Ci rincontriamo

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    Impero Reim

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    Tipo di role: Free.
    Alert: Verde.
    Partecipanti: Yuu, Haiden.
    Data inizio: 13 / 04 / 2017
    Tempi di risposta: -
    Tempo max per concludere: -
    Periodo cronologico: Fine di aprile.
    Turnazioni: Yuu, Haiden.




    Aveva sentito parlare della guerra tra Magnostadt e la sua terra natia Reim, una guerra durata poco, ma dove erano successi tanti strani fatti, che aveva coinvolto: king vessel, maghi, due Magi, l'Alleanza dei Sette Mari ed i due grandi Imperi, Reim e Kou, solo questo gli fu detto da un anziano signore, che sparì subito, lasciandolo confuso a porsi domande, a cui ovviamente non poteva trovare risposta se non andava a vedere con i suoi stessi occhi, ed infatti eccolo lì davanti al grande portone che conduceva all'interno del famoso paese dei maghi, un po mal messo a causa della scontro avvenuto su quel territorio, ma nonostante questo era ancora in piedi.
    Sapeva già che l'accesso ai non magici non era permesso, ma voleva approfittare della situazione poco stabile del regno per addentrarsi all'interno di esso.

    Oltre che al voler informarsi delle vicende accadute qualche mese prima, era anche curioso e voleva esplorare quel regno che stava in piedi con la magia. Aveva sentito molte storie su Magnostadt, ex Regno di Musta'sim, caduto per mano di Matal Mogamett, i racconti parlavano di quest'ultimo, che preso dal rancore verso i Goi -gli umani, così li chiamavano i maghi- per le discriminazioni ricevute lui e i suoi simili. Non lo poteva biasimare, i Fanalis erano nella loro vecchia situazione, posti alla schiavitù dagli umani, lo capiva si, ma non riusciva comunque a dargli ragione, l'ex direttore della famosa accademia di magia e anche chi controllava Magnostadt, aveva ribaltato la situazione con gli umani, facendo soffrire questi ultimi rendendoli alla povertà. Per quanto sia orribile ciò che aveva subito, in mezzo a quelle persone vi erano tanti innocenti, tra cui bambini, a suo parere, era diventato un mostro, proprio come loro.

    (...)

    << E adesso?....Come diavolo faccio ad entrare... . >>

    Con il cappuccio del lungo mantello nero sopra la testa a coprire metà del suo viso, per non attirare troppa attenzione, se ne stava nascosto dietro ad una roccia, lontana circa una cinquantina di metri dal grande portone. Osservava bene il soldato e il mago che erano di guardia ad esso, per non fare entrare nessun non mago, o qualcuno che non abbia doveri politici o commerciali all'interno del regno, stava cercando di escogitare un modo per sgattaiolare dentro, ma non gli era venuto in mente nulla, strano diceva, di solito gli venivano in mente le idee più assurde e funzionali, ma nelle situazioni importanti in un certo modo si bloccava, forse data l'ansia del momento, l'unica cosa che doveva fare in quel momento, era rilassarsi e pensare con calma, era sicuro che avrebbe trovato una soluzione per non essere visto da nessuno, ed infatti. Grazie al suo udito avanzato, aveva sentito provenire da dentro il bosco lì vicino, il suono un carro, sicuramente si stava dirigendo verso Magnostadt, e subito gli venne un'idea, entrò dentro il boschetto di corsa, cercando di raggiungere il carrozzone in tempo.
    Facendo slalom tra gli alberi, riuscì a raggiungere in tempo il carro, che da quel che aveva visto trasportava merci.
    Fuori dai due bracciali che aveva al polso, fuoriuscirono cinque artigli ciascuno, quest'arma i fabbri la chiamavano Bagh Nakh (Artigli di Tigre), un'arma di origine Sindriana*, l'arma perfetta per lui, ne andava fiero, era nel suo stile.
    Con uno scatto, si aggrappò con gli artigli alla parte inferiore del carro, aspettando così che raggiunga il portone, sperando si stesse dirigendo verso Magnostadt e di non essere scoperto da nessuno.
    Era in ansia, il carrozzone si era fermato davanti alla fortezza, e fin qui era a posto, ma ciò che lo preoccupava di più era l'essere scoperto. Dopo vari controlli per un buon quarto d'ora finalmente si erano addentrati, aspettò di allontanarsi per bene dalle mura, per scivolare giù dal carro in silenzio, e disattivare gli artigli, menomale nessuno lo aveva visto, erano tutti impegnati con la ricostruzione degli edifici, che come già detto, non erano in buono stato a causa della battaglia.
    Si tirò su il cappuccio del mantello e così, iniziò la sua esplorazione.


