A zonzo per Heliohapt

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  1. Tyrssa El Ashall
     
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    Era una giornata come tante a Rakotìs, dove il rovente caldo si contraddistingueva alla perfezione in quel luogo tempestato da ondate di calore. Per chi è originario di Heliohapt, questo non dovrebbe recare alcun problema -più o meno, ma la giovane Tyrsa era scocciata per ben altri motivi. Quel pomeriggio la nobile non aveva nessuna mansione, non che solitamente fosse diverso, a meno che non ci fosse di mezzo l'accademia, ovvero l'unico suo vero impegno dove riusciva a dimostrare realmente la sua determinazione nel fare qualcosa, e sebbene gli studi stavano procedendo nel migliore dei modi, dentro ha una singolare sensazione di vuoto, come se non fosse realmente soddisfatta dei suoi risultati, deve fare di meglio, può fare di meglio. Almeno la giornata di compere era andata a buon fine, era riuscita a farsi prenotare un ottimo gioiello da uno dei migliori fabbri del regno, una piccola distrazione che doveva concedersi.

    Le iridi verde smeraldo sono puntatate davanti a lei, senza incrociare minimamente lo sguardo con i passanti, tenendo il mento protratto leggermente verso l'alto, un atteggiamento degno del suo carattere. I capelli, lunghi quasi fino alle spalle, sono ovviamente di color bianco, andando a riprendere quello delle vesti, composte da una tunica che scende fino alle caviglie, legandosi ai lati della vita da un semplice tessuto di lino dorato; la veste si allarga al di sopra di questo, lasciandosi leggermente cadere verso il basso. Una staccatura ai lati dei fianchi fa intravedere quel che basta l'incarnato mulatto della Heliohapt, per poi ricucirsi in direzione del seno. A metà coscia vi è un ulteriore spacco, che rende più agevoli i movimenti delle gambe. Entrambe le braccia presenziano rispettivamente un'armilla dorata dalla peculiare forma di serpente. Non può mancare avvinghiato al collo Horus, un cobra reale simbolo di sfarzo per la popolazione locale.

    Libera da ogni pensiero, procedeva con passo lento, seguita da Samiah, una delle sue schiave preferite, la quale presenta i tratti tipici del luogo: pelle mulatta, occhi verdi e capelli bianchi, tagliati corti per comodità. Anche se è una servitrice, riserva qualche piccolo privilegio, basti guardare i vestiti che si differenziano dai soliti stracci che uno schiavo è tenuto a portare, che comprendono una lunga tunica che le arriva poco più sotto delle ginocchia, ben tenuta e pulita, cinta alla vita da un tessuto carminio, con qualche ricamatura del medesimo colore lungo i lati della veste. Un particolare che denota però il suo status sociale è il collare che le cinge il collo, adornato da qualche rubino, con un etichetta davanti dove vi è segnato le varie informazioni tra cui il suo proprietario.

    <ho sete.>

    Riferendosi ovviamente alla serva, senza degnarla però di uno sguardo o di una minima attenzione. Questa subito recepisce l'ordine indiretto e si precipita a cercare un posto dove poter trovare dell'acqua potabile, lasciando Tyrsa da sola, che di certo non si era arresta nel suo procedere verso casa.
     
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    Girava per le strade di Rakotis spaesato, il caldo rovente di quel pomeriggio non era riuscito a frenare la sua voglia dell'esplorare quella bellissima città, di cui le costruzioni e i cittadini non somigliavano per niente a quelli di Remano, un'ambiente completamente diverso da quello a cui era abituato, ma allo stesso tempo bellissimo.
    La vita comune invece non sembrava avere diversità, i bambini che giocavano e si rincorrevano per le strade, le signore che tornavano dal mercato con la spesa per preparare la cena, i mercanti che urlavano e invitavano i passanti dentro i loro negozi, su questo invece non c'era nessuna differenza.

    Mentre passeggiava a passo lento, continuava a beccarsi occhiate curiose dalle persone del posto, dati i suoi capelli rosso carminio e la sua carnagione pallida, era facile intuire che era uno straniero, l'unica cosa che aveva in comune con quella gente erano gli occhi dello stesso colore, un vivace verde smeraldo.
    Yuu sembrava ignaro degli occhi che aveva addosso, continuava tranquillamente con la sua piccola esplorazione, ignorando i commenti al suo passaggio, scrutando ogni angolo e persona, studiandone anche i minimi dettagli.

