Un pacifico e curioso incontro

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Huo Fuchou
     
    .

    User deleted


    Lo sguardo vagava verso occidente, da dove lui e suo zio erano giunti anni passati in seguito alla loro fuga dalla capitale.
    Le truppe di Kou ancora probabilmente li stavano cercando, lo cercavano, suo padre desiderava così tanto che il figlio perduto ritornasse a casa, così che potesse riabbracciarlo e stringerlo a sé.
    O almeno così scrivevano nei manifesti che ripetutamente il corvino strappava dal centro della città qualora uscisse a fare due passi.
    La verità ad egli ben nota era altra, lo voleva semplicemente umiliare ancora di più, renderlo ancora più inutile di quanto non fosse in quel momento in quella catapecchia che lo zio tanto amava.
    Lentamente i suoi pensieri ripercorrevano il lungo cammino che avevano compiuto, oltre alla fatica dello zio causata dalla veneranda età, al rischio di essere trovati e catturati dalle truppe di suo padre, se non uccisi nel peggiore dei casi.
    Si morse con forza il labbro inferiore, prendendo a torturarsi le mani con le unghie, intento a non emettere il minimo suono dalle proprie labbra, così da non interrompere la conversazione che stava avvenendo in quel momento tra il proprio parente e la giovane donna, che rivelò lascivamente d'appartenere al regno di Artemyra.
    Sua madre gli aveva narrato di quel popolo, un luogo in cui le donne erano riconosciute come superiori agli uomini, e per qualche oscura ragione erano ognuna di queste al governo.
    Incredibile, ma da un lato non avrebbe di certo voluto addentrarsi in una visita turistica in quel luogo, non ne aveva la minima intenzione.
    Ignorò tali dettagli e ritornò a concentrarsi sull'immagine sogghignante del padre e della sorella, quando la punizione che gli inflissero fu resa indelebile sul suo volto.
    Un pugno iracondo si abbatté contro lo stipite della finestra, intento a reprimere una rabbia cieca, un desiderio di vendetta che mai aveva sfiorato il suo cuore.
    Per quale motivo se ne stava buono in quel paesino, senza alcuna particolare utilità o ambizione?
    Per il semplice fatto che aveva il terrore della sua famiglia, e al contempo, non disponeva dei mezzi necessari per sconfiggerli definitivamente.

    Ihro sobbalzò leggermente alla reazione di Huo, guardando il nipote con un sorrisetto apprensivo e delicato, visibilmente preoccupato per il giovane dai capelli color della morte.
    "Non si preoccupi, è meglio non disturbarlo...".
    -Oh Artemyra, direi che il colore degli occhi e dei capelli sia alquanto etichettabile in quanto alla vostra origine, come d'altronde Huo o chiunque qui dentro... anche io un tempo, sebbene adesso sia leggermente invecchiato- affermò il vecchio con un sorrisetto divertito e sarcastico, non staccando la coda dell'occhio dal nipote con un sospiro -Per quanto mi ostini a tenerlo qui, ancora non riesce a superare quel trauma. Nonostante tutti gli anni passati-.
    Stroncò all'istante il racconto, sarebbe stato Huo a raccontare alla giovane ospite quanto accaduto quel giorno in cui il ragazzino fu costretto ad essere considerato addirittura peggio di uno schiavo, un traditore della patria, un figlio ingrato dal padre, e solo per aver cercato di difendere l'unica figura che egli considerava un padre.
    La ragazza si presentò, un tono calmo e garbato, alquanto lodevole per una donna d'Artemyra, abituato com'era a riconoscerle per la loro eleganza e la fierezza dei movimenti e delle parole.
    Ella invece era alquanto cortese ed educata, lodevole e unica nel suo genere.
    -Miss Alia- affermò prendendole la mano con eleganza e raffinatezza azzardando un galante baciamano in segno di rispetto verso la sua figura -Devo dire che è un vero onore poter fare la vostra conoscenza. Non capita spesso di ricevere persone straniere come clienti, avrete fatto un lungo viaggio per giungere fin qui e sarete altrettanto sfinita-.
    Ihro era sempre stato un maestro della retorica, dal momento che era riuscito a sottomettere sotto il dominio di Kou numerosi clan e tribù semplicemente parlando, e senza osare alzare l'acciaio verso di loro.
    Da un lato egli ripercorreva gli ideali pacifisti e di nonviolenza adottati dalla principessa imperiale in persona, Hakuei Ren.
    Da quel punto di vista erano entrambi molto simili politicamente.
    Chissà se in una data passata, quei due si furono mai incontrati su un campo di battaglia?
    "Allora, parlando precedentemente con Huo, sono venuta a conoscenza del nome di questo territorio e dell'appellativo datosi: "figli della Luna".
    Ciò che volevo apprendere era il motivo per cui possiedano questo soprannome e se possedessero qualche tradizione.".
    Un sorriso sprizzante e gaio colorò il volto incartapecorito del vecchio uomo, il quale si sistemò comodamente sulla propria sedia posando le mani sull'ormai evidente pancione, reso alquanto stanco e gonfio a causa dei lunghi anni di pensione in cui lavorava per pura passione in quel locale.
    -Non c'è granché da sapere riguardo i figli della Luna, sono una tribù molto antica di Kou, addirittura si pensa siano stato i primi abitanti di questa terra. La loro origine è legata direttamente alla terra sulla quale camminiamo tutti i giorni, sono talmente ossessionati da essa da divinizzarla completamente, come accade in molte civiltà oggigiorno. Tuttavia, in caso foste in possesso di una cartina morofologica del territorio, potreste notare la particolare somiglianza con i confini di questa terra, alla forma della mezza luna che splende nel cielo, e proprio a causa di questa somiglianza tra la terra, e l'astro, questa tribù, o clan, decise di prendere il nome di Figli della Luna- affermò il vecchio con un sospiro, osservando la ragazza con un lauto sorriso, e controllando di tanto in tanto il giovane, il quale cominciava ad assumere un'espressione sempre più crucciata e cupa.
    Avrebbe voluto alzarsi, stringerlo a sé come quando era poco più di uno scricciolo vivace e spensierato, ma sapeva benissimo che se avesse osato provarci Huo si sarebbe distaccato e avrebbe reagito freddamente.
    Da quel punto di vista, era sempre più simile al padre, sebbene a differenza di Gozai egli un cuore e un'anima li aveva, e li ascoltava.
    -Huo, per oggi hai finito, va pure a riposare di sopra-.
    « Non ho sonno, Zio» rispose freddamente, ancora immerso in quei pensieri, ancora avvolto dalle fiamme incandescenti che lentamente gli laceravano i tessuti della pelle e li carbonizzava lasciando solo che un'oscena e indimenticabile cicatrice a rovinargli il volto « Resto qui fino a quando non hai finito!» affermò ora il corvino, volgendo il proprio corpo in direzione dei due intenti a chiacchierare, tuttavia, senza dare l'impressione di prestarvi troppa attenzione.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Player