    *Il Bagh Nakh (foto presente nella scheda di Yuu) è un'arma di origine Indiana, e dato che Sindria è ispirata alla nostra India, non avevo altra scelta che farla di origine sindriana, spero questo non crei nessun problema, se si, contattatemi (ovviamente mi riferisco all'admin).


    Edited by Yuu Klein - 8/5/2017, 17:49
     
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  2. Haiden Marcus
     
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    Quando la guerra intrapresa da Matal Mogamett contro l’impero Reim cominciò non era passato nemmeno un anno dall’arrivo di Haiden a Magnostadt, il paese dei maghi. Tale conflitto risultò tragico e coinvolse le più grande potenze mondiali e solo l’intervento dell’alleanza dei sette mari permise di decretare la fine della battaglia.
    Una volta che fu ritornata la tranquillità tutti gli studenti dell’accademia e gli altri abitanti di Magnostadt dovettero impegnarsi nella ricostruzione della città, mettendo da parte i vari studi, lezioni e lavori. La suddivisione in distretti della popolazione fu abolita, umani e maghi finalmente potevano vivere insieme, la pace sembrava finalmente sbocciata in quel regno fondato sull’odio. Magnostadt, infatti, era stata edificata proprio su questo amaro sentimento, che con gli anni si era trasformato in vero e proprio disprezzo verso i goi, considerati inferiori perché non dotati di poteri e di conseguenza sfruttabili.
    Anche la storia che si cela dietro la fondazione del regno, che lo stesso rettore della scuola aveva raccontato prima dello scoppiò della guerra come se volesse giustificare se stesso e le sue azioni, rappresenta una vera e propria dimostrazione di questo odio così profondo e radicalizzato. Infatti benché inizialmente fossero stati i Goi a considerare coloro dotati di poteri una razza inferiore e sfruttabile nelle loro guerre, successivamente furono proprio i maghi, quando questi si stancarono di essere manovrati come marionette, che ribellandosi al dominio degli uomini e costruendo Magnostadt, rovesciarono la situazione . I maghi, invero, non si comportarono diversamente dagli umani, confinando i più bisognosi nel quinto distretto ed usandoli come fonte di magoi.
    Fu così che gli oppressi divennero gli oppressori.


    Benché la guerra avesse coinvolto sia il suo paese natale, Reim, che quello in cui viveva attualmente, Magnostadt, al giovane mago non interessavano particolarmente le vicende politiche, così come non gli era interessato, quando tutto era iniziato, chi avrebbe vinto la guerra. Non sosteneva nessuna delle due fazioni, poiché non aveva ancora trovato il suo posto, un luogo da poter chiamare casa. Proprio per questo aiutava nella ricostruzione della città poco volentieri, infatti lo faceva solo perché , come tutti, era costretto. Avrebbe preferito continuare i suoi studi, in modo da poter passare il prima possibile tutti gli esami e raggiungere in questa maniera il primo kodor. Solo allora avrebbe avuto le capacità necessarie per intraprendere il suo viaggio alla ricerca delle sue origini. Sapeva di sembrare egoista, ma aveva smesso di preoccuparsi delle altre persone e delle loro opinioni molto tempo prima.

    (...)