    La cosa che più attirò la sua attenzione, di quello strano posto, furono i serpenti di tutti i tipi e colori, avvinghiati alle braccia o gambe, e in certi casi ai colli dei cittadini, era divertente vedere come li trattavano, animaletti domestici - altro che cani e gatti - pensò tra se e se, provò pure ad accarezzarne uno, ma i risultati non furono dei migliori, infatti il rettile provò a morderlo, chissà se era velenoso, si chiedeva.

    Il sole ardente piccchiava violento sulla sua testa e
    ciò lo obbligò a sostare, trovò infatti una piccola fontanella all'ombra, si sedette sui bordi di essa iniziando ad osservare i passanti, pochi minuti dopo la sete fece il suo richiamo, perciò tirò fuori una borraccia d'acqua, con l'intento di dissetarsi, ma ciò che disse una ragazza al suo fianco - così aveva intuito dalla voce - lo fermò, si girò verso quella voce, e notò una giovane più o meno della sua età, se non più grande, aveva come tutti gli abitanti di quel regno immerso nel deserto occhi verdi, carnagione mulatta e capelli bianchi, lunghi fino alle spalle.
    Si rigirò verso la sua borraccia osservandola per qualche secondo, per poi porgergliela, senza dire parola.
     
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  3. Tyrssa El Ashall
     
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    Essendo maga dell'acqua avrebbe potuto certamente arrangiarsi nel procurarsi qualcosa da bere, ma perché scomodarsi quando lo può fare qualcun'altro? Oramai è fin troppo abituata a farsi servire che non ci pensa nemmeno a certe cose. Probabilmente finché terrà questa mentalità non riuscirà mai a mostrare realmente quanto vale.

    I passi stavano per procedere in quel cammino che l'avrebbe portata a casa, ma una semplice azione, va a bloccarla, osservata con la coda dell'occhio che ricade automaticamente sul ragazzo, apparentemente intento nel voler interagire in qualche modo con lei. A seguire vi è uno spostamento del capo verso il fanalis, allo scopo di verificare se la sua impressione fosse stata corretta,quindi confermandola. Ci mette qualche attimo prima di associare la motivazione del suo gesto, a primo impatto le sembra quasi assurdo che qualcuno le offri da bere in quel modo, portando inevitabilmente a macchiarle il volto da un piccolo sorriso, perlopiù abbozzato.

    <oh! Ti ringrazio, ma non mi piace l'acqua contaminata.>

    Gentile e pacata nei toni, anche se non è lo stesso per le parole proferite, semplice specchio dei suoi pensieri che non si riserva nel dire. L'attenzione viene però catturata da quei capelli rossi che di certo sono un segno fin troppo contrastinguibile, anche se non è lo stesso per gli occhi, incuriosendola nel vedere quel mix mai incontrato fino ad ora. Il braccio viene protratto verso il giovane, così come la mano che va ad indicarlo, mentre il mento viene alzato ulteriormente, quasi arrivando a mirare con gli occhi il cielo, sebbene rimanessero puntati sul rosso in quella posizione apparentemente ambigua, ma a lei la faceva sentire più superiore, un modo per guardare dall'alto al basso chiunque.

    <se lo desideri però, potrei metterti al mio servizio, anche se di solito non prendo persone comuni come te.>

    Non lo ha ancora associato a un fanalis, non avendo mai incontrato un mezzosangue, esclude la razza per via del colore degli occhi, non che cambiasse il senso di quella domanda fin troppo assurda, ma per una che è abituata a ricevere tutto, di certo non le pare strano chiedere qualcosa con tanta sfrontatezza.

    Nel frattempo la serva aveva appena finito di prendere l'acqua, ovviamente non quella depositata nel bacino della fontanella, riuscendo a fatica a riempire una borraccia, per poi dirigersi verso la sua padrona, dove si sarebbe accostata affianco, rimanendo ferma immobile col capo leggermente abbassato, attendendo che sia lei a decidere di bere quando lo avrebbe ritenuto opportuno.
     