    Group
    Supporto
    Posts
    92
    Location
    Regno d'Atermyra

    Status
    Offline
    Annuì all'affermazione del saggio parente di Huo, anche se prestò poca attenzione: spalancò gli occhi alla reazione brusca e improvvisa di Huo, un desiderio di sfogare quella rabbia repressa per qualcosa che, almeno per la giovane fanciulla, era totalmente ignoto.
    Oramai quel movimento e lo stesso ragazzo avevan attratto la sua attenzione.
    Quel ragazzo si portava un fardello fin troppo grande, era deducibile dalle sue reazioni, e forse anche da troppo tempo.
    "Per quanto mi ostini a tenerlo qui, ancora non riesce a superare quel trauma. Nonostante tutti gli anni passati." parole che trasmettevano un senso di angoscia in Alia.
    Ricordava la sua infanzia nella Città dei Cieli: aveva sempre dato il meglio di sè in tutto, ha sempre cercato di risultare "superiore", senza essere egocentrica, cosa che non era mai stata.
    Un po' per soddisfazione personale, un po' per dimostrare le proprie capacità, cercare di impegnarsi al massimo per essere tra le migliori da sempre era stato un obiettivo che bramava di raggiungere.
    Ma Atermyra non era fatta per lei; non lo erano neanche le altre nazioni: non poteva rimanere costantemente ancorata in un luogo, legata ad una routine che, prima o poi, avrebbe reso la sua vita monotona e priva di significato.
    Aveva bisogno dell'adrenalina, del brivido che scorreva lungo la colonna vertebrale.
    Doveva dimostrare di esser qualcuno degno di nota, e per essere quel qualcuno doveva essere ricordata per gesta nobili e non solo.
    Credeva valesse per tutti i suoi coetanei, più o meno giovani.
    Invece, vedere il giovane di Kou rimanere appollaiato davanti ad una finestra, dannandosi per la posizione in cui si ritrovava, incapace di fare qualunque cosa per migliorare...
    E se semplicemente fosse lui il problema?
    Non aveva lo stimolo sufficiente per cambiare il proprio destino?
    Non era abbastanza volenteroso?
    Chissà.
    Alia portò pollice e indice in prossimità del mento, carezzandolo pensierosa, mentre sulle iridi ametista era riflessa la figura tenebrosa e burbera del giovane.
    Sentiva una sensazione che avrebbe potuto definire con una sola parola: pena.
    Provava pena per lui.
    Non poteva sopportare l'aria d'inettitudine che avvolgeva Huo, non aveva senso che lui fosse lì senza alcuna ambizione.
    "Miss Alia..."
    La cordialità - di cui il nipote peccava - permise alla biondina di tornare con i piedi per terra; scosse velocemente il capo per riprendersi, sfornando poi un sorriso equivalente alla stessa gentilezza appena mostrata dall'anziano proprietario della locanda.

    《L'onore è anche mio, è sempre un piacere rapportarsi con gente di etnia diversa... si possono apprendere tante cose.》

    Le dita giocherellavano con una ciocca di capelli dorata, la quale creava una spirale perfetta.
    Si spostò dall'Altopiano Tenzan fino a Kou ma, rispetto agli altri "pellegrinaggi", quello era stato il più faticoso... e tutto era testimoniabile dalla sciabola che, con cura, nascondeva tra il mantello blu notte e il proprio corpo d'amazzone, non eccessivamente formoso ma ben allenato.

    《Ho dovuto affrontare fatiche peggiori, non c'è bisogno di preoccuparsi, sono ancora in forma.》

    Come una classica donna Atermyrana, Alia mostrò quello spirito fiero e orgoglioso che - quasi - mai l'avrebbe portata a mostrarsi debole.
    Era abbastanza intelligente da sapere quando qualcuno aveva bisogno di una mano e quando no, lo stesso valeva per lei, ma quel lato caratteriale così peculiare era difficile da eliminare.
    Quando nuovamente la voce profonda dell'interlocutore di fronte a lei iniziò a rieccheggiare per il locale, ormai popolato solamente dai tre, le orecchie si raddrizzarono per udire chiaramente ogni singola parola emessa dalle sue corde vocali.
    Si sorprese della grande ars eloquentia che caratterizzava Ihro, una parlata così fluida ed elegante non era tipica di tutti, ovviamente.
    La mina scorreva lungo il foglio bianco, segnando ogni tipo di informazione fondamentale per la propria enciclopedia.
    Solo quando finì di parlare, Alia potè mostrare un sorriso soddisfatto, quanto amava apprendere cose nuove.
    Peccato che quella gioia durò poco, quando lo sguardo incrociò nuovamente il corpo di Huo.
    E più fissava entrambi, più in sè nasceva e cresceva il desiderio di conoscere cosa mai turbasse tanto il giovane.
    Ma ogni cosa al suo tempo, prima il dovere, poi il piacere.

    《La ringrazio ancora per la disponibilità concessa da entrambi.
    Tuttavia avrei un'altra curiosità da soddisfare: ho appreso riguardo le tribù della zona, delle due festività famose a Kou... magari lei sarà in grado di illuminarmi riguardo l'arte militare che caratterizza la nazione, come si rapporta con gli altri...
    Credo che lei sia in grado di aprirmi gli occhi a riguardo.》

    Lo avrebbe spremuto di tutte le nozioni fosse in possesso, quando iniziava una cosa la terminava come si deve, a prescindere dai metodi utilizzati.
    La presenza di Huo era quasi inesistente, era come un fantasma, che da lontano osservava per chissà cosa.
    Voleva ascoltare le domande?
    O aveva paura di qualcosa?
    Era un continuo mistero, e si dannava per la propria voglia di conoscere, influenzava tutto.