    Haiden come da routine aveva iniziato la mattinata sbuffando e aiutando con i lavori di ricostruzione. Tuttavia, ritenendo quei lavori inadatti ad una persona sofisticata come lui, si era defilato dopo qualche ora, come i giorni precedenti, allontanandosi senza farsi notare con l’intenzione di passare il resto della giornata camminando fra le vie ed osservando tutti i vari maghi e goi all’opera.
    Osservare la gente, studiandone il comportamento, lo aveva sempre rilassato.
    Girò in una stradina accertandosi di non essere notato dal professore responsabile o da altre guardie, quando una figura incappucciata attirò la sua attenzione.
    A primo acchito ebbe paura che si trattasse di qualcuno mal intenzionato, contrario al regno di Magnostadt, che per questo volesse approfittare del momento di instabilità per attaccare. Successivamente, però, notò qualcosa di famigliare nel modo in cui camminava e in cui si comportava; e siccome difficilmente dimenticava un volto riuscì a riconoscerlo non appena un ciuffo di capelli rossi come il fuoco e due grandi occhi verdi fecero capolinea da sotto il cappuccio del mantello.

    << Cosa ci fai tu qui?>>

    Domandò con tono severo, avvicinandosi a quella figura in cui aveva riconosciuto uno dei gladiatori di Remano.
     
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    Dopo la sua entrata segreta andata a bene, iniziò la sua esplorazione, la città era veramente ridotta in un brutto stato, la metà degli edifici e case era crollato, altri stavano in piedi a metà, ma sembrava che tutti ce la stiano mettendo tutta, per di più, più di metà popolazione faceva uso della magia, con l'aiuto di essa ritornerà tutto su in men che non si dica.

    Sempre con il cappuccio sulla testa, cercava di non incrociare lo sguardo con nessuno, per non sembrare sospetto, menomale erano tutti occupati con le costruzioni e i ripari, alcuni lo vedevano, ma nessuno fino a quel momento aveva fatto caso alla sua presenza, se non per un certo qualcuno, di cui la voce gli era abbastanza familiare.

    Si girò verso l'origine di quella voce, e vide uno dei suoi tormenti più grandi, Haiden Marcus, così si era presentato qualche anno fa quando lo aveva incrociato al Colosseo di Remano.
    Il figlio del preside di una scuola di combattimento, a cui si stava per iscrivere, cosa che non fece dopo aver deciso di allenarsi sotto l'ala dei Gladiatori Yambala.

    Chissà cosa ci faceva in quel posto, forse studiava nell'accademia di magia, poteva essere una valida opzione, il giovane biondino era un mago dopotutto.

    Scosse leggermente la testa, per uscire dalla sua trance, riacquistando lucidità, senza dire una sola parola, si abbassò meglio il cappuccio al livello degli occhi, per poi con uno scatto veloce acchiappò il ragazzo più basso, coprendogli pure la bocca con la mano destra, per precauzione, nel caso si mettesse a strillare, trascinandolo dentro una casetta mal messa, dove non avevano ancora iniziato le riparazioni, una volta dentro, liberò il mago dalla sua presa, mettendogli poi le mani sulle spalle.

    << Vengo in pace, non azzardardti ad urlare. >>

    Disse, sottovoce, nel suo viso non c'era espressione, ma nella sua voce c'era una nota di preoccupazione, sapeva quanto era odiato da Haiden, il motivo se lo domandava sempre, poteva rivelare la sua presenza proibita in quel posto, pur di metterlo nei guai, giustamente non sapeva cosa passava per la testa al biondo, ma le opzioni erano quelle.
     
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  4. Haiden Marcus
     
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    Non ebbe nemmeno il tempo do reagire. Il fanalis, mostrando grande prontezza, lo afferrò e allo stesso tempo fece molta attenzione ad impedirgli di chiamare i soccorsi o chiedere qualsiasi tipo di aiuto.
    Non gli era mancato per niente, gli bastarono quei pochi istanti per ricordarsi come mai l'aveva sempre irritato così tanto. Anche quando vivevano a Remano non sopportava quel ragazzo dai capelli rossi costantemente così felice e così fiducioso nei confronti della sua stessa forza e delle sue stesse abilità. Dopotutto per il biondino non erano le capacità a contare davvero, ma il sangue, e nelle vene di Haiden scorreva il sangue di un nobile. O così aveva sempre erroneamente pensato fino a quando non era venuto a scoprire la verità. Anche lui era un miserabile signor nessuno. Quei pensieri riguardanti le sue origini non fecero altro che innervosirlo maggiormente

    Si sentì soffocare per qualche istante, finché, una volta che furono in una casa diroccata e abbandonata, devastata anch'essa dalla guerra, l'altro non levò la mano dal suo viso, spostandola da davanti alla bocca del biondo, che tornò a respirare normalmente.