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    Ci mise un po di tempo per ricostruire ciò che aveva detto la ragazza che prima era di fianco, ma che in quel momento se la trovava di fronte.

    << Acqua contaminata? Ma- >>

    Ripeté quelle due parole ad alta voce, e un paio di volte in testa, ed arrivò ad una conclusione: ma chi si credeva di essere?
    Per una volta in cui cercava di essere gentile con uno sconosciuto si beccava questo? Non era per niente contento delle parole dell'albina, poteva rifiutare il suo gesto con parole un po più gentili. Ciò lo conduceva ad essere ancor più ostile nei confronti degli estranei.

    A completare il tutto fu il seguito delle parole della giovine, che furono confermate dal collare che portava la sua accompagnatrice, apparsa dopo qualche secondo con una borraccia in mano. "Una schiava..." furono i pensieri del rosso. I flashback iniziarono a fare capolino nella sua testa, facendogli ricordare tutte le sofferenze che ha dovuto subire negli anni passati nella schiavitù, e i volti di tutte le persone perse a causa di chi è favorevole a tale commercio.

    Rimase a fissare colei che coloro chiamano "schiava", per qualche secondo, soffermandosi maggiormente sul anello metallico che portava al collo, quanto desiderava romperlo per darle la libertà che le era stata sottratta da quegli individui egoisti e privi di cuore - così li definisce lui-, ma si trattenne.
    Chiuse le mani in un pugno stringendole forte fino a far diventare le noche bianche, si alzò, in quel momento le posizioni si erano ribaltate, era lui a guardarla dall'alto, vista la notevole differenza d'altezza tra i due.

    << Una persona comune? L'orgoglio di un gladiatore non va toccato in questo modo. >>

    Nel suo volto non c'era traccia di espressione, per quanto fosse arrabbiato, ma decise di risolvere la questione pacificamente, senza fare scenate, anche perché voleva che il suo breve soggiorno ad Helioapht fosse uno calmo e tranquillo.
     
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  5. Tyrssa El Ashall
     
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    Quella del ragazzo è una reazione piuttosto naturale, sebbene la giovane non capisca il motivo di tanto stupore, dopotutto pensa che sia realmente così, non è qualcosa di personale, semplice visione di chi non ha il suo stesso grado sociale.

    <nel senso di sporca.>

    Precisa, sfarfallando gli occhi più volte, sempre rimanendo sorridente, illustrando meglio il concetto pensando che l'altro non avesse capito le sue parole.

    Dopo qualche secondo in quella strana posizione, decise di rimettersi in posizione eretta, facendo scorrere nuovamente le mano lungo al suo fianco, notando solo in quel momento il ritorno della serva, allietandosi visto che la sete aveva iniziato a darle fin troppo fastidio.

    <gladiatore dici? Mh, allora potrei metterti come guardia del corpo, però devi dimostrarmi di essere bravo.>

    Indice e pollice che sorreggono il mento per qualche istante, leggermente incuriosita su cosa avesse l'altro da offrirle, ignorando il vero senso della sua affermazione e concentrandosi solamente sui suoi ideali, l'unica cosa alla quale tiene veramente conto.

    <tranquillo, tendo a trattarli bene i miei servitori.>

    Pronunciando con leggerezza parole che di natura sono pesanti, nel mentre che con una mano prese la borraccia che Samiah le stava porgendo fin da quel momento, bevendone giusto un goccio, stando attenta a rimanere composta, inclinando l'otre appena in modo che il liquido all'interno sgorga pian piano. Bevuto qualche sorso, la riconsegna in un movimento repentino e inaspettato, senza che l'altra sia pronta a riceverla, facendo cadere il tutto per terra, spandendo l'acqua rimasta sul terreno.

    <oh! Ma che sbadata, ora qualcuno dovrà andare a riprenderla...>

    Toni che sono realmente dispiaciuti e, senza dover dare un minimo cenno alla servitrice, questa velocemente la raccoglie, andando a cercarne un'altra da poter riempire.

    <dicevamo?>

    Ritornando infine a dare attenzioni al Fanalis, ormai quasi convinta che questo avesse deciso di mettersi ai suoi servigi, escludendo una possibile negazione.
     