    *... magari potrei fare qualcosa.*

    Sapeva benissimo che era meglio non immischiarsi nei problemi altrui, e mai lo avrebbe fatto, ma avrebbe tentato di spronarlo a far qualcosa.
    Non ora, aveva prima da fare... ma non sarebbe sfuggito alla propria attenzione.
     
    Top
    .
  3. Huo Fuchou
     
    .

    User deleted


    "La ringrazio ancora per la disponibilità concessa da entrambi.
    Tuttavia avrei un'altra curiosità da soddisfare: ho appreso riguardo le tribù della zona, delle due festività famose a Kou... magari lei sarà in grado di illuminarmi riguardo l'arte militare che caratterizza la nazione, come si rapporta con gli altri...
    Credo che lei sia in grado di aprirmi gli occhi a riguardo.".
    Huo scattò in piedi a quella richiesta alquanto inappropriata, e pure lo zio rimase non poco allibito, più dalla reazione del giovane che da quella della giovane.
    In un attimo, lo avrebbe saputo, gli sguardi dei presenti sarebbero stati puntati brutalmente contro di lui.
    Parlare delle potenze militari?
    Era folle, li avrebbe fatti scoprire!
    « Zio!» tuonò il giovane afferrandolo per un braccio e trascinandolo ad una distanza di sicurezza tale in cui la giovane non potesse udire il loro scambio di dizioni « Non puoi dirle anche questo. Ci farai scoprire. Mi hai portato qui perché sapevi che non avrei rischiato di essere trovato da mio padre, ma lei è una vagabonda, può sfuggirle il nostro nome da un minuto all'altro».
    - Ahaha benedetto e innocente ragazzo- tuonò il vecchio mandando letteralmente in fumo ogni suo tentativo di discrezione - Sei così giovane e inetto da non conoscere la fierezza delle donne di Artemyra. Sono sicuro che Alia sia abbastanza intelligente da capire che /qualsiasi cosa che verrà scambiata all'interno di questa stanza dovrà restare qui dentro, e al massimo su quel quaderno/. Giusto cara?-.
    Furbo Ihro, senza troppa paura o insicurezza si era spinto a minacciare e obbligare la donna al segreto totale, non era da molti rischiare, e suo zio, era colui che il senso del rischio nemmeno lo aveva.
    Tra i due, il più razionale dal punto di vista delle convenienze, era proprio il giovane stesso.
    « Fa come ti pare!» sbottò stizzito rinchiudendosi nuovamente in quel guscio di estremo silenzio.
    Ihro rimase per qualche istante a fissare Huo, come se fosse ritornato per breve tempo il bambino di quel giorno.

    -Huo! Tuo nonno ci ha lasciati. Ha lasciato un testamento con su scritto chi lo succederà nell'esercito-.
    « Zio di cosa ti preoccupi? Tu sei molto più umano e bravo di mio padre, è naturale che il nonno sceglierà te, no? E poi lo ha detto da sempre».
    -A dire il vero abbiamo già letto il testamento-.
    « E perché non stai festeggiando il tuo successo?».
    -Perché tuo nonno, ovvero mio padre, ha scelto Gozai come suo successore-.
    Basito e contrariato Huo volse il capo in direzione del padre, il quale con un sogghigno beffardo e vittorioso si gustava il suo gradevole pranzo a lume di candela con la famiglia.
    Non riusciva a credere che per tutto quel tempo il nonno avesse illuso suo zio, no non poteva essere vero, ne era certissimo.
    Si alzò in piedi, sotto lo sguardo sconcertato del padre, e della madre che subito si allarmò e si preparò a correre verso il figlio in qualsiasi istante.
    « Non è possibile che tu sia il nuovo generale delle truppe del nonno!».
    -Cosa non accetti, Huo?-.
    « Lo zio lo merita molto più di te!».
    -HUO!-.
    -Stai screditando tuo padre per caso ragazzino?-.
    « Sto solamente dando i meriti a chi li dovrebbe realmente avere! E questo non sei tu papà!».
    -Huo, queste parole sono interpretate come tradimento in questa casa. Ed essendo io il capo delle truppe, e quindi alle dirette dipendenze dei sovrani, stai insultando e tradendo la tua stessa nazione-.
    « Chi se ne frega! Non mi importa per niente, è la verità, tu non sei adatto a questo ruolo! Sei troppo sadico, e ti fai prendere troppo dagli istinti omicidi!».
    -HUO CHIUDI LA BOCCA!- la madre disperata tratteneva a stento le lacrime, osservando la reazione del marito che s'era improvvisamente alzato con aria iraconda.
    Huo rabbrividì, ma non indietreggiò, non osò nemmeno però combattere il padre, era pur sempre suo padre, e non ce l'avrebbe mai fatta a tradirlo così di punto in bianco.
    L'uomo prese la spada che teneva nel fodero, e la abbatté contro il figlio.
    Huo sentì il suo cuore fermarsi un istante, e poi riprendere subito dopo, quando un fiotto di sangue gli si riversò sul volto dal corpo esangue della madre.
    -Huo... ti amo davvero piccolo mio-.
    Il bambino urlò, e l'ira del padre non si placò; il suo potere era già tale da aver avuto la prontezza dei riflessi di bloccare ogni via di fuga al ragazzino.
    -Riceverai una punizione più esemplare- sentenziò l'uomo -Ti ricorderai la lezione a vita-.
    Prese dal muro una fiaccola che illuminava ruralmente l'elegante castello e la sala da pranzo e dopo aver premuto con forza il piccolo a terra, premette vigorosamente la fiamma ardente contro il viso del ragazzo.
    La carne sfrigolò, le urla dilaniarono l'edificio, e ad interrompere tutto ciò, fu l'intervento imminente di Ihro, che senza alcuna esitazione, ferì il fratello alla spalla e trasse in salvo il nipote.
    « Z-Zio... perdonami».