    In quel momento avrebbe voluto iniziare ad urlare per mettere nei guai il rosso, ma allo stesso modo non voleva accontentare le sue aspettative. Per questo motivo fece un grande respiro, riordinando le idee nella sua mente e controllando i suoi istinti.

    << Perché mai dovrei urlare? - domandò glaciale. - Pensi che abbia paura di te?>>

    Chiese infine con malizia, sperando di recargli fastidio con quel commento. Tuttavia sapeva benissimo, dentro di sé, che un commento del genere non sarebbe bastato, Yuu non era il tipo da prendersela per così poco. Ciò nonostante decise di lasciar momentaneamente da parte quell’intenzione, tutt’altro che buona, per lasciare spazio alla sua smodata curiosità.

    << Te lo ripeterò un’altra volta soltanto, perché sei qua? Sentivi così tanto la mia mancanza?>>

    Rivolse quell’ulteriore interrogativo proprio per assecondare quel desiderio di conoscenza, che da sempre l’aveva contraddistinto e che l’aveva sempre molto aiutato nell’apprendimento e nello studio. Il suo tono di voce, inoltre, nascondeva le speranza che nutriva nel ricevere una risposta. Non sarebbe stato un bene per il fanalis ignorare nuovamente il suo quesito.
     
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    << Paura di me? Ma no non sono così spaventoso. >>

    Far finta di non capire era sempre stato un metodo per difendersi dai commenti poco piacevoli del biondo, che se gli rispondeva con i suoi stessi toni non andava a finir bene, per di più il giovane mago gli stava in qualche modo simpatico, perciò dirgli qualcosa di offensivo non era nei suoi piani, più che altro cercava sempre l'occasione per prenderlo in giro in vari modi, forse era il motivo per cui Haiden lo disprezzava così tanto? Secondo il rosso il motivo era quello, le sue non erano tanto prese in giro offensive, ci andava piano ovviamente, ma non riuscirà mai a smettere di farlo, era troppo divertente vedere il maghetto rosso di rabbia.

    << Una sorta principessina~ la tua assenza a Remano si sentiva davvero tanto, potevi passare almeno a salutare. >>

    E ovviamente non gli aveva dato il vero motivo per cui era lì a Magnostadt, la terra dei maghi, proibita ai non magici.
    Aveva deciso di giocare al suo stesso gioco, almeno era sicuro che non sarebbe andato a chiamare le sicurezze, l'orgoglio del biondo era troppo alto per fare una cosa del genere, sicuramente in quel momento pensava di poter tenere la situazione sotto controllo da solo, senza l'aiuto di nessuno, e ciò giocava a suo favore, ovviamente non voleva fare nulla di male, anzi nei pochi minuti passati a Magnostadt gli era pure saltato in mente di aiutare con le costruzioni.

    Tolse le mani dalle spalle del mago, per poi inquadrarlo per bene, non aveva la solita tunica bianca fatta di quel tessuto pregiato che indossavano i nobili di Reim, al posto di quella ci stava un "vestito" nero, lungo poco più sulle caviglie, con dei giringilli appesi.
    Doveva trattenersi dallo scoppiare a ridere, non poteva attirare l'attenzione, si mise una mano sulla bocca cercando invano di trattenersi, infatti per non aumentare quel che doveva essere una risata silenziosa, si girò dalla parte opposta, che se continuava a guardarlo con quel che lui credeva fosse un "grembiule", non sarebbe riuscito a trattenersi.
     