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    Non capiva se la sua era semplice stupidità o innocenza, gli sembrava di essere stato chiaro, ma invece...o forse lo faceva apposta per farlo arrabbiare, se era così ci stava riuscendo alla grande, era rosso di rabbia, e doversi trattenere era una dura impresa per il fanalis, data la sua natura irascibile. Quel che lo irritò ancor di più fu il suo comportamento con quella povera ragazza, che cosa ci aveva guadagnato nel fare cadere la borraccia? Quella gente snob non riusciva proprio a capirla.

    << La mia risposta ovviamente è no. Come se non avessi nulla da fare che mettermi al servizio di una ragazzina viziata! >>

    Se l'albina faceva parte della nobiltà -e che a vedere dalle vesti e la schiava al fianco questo dubbio aveva trovato risposta- era nei guai, sapeva di non dover mancare di rispetto ai nobili, ma anche loro del ceto sociale basso avevano diritto ad un po di rispetto, come diceva lui "Rispetto chi mi rispetta" e in quel momento quella frase se la stava ripetendo un paio di volte in mente, per autogiustificarsi.
    Per di più le aveva dato della ragazzina viziata, a giudicare dall'aspetto della ragazza poteva dire che aveva si e no sedici / diciassette anni il che più giovane di lui, ma non era confermato, conosceva gente che sembravano molto più giovane a differenza della loro età, nemmeno il rosso sembrava avere diciannove anni, gli amici gli davano sempre sui ventidue in su.

    << Bah! Me ne vado. >>

    Andarsene, una scelta saggia la riteneva -eh già, si auto elogia-, rimanere lì non avrebbe fatto altro che ampliare il problema, vista anche "l'ottusità" -così la definiva- della ragazza, perciò girare i tacchi era la miglior cosa che poteva fare in quel momento, ed è esattamente quel che fece, sperava con tutto il cuore di non essere fermato o roba del genere, altrimenti quella storia non avrà più fine, non che avesse paura, si era ritrovato in situazione ancor peggiori, ma voleva una permanenza tranquilla ad Heliohapt.
     
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  7. Tyrssa El Ashall
     
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    La reazione di dovuta rabbia alle sue parole non è stata percepita, non correttamente almeno; anzi, per i suoi standard le pare pure di essersi atteggiata anche fin troppo educatamente. Le parole successivamente pronunciate però non possono essere trascurate, cupendo quel viso che fino ad ora mostrava lineamenti gentili.

    <ci dev'essere un equivoco, forse non hai capito che saresti il mio servitore.> Scandendo bene con il tono della voce il fatto che fosse suo, per poi indicarsi con il palmo sul petto. <inoltre non vedo nessuna bambina viziata da queste parti.> Guardandosi appena intorno con il capo, fraintendendo nuovamente le parole del Fanalis.

    Equivoci che ovviamente vengono addossati all'altro, anche se stava iniziando a spazientire nel non ricevere le giuste riverenze.

    Forse il resto era ancora passabile, ma essere trascurata in quel modo, a lei, che si sente al centro del mondo, non poteva digerirlo.

    <fermo! Sai chi sono io?! Sai cosa significa mancare di rispetto a un nobile, e non uno qualunque, ma la figlia del rappresentate di tutto questo regno!>

    Disse con un tono più elevato, decisamente intimidatorio. Raramente usa i suoi privilegi da nobile per punire qualcuno, solitamente le basta impaurire chi ha davanti per far sì che le porti più rispetto, anche se di rado qualcuno arriva a tanto sapendo di trovarsi ad Heliohapt, particolarmente ferrea con le differenze sociali. Rimase ferma a fissarlo, con i pugni leggermente stretti dalla rabbia, ormai attirando l'attenzione di molti, tra cui qualche guardia che però -per ora- si limitano ad osservare sull'attenti; le sarebbe bastate un piccolo cenno per farle intervenire, ma ha preferito aspettare, attendendo una reazione dal rosso. In caso di fuga anche lei si sarebbe trovata pronta ad agire, scagliando su di lui ogni sua forma di conoscenza magica.
     
