Allevamento dei Serpenti da Compagnia

Come allevare un Serpente

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  1. Grande Flusso
     
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    COME ALLEVARE UN SERPENTE



    Ad Heliohapt esiste la millenaria tradizione riguardante l'allevamento in casa di serpenti di ogni taglia e razza; essi simboleggiano la nobiltà e l'usanza di portarne uno avvolto attorno al collo è tipica dei membri appartenenti alle classi sociali più elevati nella terra dove splende sempre il sole.
    Non tutti però conoscono le difficoltà che chiunque potrebbe incontrare quando decide di prendere con sé un serpente e questa pratica guida aiuterà tutti gli aspiranti allevatori di rettili striscianti.

    Il pitone reale

    Il pitone reale è un grosso serpente, spesso di lunghezza notevole (raggiunge anche i 10 metri), presenta denti molto sviluppati a forma di uncino con i quali assale mammiferi di media taglia.
    Nonostante la pericolosità, negli ultimi anni, molti giovani si sono appassionati all'allevamento dei rettili: che si tratti di piccoli serpenti trovati in campagna o di pitoni esotici, questi animali non sono giocattoli e richiedono delle cure particolari per le quali bisogna essere pronti ad affrontare non poche difficoltà. Occorre anzitutto dire che i serpenti sono animali che non andrebbero tenuti in casa: hanno bisogno di ampi spazi e di zolle di terra in cui potersi nascondere quando si sentono minacciati o hanno voglia di cacciare.
    Per chi ama queste creature, tanto da non poter fare a meno di accoglierle in casa propria, ecco una guida semplice da seguire, su come allevare un pitone nella maniera per lui più confortevole.

    Oggetti da avere a propria disposizione

    - Ramo
    - Ciotola d'acqua
    - Resti vegetali (fogliame, paglia)

    I serpenti necessitano di un ambiente molto simile al loro habitat naturale ed è per questo che dovrà essere allestita una piccola ricostruzione della loro “casa” originaria, disponendo rami di varia grandezza assieme ad un letto di foglie e paglia in una zona soleggiata dell'abitazione per mantenere la loro temperatura corporea (essendo animali a sangue freddo) e predisponendo una ciotola d'acqua fresca, affinché i rettili abbiano di cui bere in ogni momento.
    È importante ricordare di cambiare l'acqua ogni giorno e di modificare di quando in quando la struttura del loro struttura abitativa, in modo da metterli costantemente a loro agio ed impedire loro di fuggire, alla ricerca di una situazione migliore e più confortevole.

    L'alimentazione


    - Roditori
    - Piccoli mammiferi
    - Volatili

    Il Pitone Reale è solito nutrirsi principalmente di roditori, piccoli mammiferi e certe volte anche volatili, dopo averli uccisi per obbligo (essendo normalmente un animale piuttosto tranquillo). Si deve porre particolare attenzione nella scelta della preda, le sue dimensioni non devono superare la larghezza del diametro del serpente poiché non essendo abituato a masticare, il Pitone Reale potrebbe avere dei seri problemi di digestione se il suo boccone risulta troppo grosso.
    Bisogna poi sapersi regolare in base alla taglia e all'età del serpente, man mano che il rettile cresce, anche le dimensioni del suo pasto dovranno essere aumentate. Per esempio, si passerà da un topo a un coniglio.
    Quando il serpente sarà sazio lo fa capire chiaramente ritirandosi nella sua tana senza uscirne per un giorno intero.
    Non ci si deve allarmare se il Pitone Reale interrompe improvvisamente di mangiare. Questo serpente infatti può smettere di mangiare sia nel periodo immediatamente precedente a quello della muta, sia in qualsiasi altro periodo particolare, come l'adattamento ad un nuovo stile di vita, ad una nuova stagione o anche ad un nuovo tipo di alimentazione. Capita certe volte che individui di questa specie in cattività smettano di nutrirsi durante l'inverno senza un apparente motivo, ma ciò è normale e non reca assolutamente alcun danno alla loro salute.