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  6. Haiden Marcus
     
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    Strinse i pugni, arrivando addirittura a conficcarsi le unghie nel palmo della mano, nel tentativo di contenere una reazione a quei commenti che altrimenti sarebbe risultata eccessiva. Tuttavia il colorito chiaro del suo viso diventò, in pochi istanti, di una tonalità di un rosso intenso, molto simile al colore della chioma dell’altro.
    La prima provocazione, se così si poteva chiamare, non era stata un problema per Haiden, che poi però non ci aveva più visto quando si era sentito chiamare principessina. Aveva sempre odiato quel nomignolo affibbiatogli dal gladiatore. Anche perché non era una principessa, ma soprattutto non era una donna.
    Inoltre notare che l’altro, dopo averlo squadrato, fosse scoppiato a ridere rappresentò un ulteriore colpo basso. Il mago era sicuro che la causa di tale comportamento fosse proprio quell’orribile divisa che era costretto ad indossare in quanto studente della scuola di magia di Magnostadt.
    Gli sembrava di aver perso su tutti i fronti e ciò non faceva altro che accrescere la sua ira, ormai era inutile per lui cercare di calmarsi, non poteva lasciar perdere quegli oltraggi.

    << Non osare mai più chiamarmi in questo modo. >>

    Asserì a denti stretti, avvicinandosi a lui con l’aria più minacciosa che potesse assumere il suo volto innocente, puntandogli un dito al petto.

    << Ti devo forse ricordare con chi stai parlando? Io sono un nobile di Remano, mentre tu sei un misero gladiatore. Dovrei forse salutare uno come te? Certo che no, se mai fossi tornato a Remano, cosa che mi auguro di non fare tanto presto, non sarei mai venuto a cercare te. Piuttosto sarei andato in un di quei palazzi sfarzosi, degni di un aristocratico. Dove le pareti sono ornati da arazzi delle sete più pregiati, i piedi affondano nei maestosi tappeti, le statue decorano gli ambienti e l’opulenza domina incontrastata…>>

    Si era scagliato contro il rosso con sicurezza e cattiveria, ma pian piano la sua voce si era incrinata perdendo la convinzione iniziale. Dopotutto ormai conosceva la verità.
    A ripensare allo sfarzo illusorio in cui era cresciuto il dolore che cercava di nascondere nel profondo del suo animo, compariva più ingombrante che mai. Quei ricordi gli recavano così tanta sofferenza che, senza che lui potesse far niente per evitarlo, una lacrima gli rigò il volto.
    Non appena se ne rese conto, anche se probabilmente era ormai troppo tardi, si girò dall’altra parte sperando che Yuu non l’avesse notato, asciugandosi velocemente il viso e ricacciando indietro quel peso che portava dietro da un anno.
     
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    Gli insulti del biondino lo facevano sempre ridere, troppo raffinato ed elegante per usare insulti veri e propri, motivo per cui non aveva mai osato rispondergli, era anche in qualche modo tenero quando si arrabbiava, la pelle chiara del suo viso assumeva sempre un colorito rosso cremisi, proprio come i suoi capelli, le mani strette in pugni, e i capelli che si alzavano leggermente, uno spettacolo troppo divertente da vedere, a volte lo stuzzicava con le sue prese in giro "innocenti", così le definiva lui, solo per vederlo in quello stato, ovviamente la sua non era cattiveria, ma cercava in tutti i modi di essere suo amico, cosa in cui aveva fallito miseratamente, perciò prenderlo in giro era l'unico modo per catturare la sua attenzione, perché veniva sempre ignorato beatamente dal giovane mago.

    Il tono del giovine rallentò piano piano, lasciando la frase a metà, e poi fu veloce, una lacrima rigò il viso delicato del ragazzo davanti a lui, era sicuramente successo qualcosa, l'ultima persona che si aspettava piangesse davanti a lui era proprio Haiden, troppo orgoglioso per dimostrare le sue debolezze davanti a qualcuno, soprattutto davanti a qualcuno che disprezza, cioè lui stesso.

    Andò nel panico, non sapeva che fare, non era mai stato bravo a consolare la gente, non era mai stato bravo con le parole, lui lavorava sempre con i gesti per mostrare il suo supporto alle persone vicine, e dare una delle sue spalle su cui piangere, e un'orecchio per ascoltare i loro problemi, senza giudicare.