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    Si fermò per ascoltare ciò che aveva da dire l'albina, e nel mentre si guardava attorno, stavano attirando l'attenzione di molti, guardie comprese, a quanto pare la sua teoria era giusta, una nobile, il che valeva a dire che se l'avrebbe ignorata, avrebbe dato ordine alle guardie sparse lì in giro di prenderlo, e in quel caso, quel che non voleva fin dall'inizio, sarebbe successo, non gli rimaneva altra scelta che assecondarla.

    << Oh! In questo caso le chiedo perdono. >>

    Si girò verso di lei, avvicinandosi di qualche passo; anche se cercava di sembrare dispiaciuto, nel suo tono si poteva facilmente notare che era infastidito, ma da quel che aveva capito dalla precedente situazione, la nobile non lo avrebbe notato, o meglio, lo sperava.

    Aveva un piano per uscirsene da quella situazione, far finta di mettersi al suo servizio, e la notte svignarsela senza che nessuno se ne accorga, dopo tutto si riteneva un professionista nello scappare senza farsi notare, se invece non funzionava aveva un piano b, cioè diventarle amico e farsi liberare di sua spontanea volontà, anche se a vedere dal carattere dell'albina, non sarebbe stato facile, e ultimo ma non meno importante, se nessuno dei piani elencati avrebbe funzionato, userà la forza, anche se in realtà non voleva arrivare a quello, lo riporterebbe alle vicende passate, che non voleva nemmeno ricordare.

    Una cosa che non voleva assolutamente far notare erano le sue origini, anche se alla fine tratteneva la sua forza e non ne spiccava parola, nessuno sarebbe venuto a saperlo, riusciva sempre a passare inosservato dato il suo aspetto un po diverso da quello dei suoi simili, e questo giocava a suo favore, lo rendeva un semplice umano con i capelli di un colore un po troppo vivace, almeno non aveva cacciatori di schiavi alle calcagna, e quella ragazzina non era da meno, non doveva venire a sapere della sua vera natura, altrimenti oltre che a metterlo al suo servizio, lo avrebbe reso anche suo schiavo.
     
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  9. Tyrssa El Ashall
     
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    Come previsto, il giovane cambia subito toni e modi di fare, il che non fa altro che soddisfare il suo ego; odia essere ignorata. Le sue parole però non addolciscono i lineamenti del viso della giovane, ancora piuttosto scocciata.

    <mi staresti dicendo che ti scusi con me soltanto per il mio ruolo da nobile?! Hai osato incrociare il tuo umile sguardo con il mio, eppure non hai detto nulla riguardo alla mia bellezza!>

    Impettendosi nel dirlo, tenendo il mento leggermente alzato e fissandolo dritto negli occhi. Il braccio verrebbe leggermente alzato verso il mezzosangue, andando così ad indicarlo con l'indice della mano.

    <oggi però mi sento buona, dimenticherò l'accaduto dopo che avrai baciato i miei piedi. Poi verrai scortato da mio fratello, dove gli farai da guardia del corpo per tempo indeterminato.>

    Non sarebbe mai arrivata a giustiziarlo, ciò che voleva era solo rendersi superiore, inoltre desiderava anche dimostrare a tutti i costi a suo fratello quanto era stata brava nel trovarle una guardia del corpo.
    La povera schiavetta era appena tornata con la borraccia nuova, riempita d'acqua fresca, mettendosi, come la prima volta, al fianco della padrona, senza fiatare, immobile e con il capo chinato.

    <mi servirebbe un fazzoletto.>

    Senza neanche rivolgerle lo sguardo, porse la mano che prima indicava il rosso verso la servitrice, questa rapidamente tirò fuori un fazzolettino di ottima fattura, con qualche ricamatura dorata ai bordi di questo, con impresso il simbolo della famiglia El Ashall in un angolino, preso dalla sua piccola scarsella, per poi porgerglielo delicatamente, stando attenta a non versare l'acqua dell'oltre, sorretta accuratamente con l'altra mano.

    <usa questo, non voglio che le tue sporche labbra mi contamino.>

    Facendolo cadere con precisione sui suoi piedi il fazzolettino, attendendo con sicurezza che venga fatto quanto richiesto. Stranamente il buon umore torna a macchiarle il viso, già convinta che verrà esaudita la sua "magnanima" richiesta.
     
