Schiavitù in Magi

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  1. Grande Flusso
     
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    GLI SCHIAVI NEI VARI REGNI




    Qishan: Vengono trattati come proprietà, a volte sono soggetti a crudeltà da parte dei loro padroni. È considerato un crimine liberare uno schiavo perché ciò equivale al furto di un'altra proprietà.

    Kou: La schiavitù è legale nell’Impero e nei territori sotto il suo governo. È una parte fondamentale della politica del paese; è considerato molto “umano” dal momento che gli schiavi vengono liberati dopo 5 anni di servizio e i maltrattamenti sono vietati dalla legge.

    Heliohapt: Schiavi stranieri provenienti dai paesi sconfitti vengono offerti come ricompensa ai soldati più valorosi, oppure donati ai templi o messi a servizio nelle dimore dei ricchi. A questi prigionieri di guerra si aggiungono anche schiavi del luogo. Questi possono essere asserviti per periodi limitati, per esempio se devono ripagare un debito, o anche per tutta la vita, come accade ad alcune ragazze che vendono se stesse per fuggire dalla povertà.

    Molte delle donne fatte prigioniere dagli abitanti di Heliohapt prestano servizio nei magazzini dei templi, ma la maggior parte di esse lavora come serva nelle case. La testa di queste ragazze viene rasata, e rimane solo un ciuffo a “coda di porcellino”. Le prigioniere di guerra più belle sono destinate agli harem e ai palazzi signorili, mentre le meno seducenti entrano spesso a far parte del personale dei templi, come cantanti o danzatrici. I bambini non vengono mai separati dalle madri. In generale, sembra che queste donne possiedano alcuni beni e godano anche di una certa libertà.

    Magnostadt:
    4 ° livello di Cittadinanza: Tutti i cittadini Goi di Magnostadt. Attualmente ci sono 80.000 persone in questo livello.
    5 ° livello di Cittadinanza: I cittadini Goi di Magnostadt che non sono in grado di pagare il debito d'imposta. Attualmente ci sono 200.000 persone in questo livello; essi vengono privati dell'energia vitale giorno dopo giorno.

    Balbadd: La schiavitù è legale. È una parte fondamentale della politica del paese; è considerato molto “umano” dal momento che gli schiavi vengono liberati dopo 5 anni di servizio e i maltrattamenti sono vietati dalla legge.

    Imuchakk: La schiavitù non è considerata legale.

    Musta'sim: La schiavitù non è considerata legale.

    Artemyra: La schiavitù non è considerata legale.

    Sasan: La schiavitù non è considerata legale.

    Sindria: La schiavitù non è considerata legale.

    Kina: La schiavitù non è considerata legale.

    Aktia: La schiavitù non è considerata legale.

    Parthevia: Come è logico aspettarsi, le leggi spesso e volentieri vengono violate e neppure il rigido popolo partheviano è esente da questa pratica. Lampante esempio è quello della classe dei bandaka, ovvero le persone che per motivi di mancanza di fondi per poter sostenere le loro famiglie, donano il loro stesso corpo e la propria forza lavoro a individui ben più abbienti di loro. Le condizioni di vita di queste persone, che spesso divengono bandaka per loro scelta, non sono neppure paragonabili a quelle degli altri schiavi delle altre società (come ad esempio quelli di Heliohapt), infatti il proprietario del bandaka non ha alcun diritto di maltrattarlo, di venderlo, o tanto meno di considerarlo di “sua proprietà”.

    Ciò che è certo, invece, è il fatto che il commercio degli schiavi (pressoché inesistente) non sia una lucrosa attività commerciale.

    Reim: Dopo essere stati venduti al mercato, gli schiavi diventano oggetti a disposizione assoluta del loro padrone, che spesso li marchia a fuoco come riconoscimento della sua proprietà. Non hanno dignità giuridica, non possono possedere né beni di proprietà e neanche una propria famiglia, dal momento che il loro matrimonio, anche se raggiunto con il consenso del padrone, si considera come un semplice concubinato ed i figli nati da esso sono di proprietà del padrone.

    Un'autentica condanna a morte, è la cessione ad una scuola di gladiatori, che in molti casi porta rapidamente alla morte e solo qualche volta alla gloria come gladiatore plurivittorioso, che spesso riottiene la libertà. Gli schiavi non combattono in guerra, perché reputati inaffidabili.

    Gli schiavi affrancati dai loro padroni vengono invece chiamati liberti.
     
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