Alla ricerca di una Guida

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  1. Rakash
     
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    Effe ف

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    La ragazza di fronte a lei, Dalilah, aveva la fronte imperlata di sudore. Jasmine non s’aspettava che semplici domande del genere scatenassero quella reazione. Le aveva poste molte volte, soprattutto ai piantagrane, ma non avevano mai avuto tale comportamento di fronte a certi quesiti semplici.

    Musta’sim.
    La risposta che non si sarebbe mai aspettata.
    Un nome che credeva perduto tra le pieghe del tempo, scomparso tra le ombre del passato.
    Di Musta’sim non sapeva molto. Non godeva di buona fama, la famiglia reale era stata sterminata in seguito alla rivolta. L’occasione in cui gli stregoni compirono terribili crimini: non si comportarono molto diversamente rispetto a coloro che disprezzavano tanto.
    Sapeva, inoltre, che il suo paese natale, Parthevia, aveva tentato di conquistare le terre del regno. Ma era successo molto tempo fa, quand’abitava ancora nell’impero.

    L’espressione di Jasmine era cupa mentre rimuginava sul passato oscuro di quella zona del mondo, mentre rifletteva sulla sua visione vagamente controcorrente rispetto al mondo.
    Disprezzava gli stregoni. Musta’sim gli utilizzava come schiavi qualsiasi, loro si erano ribellati compiendo atrocità contro persone innocenti, donne e bambini; si erano ribellati alla schiavitù, ma per vendetta di un vecchio pazzo continuavano a compiere crudeltà. Un modo di vedere la storia che a Magnostadt celavano meticolosamente.

    «Io ti aiuterò, Dalilah da Musta’sim. Per prima cosa, garantirò per te con le altre nazioni finché non sarai abbastanza autonoma politicamente ed economicamente da garantirti da sola.»

    Decretò, convinta dalle intenzioni della giovane.
    La donna si chinò di fronte alla ragazza con i capelli turchini, i gomiti poggiati sulle ginocchia e lo sguardo fisso su di lei. Si pose alla sua altezza, comprendendo poco a poco come Dalilah avesse vissuto fino a quel momento. Tormentata dal passato di un Paese, giudicata male per colpe che non aveva commesso e costretta a celare la sua identità. Doveva esser stato difficile, Jasmine se lo immaginava.

    «Dubito che lo spirito patriottico ti abbia portato ad una simile decisione, io dico che c’è dell’altro.»

    Una breve pausa, le lanciò un’occhiata penetrante, ma non severa come suo solito. Sembrava volerle scavare nell’anima solo con lo sguardo.

    «Non voglio sapere il tuo nome: la gente ne ha mille e altrettanti soprannomi, sembra la cosa più banale e scontata che esiste, oramai. Io voglio sapere chi sei tu.»
     
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6 replies since 27/3/2017, 17:22   76 views
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