    Quel ricordo ancora vibrava vivido nella mente dei due, entrambi partecipi, entrampi presenti a tale avvenimento da aver cambiato completamente il loro modo di pensare, di vedere il mondo, e di agire di conseguenza.
    Improvvisamente il volto di Ihro, fino ad ora gaio e spensierato, si fece serio e crucciato, come se stesse per raccontare alla giovane bellezza artemiryana la realtà più oscura e celata di Kou.
    Il suo governo militare era quanto di più speranzoso e meschino esistesse: la milizia stessa della loro terra aveva la particolare peculiarità di presentare una doppia faccia della stessa medaglia.
    Come il concetto di yin e yang che tanto è decantato nel mondo, anche la loro tradizione militare sembra basarsi su un concetto di "bene" e "male".
    Il problema è che a rendersene conto sono gli umili e i buoni di cuore come le persone di quel villaggio, o chi come Huo, aveva sperimentato gli orrori della guerra e della sua durezza direttamente sulla propria pelle.
    -Miss Alia, ora le dirò qualcosa che potrebbe sconcertarla parecchio. La prego solo di mantenere il segreto professionale e di non divulgarlo ovunque, ho molte conoscenze in tutte le nazioni del mondo, verrei a saperlo molto presto se lei dovesse tradire la mia fiducia- sentenziò il vecchio con fare serio e fin troppo cupo -La cultura militare di Kou ha una doppia faccia ben evidente, comunque basata sull'espansione territoriale: la prima, quella incarnata prevalentemente dalla famiglia Ren, in particolare dalla venerabile principessa Hakuei, è quella di una conquista nonviolenta, diplomatica, i capi di entrambi le nazioni, o regioni, si incontrano in maniera del tutto pacifica senza armi o malevole intenzioni e discutono apertamente scambiandosi pregi e benefici che potranno essere di utilità ad entrambe le parti. In poche parole, è un modo elegante e non sanguinolento di muovere guerra ad altri popoli- spiegò il vecchio risoluto, e in tali parole nutriva una profonda ammirazione -E poi, c'è la seconda faccia della medaglia...-
    « Quella brutale e spietata!» intervenne Huo con impeto, bloccando da subito la spiegazione dello zio e prendendo personalmente parte alla discussione « Viene mossa in parte dai figli maschi dei Ren, chi più chi meno, e in modo particolarmente violento e aggressivo dal nuovo generale che è salito al comando delle truppe molti anni fa. Questa politica acclama la violenza in ogni sua forma. "O ti arrendi o sei morto", "o fai come voglio io, o subisci i frutti della tua punizione in eterno", i principi di questa forma gratuita di violenza è ciò che muove un popolo mite e umile come questo a non approvare direttamente il sistema espansionistico di Kou, e c'è una sottile differenza di pensiero da chi viene conquistato in un modo o nell'altro».
    Il corvino sbuffò, osservando la donna con sguardo penetrante, uno sguardo che bramava vendetta, uno sguardo intrinseco e ricolmo di odio puro e incontrollato.
    Come la fiamma ardente dell'inferno che ancora non si estingueva, gli occhi del giovano non erano avvolti da alcuna paura, né da rimorsi, l'unico sentimento che li avvolgeva era l'odio incondizionato e un innato istinto omicida.
    Il caratteraccio di Huo era come un tizzone ardente, sembrava apparentemente innocuo, ma bastava innescarlo o sfiorarlo appena per venirne ustionati completamente.
    Ed era quanto dimostrato dagli sbalzi d'umore del giovane.
    -Esattamente, come detto da Huo- affermò il vecchio -In principio non c'è nient'altro da sapere, e penso lei sia abbastanza intelligente da comprendere chi possa vedere in modo positivo Kou, e chi invece, lo detesta con tutto il suo cuore-.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Player

    Group
    Supporto
    Posts
    92
    Location
    Regno d'Atermyra

    Status
    Offline
    Un ghigno soddisfatto apparve sul volto di Alia, aveva colpito un tasto dolente e, forse, il motivo di tanta ira celata dentrò di sè.
    Huo si alzò di scatto, osservando gli altri due presenti con un misto di terrore, rabbia... qualcosa d'indecifrabile, ma sicuramente niente di buono.
    Quegli sguardi, quelle parole che, invano, Huo tentava di riferire sottovoce, fecero intendere fin troppo alla ragazza quanto l'argomento fosse delicato, almeno per loro.
    Si sentì amareggiata e infastidita dalle affermazioni del ragazzo, trasmetteva così poca fiducia? Nonostante avesse "scoperto" le proprie origini?
    Se c'era una cosa che non si poteva negare alle donne Atermyrane era la fierezza, che comprendeva anche un certo livello morale da mantenere.
    E, nonostante Alia non si sentisse tanto patriottica, diversi tratti erano comunque parte di lei.
    Fortunatamente, Ihro, decisamente più saggio a parer suo, aveva preso in mano la situazione con assoluta calma, degna di un uomo tanto intelligente quanto esperto.
    Posò lo strumento tanto sfruttato da Alia per gli appunti, alzandosi per un attimo dalla sedia e indicando il fianco: su esso, nonostante il tessuto velato marroncino, era possibile notare un tatuaggio, segno indistinguibile delle donne Atermyrane.
    Quel tatuaggio, dalla forma inconfondibile di una stella, era nato sotto consiglio del padre.
    Un uomo tanto burbero quanto amabile, un uomo che aveva trattato la propria figlia non come un semplice essere di talento, ma come parte di sè.
    Ogni volta che il padre posava lo sguardo su quel segno indelebile, ripeteva sempre: "Hai una personalità splendente, quel tatuaggio ti dona."; parole difficili da pronunciare da parte di un uomo come lui, e la cosa non le creava altro che felicità, aumentava la bramosia di dimostrare le proprie capacità.

    《Credo di avere un alto livello morale e di essere abbastanza intelligente da non aprire bocca...》

    Sentenziò con un sorriso beffardo tra le labbra, nato solo per ciò che avrebbe detto successivamente.
    Ci volle davvero una grande forza di volontà per non riuscire a ridergli davanti: rispetto fino ad un certo punto.
    "Miss Alia, ora le dirò qualcosa che potrebbe sconcertarla parecchio. La prego solo di mantenere il segreto professionale e di non divulgarlo ovunque, ho molte conoscenze in tutte le nazioni del mondo, verrei a saperlo molto presto se lei dovesse tradire la mia fiducia."
    Davvero secondo lui questa minaccia avrebbe funzionato con una personalità così testarda come quella di Alia?
    Il terrore o sentimenti simili erano in grado di offuscare la mente di chiunque, forti e deboli e, nel caso di Ihro, probabilmente era ricorso a certi metodi solo per proteggere il ragazzo che, dietro di lui, con la maschera del classico giovane duro e pseudo-saggio, nascondeva tutte le paura di cui era colmo.
    Oramai questa era l'impressione che aveva ricevuto ed era abbastanza sicura di non sbagliarsi.