    << Hai voglia di parlarne? Non ti giudicherò. >>

    Posò una mano sulla spalla del biondo che in quel momento si era girato, forse per non permette al Fanalis di vedere le sue lacrime, un piccolo gesto per mostrargli il suo supporto.
     
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  8. Haiden Marcus
     
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    << Non c’è niente di cui parlare. >>

    Disse serio in un primo momento, spostando con un gesto brusco la mano del rosso dalla propria spalla. Non era abituato ad aprirsi con gli altri. Si voltò nuovamente verso il fanalis, dargli la schiena non aveva più senso visto che si era accorto di tutto, nonostante il biondo avesse prontamente cercato di nascondere il proprio malessere.

    Non appena tornò a guardare in faccia Yuu, il suo sguardo cadde sul volto dell’altro, il quale tradiva la sua preoccupazione. Tale apprensione sembrava sincera, il rosso pareva infatti veramente disposto a concedergli il suo aiuto e supporto.
    In quel momento Haiden si rese conto più che mai di quanto avesse, in realtà, bisogno del conforto di qualcuno che poteva al tempo stesso chiamare amico; aveva “combattuto” da solo troppo a lungo contro quei dolorosi ricordi. Infondo il sostegno di una persona fidata poteva ridurre il peso che opprimeva il suo cuore, come una stella nella scura notte, con la sua luce, illumina la terra dissolvendo le preoccupazioni degli uomini.

    << Vuoi sapere perché sono scappato da Remano?>>

    Domandò mordendosi il labbro inferiore; non poteva credere di stare per raccontare davvero la sua storia, soprattutto non si capacitava del fatto che la stesse per raccontare a quel fanalis, che aveva sempre trattato con disprezzo ma che in realtà aveva sempre invidiato.
    Non aspettò la risposta.

    << Non sono un aristocratico, al contrario sono un figlio di due schiavi costretti a combattere per gli interessi di colui che consideravo mio padre. Morti per colui che consideravano mio padre. Erano maghi combattenti...
    Quando l’ho scoperto presi la decisione di scappare, non avevo rimpianti e non li ho neanche ora. Da quel momento l’ira divampa dentro di me, impossessandosi di ogni parte del mio corpo; all’inizio ho creduto di essere arrabbiato per la consapevolezza che nelle mie vene non scorresse sangue nobile, ma presto ho capito che lo ero per ciò che quell’uomo spregevole aveva fatto ai miei genitori e per come aveva usato me, lasciandomi all’oscuro di tutto. Per questo sono venuto qui, per ritrovare le mie origini, per diventare più forte e per cercare informazione sui miei genitori. >>

    Non raccontò tutto nei minimi dettagli, non riusciva ancora ad aprirsi completamente mostrando ad un’altra persona la natura della sua fragilità e della sua sofferenza. Era un’esperienza del tutto nuova per il biondo. Perciò rimase immobile, trattenendo quasi il respiro, aspettando una reazione del fanalis con la speranza di non venir giudicato o deriso per quanto detto.




    Scusami per i periodi macchinosi--
     
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    Ritirò la mano rifiutata dal giovane mago, se il suo aiuto era stato rifiutato, non avrebbe insistito, ma invece il ragazzo più basso sembrò ripensarci su, e alla sua domanda non ebbe nemmeno tempo di rispondere che fu subito preceduto, dandogli la spiegazione di tutto ciò che gli era successo, senza entrare nei dettagli, ma tutto gli era chiaro.

    Doveva ammetterlo, Arverago non lo aveva mai sopportato da quando aveva iniziato la sua carriera da gladiatore, e con quel che gli aveva raccontato Haiden in quel momento, l'odio per quel uomo arrogante era cresciuto ancor di più.

    Con le braccia incrociate, annuì silenziosamente, ascoltando ciò che aveva da dire il biondo, cercando ovviamente di valutare con attenzione la situazione, e cercare di trovare una soluzione, infatti gli venne un'idea, come dice il vecchio detto, se ti confondi torna alle origini.