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    Non sapeva proprio che pensare in quel momento, quella ragazzina lo soprendeva sempre di più, non aveva mai incontrato qualcuno di così viziato, beh forse una certa persona c'era, ma a pensarci bene Haiden non era così antipatico, anzi il biondino con i suoi insulti e prese in giro gli stava un po simpatico, almeno a contrario dell'albina non cercava a tutti i costi di metterlo al suo servizio.

    << Bellezza? PFF ho visto di meglio- >>

    Disse sotto i baffi, probabilmente non lo aveva neanche sentito, ma alla fine sentirlo o non sentirlo, non gli importava più di tanto, dato che la sua pazienza aveva raggiunto i suoi limiti.

    Era carina si, e se non fosse stato per quella situazione e il caratteraccio dell'albina di cui il nome gli era ancora sconosciuto, lo avrebbe ammesso apertamente, una persona di bell'aspetto ma con un terribile carattere del genere, non l'avrebbe nemmeno guardata, non sarebbe nei suoi interessi.

    << Sono queste le usanze ad Heliohapt?....Wow non ho parole... . >>

    Guardava sorpreso il fazzoletto posato sui piedi della ragazza, abbastanza stranito, ed infastidito, i modi di fare della nobiltà di Heliohapt erano strani e fastidiosi, non ci poteva credere, se avesse saputo che la prima persona che avrebbe incontrato ad Heliohapt sarebbe stata quella ragazza, non ci avrebbe mai messo piede.

    << No scordatelo, non lo farò mai. Non ti bastano le mie scuse? >>

    "Finte tra l'altro" questo avrebbe voluto aggiungere, ma si trattenne, la situazione andava già a fuoco di suo, non doveva peggiorarla.
     
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  11. Tyrssa El Ashall
     
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    Un piccolo sbuffo, accompagnato da qualche parola sussurrata, impercettibile alle orecchie della ragazza, o meglio, questo è quello di cui si auto-convince, limitandosi ad assottigliare lo sguardo, osservandolo con sempre più minuzia.

    La sua sfacciataggine la colpisce sempre di più, non accetta che qualcuno non faccia come richiesto, non lo sopporta. Nuovamente il volto della giovane va ad assumere un'espressione scocciata, ormai priva di ogni pazienza.

    <qui ad Heliohapt c'è l'usanza di portare rispetto a chi è sopra di te.>

    Rimase immobile in quella posizione, dando una veloce occhiata alla serva e facendole un piccolo cenno col capo, questa senza aggiungere altro si precipitò verso la villa El Ashall, intuendo che la padrona avesse bisogno del suo bastone; non è la prima volta che si presentata una situazione simile e l'ordine che viene dati in quelle situazioni è quello. Una sicurezza che la nobile vuole avere, oltre che un arma per far intimorire maggiormente chi le si presenta davanti.

    <scusa, scusa, scusa...> Aprendo e chiudendo la mancina, mimando le parole appena pronunciate, per poi riporla al suo posto. <una parola priva di fatti! Se non ti prostri a me, non potrò mai capire se ti sei pentito veramente. >


    Ormai le attenzioni erano completamente incentrate sul duo, non c'era nessuno che non stesse notando la scena: i cittadini leggermente spaventati, mentre le guardie tutte in allerta. Chiamare l'aiuto di queste però, è l'ultima cosa che vuole, significherebbe che da sola non è in grado di farsi rispettare.

    <inoltre è inaccettabile che tu non abbia saputo valorizzare la mia bellezza, chi ti credi di essere?!>

    Se avesse iniziato con un approccio diverso, ad esempio complimentandosi del suo aspetto, ora la situazione sarebbe completamente differente, ma ha saputo toccare tutti i tasti dolenti per innervosirla.
     
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    << Peccato che non sono di Heliohapt, e usanze come queste non voglio conoscerle. >>

    Il piano A e il piano B erano stati automaticamente bruciati, ormai non pensava più a come sarebbe uscito da quella situazione, era cieco dalla rabbia e non riusciva più a controllare le sue parole.