    《Comunque, Ihro, mi permetta di chiamarla per nome: non c'è bisogno di minacciarmi, è meglio che non ci riprovi, o non mi faccio problemi a decapitarvi entrambi.》

    Che noia quando qualcuno tentava di incuterle timore per non farle fare qualcosa, a prescindere da quale essa sia.
    Nonostante quel sorriso quasi inquietante, gli occhi rotearono, indicando quanto la cosa per lei fosse di poca importanza - riferitasi alla minaccia, ovviamente.

    《Vogliamo proseguire?》

    Tornò a sedersi, contenta del fatto che, pian piano, ogni tassello tornava al suo posto, creando un quadro completo di come fosse la società di Kou.
    E la descrizione della politica militare adottata dalla nazione apparve abbastanza completa, non senza una dose di emozioni negative durante il racconto, in particolare da Huo.
    Per quanto l'abilità militare di Kou fosse ammirabile, insieme alle intenzioni della principessa Hakuei, per il resto l'argomento non la sconcertò affatto, ma non rimase nemmeno imperturbabile: come si poteva avere un cuore tanto freddo, sottomettendo tanti villaggi e sterminando a sangue freddo gente innocente ed indipendente?
    Quanti dubbi entravano nella mente di Alia, ogni paese era per lei una scoperta nuova, spesso in peggio per certi aspetti.
    Lo sguardo ametista si spostò sul ragazzo, che sembrava ricolmo di odio nel trattare dell'argomento: un sentimento in grado di far compiere le azioni più improbabili.
    Sarebbe stato da sciocchi conferirgli la possibilità di realizzare il suo obiettivo, qualunque esso fosse; ciò che doveva smuovere l'animo umano doveva essere solamente un desiderio nobile, non governato da odio e rancore, o così la vedeva Alia.
    Informazioni preziose avrebbero colmato il proprio libro, ma in quel momento la sua attenzione era concentrata su altro.
    Strofinò le mani in prossimità dei bulbi oculari, permettendole di non farle chiudere lo sguardo improvvisamente.
    Soffocò uno sbadiglio, sentiva il peso della stanchezza gravare su di sè.
    Prese fiato, prima di rispondere ai due con tono estremamente calmo.

    《Capisco come mai qui possano odiare i loro colonizzatori, ma prima di proseguire avevo una domanda da porre, e sono per te, Huo...》

    Le lunghe unghia iniziarono a colpire ripetutamente il tavolo, creando un suono ritmico, come quello emesso dalle lancette che scorrevano.

    《... credi davvero che rimanendo qui a fare il cameriere a vita cambierà qualcosa?
    Fissare la finestra è il massimo che tu sappia fare?
    Se davvero hai intenzione di raggiungere un obiettivo, afferra un po' di coraggio e determinazione, varca quella porta e inizia la tua avventura.》

    La decisione di Alia nell'incentivare il giovane a iniziare una nuova vita era parecchio evidente, sembrava aver preso la questione a cuore.

    《E comunque ti consiglio di non farti guidare dalle emozioni negative, portano solo alla disfatta.
    Consiglio spassionato.》
     
    Top
    .
  5. Huo Fuchou
     
    .

    User deleted


    -Oh Miss Alia perdoni il mio essermi spiegato male, non voleva essere una minaccia nei suoi confronti, non oserei mai minacciare alcuna donna in tutta la mia vita, era solamente un avvertimento. Le chiedo umilmente perdono- l'educazione di Ihro, in confronto al burbero caratteraccio di Huo, era sempre accurata e incredibile.
    Far arrabbiare il vecchio ex-membro della milizia di Kou?
    Un'impresa quasi impossibile per chiunque, quell'uomo era un uomo d'onore: pragmatico e attento, una persona in grado di valutare ed elaborare attentamente qualsiasi situazione, anche la più improvvisa.
    Durante tutta la spiegazione non poté fare a meno di non mantenere lo sguardo premuto contro la giovane, la quale aveva osato avanzare una domanda fin troppo azzardata al termine di questa.
    "[...] credi davvero che rimanendo qui a fare il cameriere a vita cambierà qualcosa?
    Fissare la finestra è il massimo che tu sappia fare?
    Se davvero hai intenzione di raggiungere un obiettivo, afferra un po' di coraggio e determinazione, varca quella porta e inizia la tua avventura".
    A quelle parole il giovane la guardò, lo sguardo vuoto, di chi sa bene quello che desidera, e sa per certo che non potrà realizzare il proprio obbiettivo.
    Un sogno irraggiungibile, quello di Huo, il quale non voleva affatto vendicarsi del padre uccidendolo; al contrario, una delle sue brame sarebbe stata quella di essere accettato da lui, e di poter rincasare e poter gettare il proprio corpo sfinito dopo un lungo allenamento, notte, dopo notte, sul suo morbido e caldo letto.
    Un sogno che non poteva realizzare.
    Con quella cicatrice già tempo addietro suo padre aveva segnato il destino del giovane, un chiaro invito a non mostrarsi mai nei pressi della capitale.
    « Non se un obbiettivo è impossibile!» sbottò il giovane avviandosi verso la porta d'uscita con passi ampi e veloci « Mi fa schifo fare il cameriere qui, ma non ho altra scelta!».
    Si richiuse la porta alle spalle, avviandosi verso la via illuminata da tenui fiaccole mettendosi a sedere su una panchina lungo il sentiero messa lì per chi volesse ammirare il panorama o rilassare i muscoli sfiniti, o per chi, come Huo, aveva bisogno di pensare, e di dimenticare.
    Ma era difficile dimenticare un dolore che bruciava ancora ardente come un fuoco eterno.
    Ihro nel frattempo sospirò amaramente, osservando la reazione fin troppo controllata del giovane, non poté che esserne basito e orgoglioso, Huo, da sempre un attaccabrighe nato, era riuscito a trattenersi in seguito ad una provocazione bella e buona.
    Sospirò appena, prendendo con gentilezza la mano della donna, abbastanza da riscuotere la sua completa attenzione.
    -Miss Alia, Huo in una locanda del genere è sprecato, penso che lo abbia capito anche lei- spiegò il vecchio- Ha un grande potenziale quel giovanotto, l'ho notato sin da quando era solo un pargolo. Non ha un talento naturale, non ha nessuna abilità in cui eccelle più di altri. Tutto quello che sa è stato frutto di lunghi anni di fatiche, fatiche che compì per migliorarsi-.
    L'affetto platonico che nutriva vecchio uomo per il nipote era incredibilmente forte, tanto forte quanto immenso.
    Gli voleva davvero bene come fosse un figlio, e si sentiva in dovere di dare le dovute spiegazioni che non aveva potuto dire ad Alia.
    -Huo è un bravo ragazzo, un semplice ragazzo con un sogno- spiegò -Ma è bloccato da un fardello più grande di lui. Un ostacolo che ancora non è riuscito a superare. Non nascondo che la sua proposta di fargli vivere un'avventura mi ha scaldato veramente il cuore, però... al contempo mi terrorizza. Vero, Huo qui è sprecato, ma per lo meno è al sicuro-.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Player