    << Capisco.
    Ma se rimani qui a Magnostadt non ci ricavererai nulla, soprattutto in una situazione come questa. >>

    Con le mani indicò l'ambiente attorno a loro, nelle buche dei muri della casa diroccata in cui si trovavano si riusciva a vedere l'ambiente devastato della città dei maghi, pietre ovunque, tutto distrutto, mentre i cittadini, maghi e non, cercavano disperatamente di ricostruire il proprio paese andato in rovina. Nonostante l'atmosfera triste era bello vedere maghi e goi aiutarsi a vicenda per riportare Magnostadt alla sua gloria precedente, due specie che provavano rancore l'uni verso gli altri da decenni se non secoli, fin dai tempi di Musta'sim

    << Il primo posto in cui saremo sicuri di trovare qualche indizio sui tuoi genitori è proprio la città da cui sei scappato.
    Dobbiamo tornare a Remano per rubare qualche informazione utile da tuo pad- cioè volevo dire...Arverago. >>

    Aveva parlato in generale con il 'noi', il perché? Si era automaticamente proposto di aiutarlo, anche se avesse ricevuto un rifiuto, avrebbe fatto comunque di testa sua, dopo avergli raccontato ciò che gli era successo, non poteva ignorarlo.
     
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  10. Haiden Marcus
     
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    Il coraggio che qualche secondo prima l’aveva portato a rivelare i suoi più profondi segreti al rosso scomparve a poco a poco, una parte del giovane mago voleva tornare a fingere, farsi una grossa risata prendendo in giro l’altro perché aveva creduto anche solo per un momento che lui, Haiden Marcus, si potesse confidare con un ragazzo di così umili condizioni sociali. Tuttavia l’altra parte, stanca di portare il grave peso della sofferenza, sapeva che non vi era un senso nel continuare con il suo solito atteggiamento di superiorità, quello di cu aveva davvero bisogno gli stava venendo offerto per la prima volta in 18 anni, aveva bisogno di quel Noi, che il fanalis pronunciò con tanta leggerezza e naturalezza, aveva bisogno di un amico su cui contare.

    Prima di rispondere a quell’invito, lanciò uno sguardo a ciò che aveva intorno.
    Anche se molti edifici erano stati ricostruiti la maggior parte erano ancora in macerie, effigi della distruzione portata dalla guerra.
    Tutti i maghi erano tenuti ad aiutare nella ricostruzione, questo aveva portato ad una sospensione delle lezioni ed esami e così ad uno sconvolgimento dei suoi piani. Dopotutto il biondo aveva sperato di ottenere le conoscenze necessarie in meno tempo possibile; ma le condizioni erano cambiate e l’offerta di Yuu rappresentava una valida soluzione a quella situazione di stallo.

    << E tu saresti disposto ad aiutarmi nella mia ricerca?>>

    Nonostante il nome di colui che per anni aveva chiamato padre lo fece trasalire, rimase calmo, chinò la testa di lato socchiudendo gli occhi celesti e mordendosi il labbro inferiore, doveva prendere una decisione che avrebbe sicuramente influenzato il suo avvenire, perciò voleva essere sicuro di considerare ogni opzione, ogni singolo pro e contro. Non si sarebbe mai permesso , ed in seguito perdonato, un errore.
    Fatta quella scelta non avrebbe mai più potuto tornare indietro.

    << E va bene. Sono disposto a tornare a Remano in tua compagnia, ma ad una condizione… - fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo più alto. – Una volta per tutte mi dovrai dire perché sei qui a Magnostadt.>>
     
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    << Certo perché no? >>

    Ovviamente, non sapeva nemmeno lui perché stava aiutando quel ragazzo, più giovane di un anno, da cui fino a quel giorno non aveva mai sentito qualcosa di carino, ma solo disprezzo e commenti poco piacevoli. Non poteva ignorare una richiesta di aiuto, nonostante non era nemmeno stata espressa verbalmente, ma lo poteva vedere nei suoi occhi celesti, aveva bisogno di qualcuno si cui contare, e chissà, forse potevano diventare anche amici.