    Come sfamare un Serpente

    Se il padrone lo possiede da quando era molto piccolo, esso potrà usufruire del vantaggio di educarlo e creare il suo regime alimentare nel migliore dei modi. Quindi andrà abituato a mangiare carne già morta e a non cacciare prede viventi. Si trarrà un vantaggio economico notevole quando il serpente crescerà e necessiterà di cibo più consistente. Infatti, se un serpente cucciolo mangia animali delle dimensioni di un topolino (o un quantitativo di carne macellata equivalente), crescendo avrà bisogno di un coniglio, una gallina, animali sempre più grandi e dai costi sproporzionati.

    Rispettare i suoi tempi è un obbligo. Un serpente mangia soltanto una volta al mese, poi segue un periodo di riposo di 15 giorni che gli permettono di smaltire quanto ingerito. Non va sforzato a nutrirsi quando non ne avverte il bisogno poiché potrebbe suscitare reazioni aggressive. Allo stesso modo, non bisogna tardare eccessivamente ma preparare il suo cibo allo scadere dei 30 giorni, altrimenti un attacco di fame improvviso potrebbe causare un pericolo alla vostra persona.

    Curiosità sui Serpenti da Compagnia

    I serpenti sono animali molto particolari.
    Sono tendenzialmente solitari e non amano molto il contatto fisico con l'uomo. Alcuni serpenti da allevamento si abituano al contatto, vista la loro crescita in cattività. È molto importante informarsi sulle esigenze di questi rettili, sia alimentari sia di spazio e ambiente. I serpenti mal tollerano il freddo e adorano crogiolarsi al sole, come le loro "cugine" lucertole. Ci si dovrà informare su tutte le cure di cui potrebbe avere bisogno. I serpenti non sono come gli altri animali da compagnia e hanno bisogni fisiologici diversi. Per indole innata i serpenti potrebbero stabilire un contatto con il padrone solo dopo molti anni e cure adeguate.

    Come scegliere il serpente da compagnia adatto

    Per scegliere il giusto serpente da compagnia si deve valutare la capacità e possibilità del potenziale padrone. È fondamentale capire quanto tempo e attenzioni si è in grado di dare.
    Se ci si trova alla prima esperienza con i serpenti sarebbe meglio non esagerare con le dimensioni. Si consiglia di iniziare con uno, e non troppo grande.
    Per quanto i serpenti siano solitari, non vanno lasciati mai troppo tempo da soli. Hanno comunque bisogno di cure mediche e periodiche visite di un esperto.
    Inoltre è essenziale un buon nutrimento nel momento giusto della giornata. I serpenti prediligono piccoli roditori, locuste e anche chiocciole e lumache.

    La Muta

    Diverse volte all’anno i serpenti “cambiano pelle”, questo fenomeno vien chiamato ecdisi o più comunemente muta.
    Contrariamente ai mammiferi che si “desquamano” continuamente e in modo meno appariscente, i serpenti si sbarazzano delle cellule superficiali dell’epidermide in un colpo solo. Il numero di volte all’anno in cui questo fenomeno avviene, dipende dalla specie, dall’età e dallo stato di salute del serpente. Individui giovani ed in crescita mutano più regolarmente che non un individuo adulto.
    Il fenomeno della muta è pure influenzato da fattori ormonali, come ad esempio il periodo degli accoppiamenti o della deposizione delle uova.
    La muta vien preceduta da un paio di settimane di “preparazione”, in cui lo strato di epidermide superficiale si separa da quella profonda. Per favorire questa separazione, tra i due strati di epidermide viene a crearsi un sottilissimo strato di liquido opaco, che si può facilmente notare nell’aspetto lattiginoso degli occhi e in una certa opacità generale del serpente.
    Dopo qualche giorno questo liquido viene riassorbito per lasciare spazio a dell’aria. Nei giorni che precedono la muta, il serpente, ha bisogno di mantenere una temperatura corporea relativamente alta e gli occorre una certa umidità per favorire la cheratinizzazione del nuovo strato di pelle. In questo periodo, i serpenti diventano irascibili e non si alimentano, sicuramente per motivi pratici, visto che hanno la vista annebbiata dal liquido lattiginoso.
    Una volta finito questo ciclo di rigenerazione cutanea, il serpente inizia a staccare l’esuvia (la vecchia pelle) a partire dalla bocca, strofinandosi a rami, pietre e altre superfici solide, finché ha liberato la testa, poi strisciando e con movimenti e pressioni del corpo, incaglia l’esuvia a oggetti circostanti per poi sfilarsi dal vecchio rivestimento corneo.
    Alla fine dell’operazione da una parte si avrà un serpente bello, lucido e brillante, e dall’altra un calco vuoto su cui si possono vedere tracce dell’ornamentazione del serpente e osservare l’impronta delle squame, incluse quelle che rivestono l’occhio.
    Si stima che l’esuvia è lunga circa il 7% in più della lunghezza del serpente che la lasciata alle spalle.
    L’esuvia è un buon cicatrizzante naturale e veniva usata da popoli primitivi da applicare sulle ferite.
    Il serpente “cambia pure la pelle” della parte biforcuta della lingua e degli organi genitali.