    Group
    Supporto
    Posts
    92
    Location
    Regno d'Atermyra

    Status
    Offline
    L'aura di pessimismo che circondava il ragazzo non faceva altro che provocare il riso in lei: tutto ciò sembrava solo una scusa per nascondere l'incapacità di seguire fedelmente i propri obiettivi, o peggio, nascondere la paura di affrontare il proprio ostacolo.
    Reazioni abbastanza esagerate agli occhi di Alia, probabilmente si sarebbe sentita dire "tu non capisci" o altre frasi fatte simili, ma avrebbe continuato a confermare che lui si era arreso senza combattere.
    Certamente non poteva conoscere perfettamente tutti gli eventi che avevan portato entrambi in quel villaggio sperduto di Kou, nè poteva provare gli stessi sentimenti del ragazzo ma, al prescindere dal carattere, tutto poi tornava allo stesso punto.
    Portò entrambe le mani alle tempie, massaggiandosele in maniera tale da rilassare i muscoli; non doveva di certo innervosirsi per uno stolto che non tentava neanche un minimo pur di cambiare le proprie condizioni: fin troppo facile lamentarsi della propria condizione senza muovere un dito e giustificandosi con la classica affermazione "non c'è nulla che si possa fare".
    Lo zio, ovviamente, non potè fare altro che prendere le sue difese, o meglio, spiegare diplomaticamente la sua burbera reazione, cogliendo la propria attenzione come un vero galantuomo.

    《Non mi fraintenda, non tengo a cuore la questione; tuttavia è asfissiante vedere qualcuno cedere senza provare.
    Ognuno di noi possiede un talento che deve o meno trovare e sfruttare a proprio vantaggio, il duro lavoro è solo un incentivo in più.》

    Solitamente avrebbe ignorato la questione e continuato a porre le domande riguardo Kou, così da potersi godere le nuove informazioni ottenute e andarsene da lì il prima possibile.
    Ma, come se bloccata da qualcosa di più grande, non poteva stare zitta ed osservare, quel ragazzo aveva bisogno di aiuto.
    Sospirò, quasi si stava pentendo di essere così "buona".
    Il mondo non è buono, fatta eccezione per alcuni: bisognava imparare ad affilare le lame e battersi.
    Nascondersi in una topaia non era di certo onorevole per nessuno, nemmeno per il più debole contadino.

    《Davvero lei crede che rimanendo qui starà per sempre al sicuro?
    Non ha nemmeno pensato all'idea che, un giorno, qualcuno in grado di minacciare la sua incolumità varcherà quella porta?
    Mi aspettavo molta più spigliatezza da un uomo vissuto come lei.》

    Inarcò un solo sopracciglio, doveva portare assolutamente alla riflessione almeno quell'anziano uomo, o prima o poi Huo sarebbe crepato lì dentro, e non di una bellissima morte.

    《Dovrà imparare a farsi le ossa prima o poi, a dare un titolo degno alla sua vita...
    Ora, se vuole scusarmi, devo andare a sistemargli le rotelle.》

    Nonostante la grande diffidenza che mostrava nei confronti di tutti, lasciare per un attimo il proprio bagaglio pieno di cianfrusaglie e altro non sarebbe stato drammatico: per una volta poteva comportarsi in maniera diversa.
    Si portò una mano al capo, sbattendola più volte su di essa: anche i migliori potevano errare nelle proprie scelte, no?

    *Ah... dovrei imparare a farmi i fatti miei...*

    Pensò mentre si recava fuori dalla locanda, percorrendo l'unica strada illuminata fino a cogliere, abbastanza rapidamente dovette ammettere, la figura di quel burbero e precocemente cresciuto fanciullo.
    Prima di andare incontro al ragazzo, si soffermò ad osservare l'ambiente circostante: la tranquillità regnava sovrana, le uniche luci che permettevano di cogliere qualche figura erano offerte dalle fiaccole poste ai lati; la natura circostante sembrava intenta a riposare, ad eccezione di qualche animale notturno che aveva iniziato la sua giornata; la luna risplendeva come un gioiello alta nel cielo, rendendolo meraviglioso agli occhi umani.
    In lontananza era oramai difficile osservare la catena montuosa e i verdi prati che, ore prima, aveva attraversato, ma fortunatamente aveva avuto l'occasione e l'onore di scrutarli prima.
    Il lento camminare della fanciulla per un attimo le permise di cancellare i pensieri e lasciarsi sopraffare dal canto soave della natura... peccato che durò troppo poco.
    Apparve esattamente alle sue spalle, con sguardo deciso e serio, braccia incrociate, e voce ferma:

    《Stai aspettando che una grazia cada dal cielo o hai intenzione di fare qualcosa nella tua vita?》

    Di certo le provocazioni da parte della fanciulla erano parecchio fastidiose, ma non ebbe mai "l'onore" di provare la stessa sensazione; forse per questo non comprendeva mai le reazioni altrui anche alla minima frase pronunciata.
     