    << Mhh perché sono qui a Magnostadt? Oh beh, nulla di interessante, semplice curiosità di vedere come è fatta la famosa citta dei maghi dopo che è stata rasa al suolo, e da quel che vedo i danni sono davvero tanti. >>

    Disse con non curanza, mentre i suoi occhi verdi, che con la luce solare che filtrava dagli spifferi dei muri distrutti, iniziavano ad assumere una tonalità acqua marina, vagavano per l'ennesima volta nell'ambiente distrutto attorno a loro.
    È vero, era a Magnostadt per semplice curiosità, ma ovviamente era in viaggio perché era alla ricerca di sua madre, non sapeva se era ancora viva o morta, ma sapeva che a Magnoatadt non poteva trovarsi, o meglio la percentuale di probabilità di trovarla lì era bassa, ma questo non lo disse.

    << In ogni caso, sapere il motivo per cui sono qui non è importante, pensiamo piuttosto ad un modo per uscire da qui. >>

    Entrare non era stato facile, ed uscire sarà ancor più difficile, se si trovava lì era solo per pura fortuna, quel carro dove si era nascosto era come un paladino della giustizia, giunto per salvarlo, beh non esageriamo adesso, ma era stato davvero fortunato, l'idea di scalare un alto muro come una lucertola non lo aggraziava affatto.

    << Tu per caso sai come fare? Mhh, dato che sei un mago potresti distrarre il tizio che si trova all'ingresso, così io esco e-....no è abbastanza stupida come idea...vediamo...ci sono altri posti che conducono fuori da quelle mura? >>
     
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  12. Haiden Marcus
     
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    Scelse di non indagare ulteriormente sul motivo per cui il Fanalis era arrivato fino a Magnostadt, era ovvio per il biondo che l’altro non gli avesse detto tutta la verità; tuttavia anche lui aveva fatto lo stesso e per questo voleva rispettare la sua decisione. Avrebbe indagato e spinto Yuu a parlare durante il viaggio, quello non era il momento opportuno.

    Seguì lo sguardo del rosso in attesa di ascoltare quello che aveva da dire, così i suoi occhi celesti scorsero nuovamente sulle rovine di quella città un tempo florida e opulenta, la guerra non l’aveva risparmiata nonostante le innumerevoli barriere magiche alzate per proteggerla.
    Le sue fantasticherie sulla guerra e la distruzione che ne consegue furono però interrotte dalle parole dell’amico, che ebbero l’effetto di una secchiata d’acqua, riportandolo alla realtà.
    Dovevano organizzare la fuga. Se per lui che era un mago era difficile scappare, per l’altro era pressoché impossibile, visto che non doveva neanche trovarsi all’interno della città dei maghi.
    Inoltre non poteva sicuramente farlo nascondere fra i goi che abitavano a Magnostadt e che aiutavano nella ricostruzione, i suoi capelli rosso fuoco si sarebbero notati subito, uno della sua razza, un fanalis, non passa certamente inosservato. Nel giro di pochi minuti i maghi si sarebbero chiesti cosa ci facesse nella loro città e come vi era entrato, un episodio del genere avrebbe messo la parola fine al loro tentativo di fuga prima ancora che fosse iniziato. Quella prima opzione era dunque da scartare, così come quella proposta da Yuu.

    Haiden si chiuse in un silenzio profondo, iniziò a mordersi l’unghia dell’indice destro mentre il suo cervello cercava di elaborare una strategia, doveva trovare una soluzione.
    Dopo alcuni minuti di meditazione totale il suo viso si illuminò, forse aveva trovato un modo. Doveva solo accertarsi che le vaghe e confuse informazioni che aveva sentito fossero vere.
    Tornò dunque a rivolgersi all’altro.

    << Un modo ci sarebbe, ma sarà rischioso… Ho sentito che a breve hanno intenzione di spostare tutti i goi da Magnostadt per portarli nel regno di Musta’sim. Potremmo approfittarci della cosa per mischiarci fra loro e fuggire. Purtroppo non so molto, ma chiederò in giro. Tu nel frattempo potrai nasconderti nella mia stanza. >>

    Fece una pausa per far assimilare le informazioni al ragazzo che gli stava davanti.

    << Però non dovrai farti scoprire o saremo entrambi nei guai.>>
     
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