    << Invece di lamentarti per quel che ho detto io, perché non pensi a quel che hai detto tu invece? Se sei in questa situazione è solo colpa tua, potevi tranquillamente rifiutare il mio gesto con un po più di gentilezza, e non ci sarebbero stati problemi.
    "Non mi piace l'acqua contaminata" -la imitò, rendendo la sua voce più acuta-.
    E poi, rispettare chi sta più in alto di me? Quindi tu ti fai rispettare solo per la posizione che hai? Se fossi stata un semplice popolano che avresti fatto huh? >>

    Ormai era impossibile fermarlo, non si sarebbe messo in pace finché non sarebbe uscito fuori da quella lite vittorioso, odiava perdere, l'ultima parola doveva essere sua a tutti i costi.

    Rimase a fissare per qualche secondo la schiava dell'albina che si allontana verso chissà dove, forse andava a chiamare i soccorsi, mh no l'area era piena di guardie, se voleva aiuto per sbarazzarsi di lui avrebbe fatto un cenno a questi ultimi, forse l'ha mandata a prendere qualche arma, in quel caso si sarebbe divertito, da quando era uscito da Reim non aveva messo piede in qualche combattimento, ma a vedere il suo avversario in quel momento, cioè una ragazza minuta di cui l'età gli era sconosciuta, ci aveva ripensato, nonostante quel che gli aveva detto, non le avrebbe mai fatto del male, o meglio, non avrebbe mai fatto del male ad una donna in generale insomma.

    A sentire l'ultima frase gli venne da ridere, infatti gli angoli della bocca si alzarono di poco, stava trattenendo la risata.

    << Fammi capire una cosa, quindi stai facendo tutta questa scenata solo perché non ti ho fatto i complimenti? He he beh allora chiedo perdono signorina, lei è davvero molto bella.
    Contenta?
    Bah voi donne e i vostri dilemmi, non vi capirò mai. >>
     
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  13. Tyrssa El Ashall
     
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    Le sue parole non riuscivano a smuoverla dalla sua posizione, ormai incentrata all'intimorire il rosso, sempre più sfacciato e impertinente ai suoi occhi

    <non m'importa cosa vuoi o non vuoi conoscere, dal momento che sei qui devi sottostare alle nostre leggi, così come alle nostre usanze e se la cosa non ti va bene verrai punito a dovere, te lo garantisco.>

    Voleva vederlo pentito, dopo essersi sentita sfidata in quel modo non può permettergli di farla franca così facilmente.
    I toni che emulavano la sua voce di certo non erano graditi, si sentiva presa in giro, oltre che offesa, per non parlare della provocazione riferita al caso fosse una popolana, il solo paragone non le passava nemmeno per la testa.

    <io ho semplicemente rifiutato la tua offerta, non mi va di prendere qualche strana malattia, se poi la cosa ti ha preso sul personale non mi riguarda.> Un sopracciglio si innalza leggermente, quasi come se non capisse se il ragazzo stesse parlando seriamente o no. <io non potrei mai essere un semplice popolano, il solo pensiero mi disgusta.> Arricciando lievemente il naso, in un espressione schifata.

    Troppo sporchi per i suoi standard, un mondo completamente diverso, con il quale non vorrà mai immischiarci.

    Il giovane scoppiò in una risata, prendendosi nuovamente gioco di lei, ma questa volta la sua reazione è differente, per quanto lo sbeffeggio fosse chiaro, vide la cosa in modo differente, limitandosi a sbuffare appena.

    <lo so già. Ma ci voleva tanto perché tu lo ammettessi? Capisco l'orgoglio maschile, ma ogni tanto dovreste ammettere la realtà dei fatti quando è così palese.> Sistemandosi una ciocca dei capelli con la mancina, facendola passare dietro all'orecchio.

    La servitrice aveva appena preso il bastone e ci avrebbe messo ancora un po' prima di tornare, anche se dopo quel commento già i suoi toni si stavano rabbonendo.
     
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    << La maleducazione tra voi nobili a quanto pare regna sovrana, e io che pensavo foste più educati di noi "gente comune" -fece il segno delle virgolette con le mani, evidenziando bene quelle due parole-, ma a quanto pare mi sbagliavo. >>

    Disse con non curanza, la nota di sarcasmo era ben evidente nella sua voce, se lo sentiva, se avesse aggiunto anche un solo minuto con quella ragazza sarebbe esploso, provava pena per i suoi amici, ovviamente se aveva degli amici.