    Top
    .
  7. Huo Fuchou
     
    .

    User deleted


    Ihro sgranò gli occhi alle parole della ragazza, sorridendo leggermente, in fin dei conti egli stesso conosceva cosa sarebbe stato meglio per il ragazzo, non ci aveva mai creduto fino ad allora.
    -Lo so bene cosa è meglio per mio nipote- affermò il vecchio con un sorriso- Miss Alia, mi permetta per lo meno di affidarglielo in buona fede. Huo ha bisogno di crescere, ha bisogno di inseguire i suoi sogni. Forse tenerlo con me come fosse un figlio è stato il desiderio egoistico di un povero vecchio che non ha mai provato la gioia di essere padre. Ma voglio fidarmi di lei, so che saprà spronare Huo a seguire quella strada che aveva quasi deciso di abbandonare anni fa-.

    Le parole di quella ragazza continuavano a rimbombargli nella testa, portando la mente a vagare la dove si era decisa di allontanarsi.
    Restarsene lì, in quel villaggio, non era affatto sicuro, non poteva esserlo, sarebbe stata questione di pochissimi istanti che gli eserciti di suo padre varcassero quel paesino scoprendo il nascondiglio suo e dello zio.
    Se anche decideva di seguire la giovane Alia, chi mai sarebbe rimasto a proteggere quel vecchio?
    Era stato un ex-tenente, ed era un uomo che sapeva il fatto suo con le armi, ma l'età avanzava per chiunque prima o poi.
    "Io voglio seriamente vendicarmi di mio padre" pensò il giovane stringendo con forza il pugno della mano destra "e di mia sorella. Ma non ho la forza di farlo. Non sono così forte da ambire ad un simile intento suicida".
    Avevano corso per miglia dalla capitale per sfuggire agli inseguimenti del padre, aveva rischiato di incrociare un incontro diretto con la sorella maggiore più di una volta, e ogni volta, per amor dello zio si era sempre tirato indietro.
    Combatterono solamente una volta, e fu una disfatta per il ragazzo.
    La sua unica possibilità di primeggiare e raggiungere quel sogno era affidarsi alla potenza di qualcuno in grado di aiutarlo, di guidarlo, di spronarlo.
    Non si sarebbe mai immaginato che a colmare quel vuoto, quel senso di paura e mancanza che impediva al giovane di compiere quella decisione definitiva fosse stata proprio una ragazza.
    "Sono patetico" pensò nuovamente "Perfino una donna ha più coraggio di me".
    Sospirò sconsolato, intento a liberare la mente da quei desideri folli.
    Vivevano in pace e in armonia in quella locanda di thè, i clienti erano affabili e gentili e non vi erano pericoli celati dentro quelle quattro mura.
    Purtroppo per lui uscire da quel villaggio era pericoloso: il suo volto, quella cicatrice che gli era rimasta impressa nell'occhio era stata, ed era tutt'ora un marchio riconoscitivo fin troppo evidente.
    Chiunque sapeva che quella cicatrice era il patrimonio del figlio disertore del generale Gozai.
    Eppure, in quel villaggio aveva trovato la fortuna di incontrare persone che nutrivano un profondo odio per quell'uomo, così da sentirsi quanto meno protetto.
    "Stai aspettando che una grazia cada dal cielo o hai intenzione di fare qualcosa nella tua vita?".
    Non sussultò a quelle parole, non ce n'era bisogno, sapeva benissimo che prima o poi quella ragazza sarebbe giunta fino a lui.
    Lo aveva colpito e affondato, non c'era davvero niente da dire a riguardo.
    Il giovane restò in silenzio per un breve istante, alzandosi in piedi poco dopo.
    Lo sguardo in lui era mutato, sembrava ardere di quella bramosia che aveva perduto nel corso degli anni.
    Il fuoco che ardeva vivace all'interno delle sue iridi, ora aveva trovatto ciò che lo aveva innescato e alimentato.
    Volse lo sguardo al locale dello zio, sicuramente la figura del vecchio in quel momento se ne stava sullo stipite della finestra, in attesa di vedere quale fosse la decisione presa dal corvino.
    Ma non vi era più alcun dubbio.
    Huo aveva scelto.
    Finalmente si era deciso a scegliere quel cammino dal quale si era allontanato.
    Sarebbe diventato abbastanza forte e possente, da spodestare completamente Gozai dal suo piedistallo ed eventualmente restituire il posto che suo padre aveva sottratto allo zio Ihro.
    « Credo di aver aspettato abbastanza a lungo» sentenziò il giovane con incredibile serietà rivolta verso la giovane dai capelli color oro.
    Quelle parole riecheggiavano ancora vivaci e dolenti nella sua mente.
    Le sentiva irrompere violentemente contro le tempie, e incrementavano solamente quel desiderio spasmodico di riconquistare l'onore che gli era stato strappato.
    "... credi davvero che rimanendo qui a fare il cameriere a vita cambierà qualcosa?".
    No, quella ragazza aveva ragione, continuare a servire il thé e aiutare lo zio con la sua attività non avrebbe mai giovato alla sua situazione, non lo avrebbe mai avvantaggiato nel suo sogno.
    "Fissare la finestra è il massimo che tu sappia fare?"
    No, assolutamente no!
    Aveva passato giornate intere a sprecare la propria vita fissando la finestra, nella speranza che accadesse una qualche sorta di miracolo.
    Non era forse giunto quel momento?
    Il fato non aveva deciso di incrociare e intrecciare i percorsi di quei due ragazzi affinché potesse finalmente staccarsi da quel piccolo angolo sicuro che si era creato per sé?
    "Se davvero hai intenzione di raggiungere un obiettivo, afferra un po' di coraggio e determinazione, varca quella porta e inizia la tua avventura".
    Era proprio quello che aveva intenzione di fare, non vi erano alcuni dubbi ora a bloccarlo.
    Per tutta la vita aveva continuato a ripetere: "non posso farcela", "non puoi capire", per anni si era rassegnato alla sua inferiorità nei confronti dell'uomo che lo aveva sfigurato.
    Ora come ora, aveva bisogno di quello sprint, di quella spinta decisiva.
    « Alia... è giusto che tu lo sappia» sentenziò il giovane puntando quello sguardo brillante ora negli occhi ametista di lei « La verità su questa cicatrice».
    Non ne sapeva il motivo, ma sentiva chiaramente di potersi fidare di lei, se era giunta nel suo cammino per spronarlo, che conoscesse chiaramente l'individuo che aveva scelto di aiutare.
    « Fu il generale Gozai ad infliggermi questa cicatrice, e solo perché avevo osato muovere difesa verso mio zio Ihro... ovvero, suo fratello maggiore» la serietà nei suoi occhi era chiara, non vi era alcuna traccia di esitazione « Già, io, l'ultimo genito del terribile Gozai, il colonizzatore più violento e spietato di Kou, ho avuto la sfrontatezza di preferire mio zio a lui. Quali ne furono le conseguenze? Un tizzone incandescente ancora acceso della sua fiamma premuto contro l'occhio sinistro. Fece male, ma non fu il dolore fisico a bruciare ulteriormente quel giorno... a venire infangato e deturpato non fu solamente il mio viso, di quello poco mi importa, anche se devo ringraziare mio zio per avermi salvato, senza di lui avrei potuto rimanere cieco a vita da quest'occhio».
    Sospirò, avrebbe affidato a quella ragazza i suoi sogni, i suoi desideri, ciò che ancora tenevano alla vita quel giovane e avevano per anni mantenuto quella scintilla di coraggio accesa.
    « Ho perso il mio onore!» sentenziò « E senza quello non ho nemmeno il diritto di considerarmi un uomo. Non intendo solamente vendicarmi di mio padre e di mia sorella, non intendo solamente far provare loro lo stesso dolore che ho provato io quel giorno» affermò con convinzione « Intendo prima di tutto riprendermi il mio onore, costi quel che costi».
    Sentenziò infine avvicinandosi alla figura della giovane donna.
    « Avevi ragione, sai? Non posso restarmene a fissare una finestra per il resto della mia vita. Mi stai offrendo la possibilità di credere a questi sogni impossibili...» disse allungando una mano verso di lei « ...ma vi voglio credere. Quindi, per favore, accetta di sopportarmi come tuo compagno di viaggio. Se voglio raggiungere il mio scopo prima di tutto devo diventare più potente, alle mie capacità attuali non riuscirei a strappare nemmeno un capello a mio padre. Perciò, Alia... ti sto chiedendo il permesso di potermi unire a te, ora!».
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Player

