale del Regno di Toru. Stava percorrendo un lungo e maestoso corridoio alla ricerca di una donna che, come e prima di lei, aveva fondato un suo Regno dal nulla più assoluto sfidando tutto e tutti, riuscendovi.

    “Io non fallirò” si disse mentalmente, incoraggiandosi al contempo mentre lasciava ricadere la mano lungo il fianco dal quale pendeva il fioretto foderato, stringendola a pugno per farsi forza nel momento del bisogno. Proprio in quel momento due figure che prima non aveva notato la afferrarono per le braccia saldamente e, senza nemmeno guardarla negli occhi, la guidarono dritta dritta verso il cuore di quel palazzo chiaramente in fase d'arredamento.
    Un brivido gelido attraversò la schiena di Dalilah, raffreddandole completamente il sangue che le scorreva nelle vene; una goccia di sudore gelato le scese lungo la nuca, insinuandosi tra le pieghe dell'abito rosso aderente e segnandole tutta la colonna vertebrale facendola rabbrividire.
    Le guardie parvero accorgersene, perché la strinsero con maggior enfasi e continuarono la loro avanzata verso quella che presto si palesò agli occhi di Dalilah come una sala estremamente grande e decisamente spoglia.

    Una volta giunti ivi, una delle guardie si allontanò lasciandole libero finalmente il braccio sinistro che nel frattempo si era indolenzito al punto tale da formicolare; scrollandolo un paio di volte la sensibilità sembrò tornare e la guardia che ancora le reggeva l'altro braccio la guardò in modo alquanto torvo. La fanciulla, in tutta risposta, scrollò la spalla libera indicando con un cenno del capo il proprio braccio libero, cercando di far convogliare l'attenzione della guardia stessa sul segno rosso che il suo compagno le aveva lasciato sulla pelle candida ma senza mai fiatare: sapeva troppo bene che emettere anche solo un fiato le sarebbe costato qualche sorta di punizione e ribellarsi sarebbe potuto essere completamente inutile.
    Comportandosi come una brava ragazza e lasciandosi guidare fin dove desiderava essere condotta senza ribellarsi forse le avrebbe permesso di parlare con la sovrana del posto, ma non ne era completamente certa. Ad un tratto si chiese pure dove si fosse diretta l'altra guardia, ma non rimase a crogiolarsi nel dubbio per troppo tempo, conscia del fatto che nel bene o nel male mai avrebbe avanzato pretese verso qualcuno e dal momento che non era lì in veste di ladra non aveva nulla di cui temere.
     
    Top
    .
6 replies since 27/3/2017, 17:22   76 views
  Share  
.