    << Voi femmine invece dovete smetterla di essere così vanitose, alla fine poi che cambia? >>

    Le donne proprio non le capiva, cosa era cambiato dopo quel complimento? Nulla. Chissà cosa ci trovavano di soddisfacente nell'essere riempite di elogi sul loro aspetto, si un complimento fa sempre felici, ma non esageratamente.

    << Senti non ho tutta la giornata libera, perciò vediamo di muoverci, e non chiedermi di nuovo di baciarti i piedi, perché non lo farò. >>

    A quel punto non sapeva proprio cosa fare, andarsene da lì facendo finta di nulla? No, l'albina non lo avrebbe lasciato andare via così facilmente, tornare sul discorso della guardia del corpo? Così sembrerà esser lui a voler mettersi al suo servizio, cosa non era ovviamente.

    << Cosa posso fare per risolvere la questione sentiamo. >>

    Si passò una mano tra i capelli rossi, scompigliandoli ancor di più, accompagnato da uno sbuffo, il cambiamento dei suoi toni era evidente, era diventato più pacato, la scelta più saggia da fare in quel momento era chiedere proprio a lei cosa bisognava fare, che se fosse stato lui a decidere avrebbe preso la rincorsa e non si sarebbe fermato fino a Remano, non per paura ovviamente, ma non sopportava quel genere di bisticci inutili.
     
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  15. Tyrssa El Ashall
     
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    Era evidente che l'altro non era del luogo, oltre l'evidente differenza nei tratti somatici, è chiaro che non conosce la differenza fra le classi sociali che vi è in quell'arida terra.

    <io non sono tenuta a comportarmi in modo educato con voi gente comune, anzi, ritengo di essere stata anche fin troppo gentile nei tuoi confronti.> Lo ha pure ringraziato per la proposta della borraccia dopotutto, non è da tutti i nobili. <mentre te, non hai smesso neanche un'istante di usare toni che un popolano non si dovrebbe permettere di utilizzare di fronte a un nobile.>

    Un monito che era mirato a fargli ricordare che nobili e popolani sono su due piani differenti, almeno legalmente, per lei fare un confronto fra i due era completamente impensabile.

    <ma io non sono come le altre femmine. E vuoi sapere perché? Bè... io prima di tutto sono bellissima, ed essendo una persona realista e onesta non posso fare a meno di palesarlo, semplice.>

    Impettendosi un po', disse il tutto senza vergognarsi minimamente, sincera e completamente convinta di ciò che stava dicendo. Un ego piuttosto grande, maturato in anni di lusso e vizi che l'hanno portata a mettersi al centro dell'attenzione in ogni occasione.

    Nel frattempo la serva aveva fatto in tempo a tornare, portando il bastone alla giovane, porgendoglielo direttamente in mano, per poi riprendere fiato a causa della corsa piuttosto stancante.

    Sbuffa innervosita per i toni che nuovamente non le vanno bene. Irrispettosi e sfacciati.

    <vediamo un po'...> Riflette, giochicchiando con una mano con il cristallo posizionato sulla punta del bastone. <potrei punire la tua impertinenza io stessa, in questo momento, ma non vorrei sporcarmi per una causa così futile.>

    Lo guarda con disprezzo, vuole inferirgli una lezione che possa essere esemplare e inoltre che non la faccia sfigurare di fronte a tutte quelle persone che ormai avevano assistito alla scena. Se saltava fuori che un popolano, straniero per giunta, si fosse salvato senza nessuna conseguenza, il nome della sua famiglia ne avrebbe di certo risentito.

    <ho trovato! Dovrai svolgere una commissione per me. Ti dirigerai nel continente oscuro per una spedizione di caccia. Ovviamente verrò anche io con te per assicurarmi che tu non scappi.>

    In realtà era un'idea pensata già da tempo, ma quelle terre sono troppo rischiose per andarci da sola, stava cercando qualcuno da portarsi dietro e l'occasione è stata presa al volo.

    <immagino che per un gladiatore come te, non dovrebbe essere neanche troppo difficile, o mi sbaglio?>

    Gioca un po' su l'orgoglio dell'altro, trovando un compromesso che sarebbe potuto andare bene per tutti e due.
     
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