    Deposizione delle uova e cova

    Il 70% dei serpenti sono ovipari (come il Pitone Reale), cioè depongono delle uova, spesso sotto a del materiale vegetale in decomposizione o comunque in posti con delle precise caratteristiche che mantengono un’umidità elevata e un certo calore, necessari all’incubazione delle uova. La maggior parte dei serpenti ovipari non si occupa delle proprie uova, abbandonandole al loro destino.
    Altri serpenti sono invece ovovivipari, cioè le femmine mantengono le uova nel loro corpo, dove è garantita una giusta umidità e una temperatura appropriata e costantemente aggiustata dalla femmina, mediante i suoi spostamenti per termoregolarsi.

    Il vantaggio di questo sistema è che le uova sono meno esposte ai predatori, ma fondamentalmente porta pregiudizio alla madre, che si ritrova più vulnerabile e meno agile per via della massa che porta in lei. Quando gli embrioni raggiungono una certa stazza, la femmina non si nutre più, per motivi puramente pratici, non avendo più spazio per ingerire delle prede, e questo può portare ad un calo di energie e scompensi minerali.

    Quando i serpentelli sono sviluppati e pronti a nascere, la madre li espelle dal proprio corpo, ancora avvolti da una sottile membrana trasparente, che loro bucheranno velocemente per poter respirare e trovare un nascondiglio dove rifugiarsi.

    La gestazione

    La femmina può conservare in vita a lungo lo sperma nel suo ventre per poi fecondarsi quando ritiene il momento più propizio. Sembra addirittura che si siano osservate nascita da femmina che erano state separate da più di un anno dal maschio. Il periodo di gestazione è molto vario e dipende soprattutto dalla temperatura ambientale.

    La nascita

    I serpenti si dividono in due gruppi:
    OVIPARI: depongono uova con il guscio molle in luoghi caldi e molto umidi. Di questo gruppo fanno parte per esempio i colubridi e i pitoni.
    OVOVIVIPARI: la femmina porta le “ uova” dentro di sé, nell’ovidotto fino al completo sviluppo della prole. I piccoli vengono alla luce avvolti uno per uno in una sacca trasparente e gelatinosa. In questo gruppo troviamo i boa, i viperini ed i crotalidi.

    L’incubazione e la nascita

    La durata dell’incubazione dipende dalla temperatura ambientale oltre che dalla specie. Una volta deposte nel luogo ideale, le uova vengono in genere abbandonate. Ma vi sono delle eccezioni:

    Alcune specie di pitoni sono in grado di “covare” le proprie uova. Durante tutta la cova il pitone non lascia mai le uova incustodite
    La femmina del cobra difende la propria covata da chiunque voglia avvicinarsi
    Il cobra reale è l’unico serpente che costruisce un nido raccogliendo scarti vegetali con le sue spire

    I piccoli nascono completamente formati e del tutto indipendenti. Dopo la prima muta, che avviene di norma nei primi tre giorni dalla nascita, i neonati si cimentano con il primo pasto. Appena venuti alla luce, i serpenti velenosi sono in grado di iniettare il loro veleno.
     
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