    Group
    Supporto
    Posts
    92
    Location
    Regno d'Atermyra

    Status
    Offline
    《Lei non ha nessuna colpa. Nessuno dei due ha la colpa.》

    Furono le ultime parole, fugaci e rapide, quelle che sentenziò prima di varcare la soglia del locale e attraversare quel silenzioso villaggio in cerca di quel giovane cocciuto.
    Alia aveva notato quanto il vecchio fosse legato a quello che non era altro che un figlio per lui; tenerlo a sè significava proteggerlo anche a costo della propria vita.
    Peccato che i sentimenti umani oscuravano la ragione, e non sarebbe stato mai al sicuro lì.
    Scosse la testa, non pensava che un uomo dall'aria tanto saggia commettesse un errore tanto banale.
    La luce lunare illuminava la pelle candida della giovane, gli occhi ametista erano puntati sulla figura del giovane.
    Rimase in attesa di una qualsiasi reazione: in realtà si aspettava reagisse come un cane rabbioso, con il desiderio di contrastarla e affermare, da ragazzino debole quale era, le solite frasi.

    "Tu non capisci."

    La solita frase pronunciata dal bimbo privo di coraggio e determinazione, il quale era capace solo di nascondersi dietro un velo di illusioni e finta sicurezza.
    E invece era immobile, come se una luce divina avesse illuminato e messo in moto il suo cervello.
    E fu in quel momento che potè nuovamente avere un incontro faccia a faccia con Huo, si era deciso ad alzarsi e affrontarla in quello scontro di sguardi.
    Tuttavia, non era l'unica cosa che aveva deciso, Alia notava un certo cambiamento solo per come si stava comportando.
    Rimase a braccia conserte, voleva vedere dove andava a parare.

    "Alia... è giusto che tu lo sappia... la verità su questa cicatrice."

    Quasi la sorprese quella frase, era segno che stava cercando di fidarsi, di cambiare radicalmente.
    Non è da tutti rivelare, sopratutto ad un estraneo, ciò che più distrugge il proprio animo, o bisognava essere stolti o avere una grande fiducia.
    Gradì questo gesto, tanto che un leggero sorriso soddisfatto si fece largo sul proprio volto.
    Lasciò che il fanciullo, carico di emozioni, raccontasse quella che era la sua più grande vergogna.
    Vergogna che, agli occhi di Alia, non era altro che un tentativo coraggioso di ribellione nei confronti di un uomo dall'aria sadica.
    Fece qualche passo avanti, posandi una mano sulla spalla, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

    《Devo essere sincera: non capisco perchè tu provi tanta vergogna...》

    Sospirò, prima di riprendere il discorso.

    《... hai difeso tuo zio nei confronti di un uomo cruento, ciò deve renderti fiero.
    Non è da tutti rinunciare all'ignavia e prendere posizione.
    Quella cicatrice deve essere simbolo di orgoglio, non di vergogna.
    Vergognati piuttosto della debolezza mostrata da quel giorni in poi, in cui ti sei dimostrato un misero sottomesso.》

    Non le interessava se quelle parole lo avrebbero potuto demoralizzare o meno, era la pura verità, doveva accettarla.
    I suoi atteggiamenti erano dovuti solo al timore e ad una bassa autostima, ciò confermava l'idea che Huo fosse totalmente diverso.
    Ed a corroborare questa sua teoria erano le parole successive alla storia narrata.

    "Alia... ti sto chiedendo il permesso di potermi unire a te, ora!"

    Aveva davvero intenzione di seguirla?
    Portò una mano sulla fronte, riflettendo sulla risposta da dare: Alia era sempre stata in grado di compiere le cose da sola, e da sola stava facendo un viaggio per tutto il globo; lei doveva completare il proprio libro, aveva fin troppi progetti in testa.
    Però quel ragazzo le suscitava fin troppa pietà per non aiutarlo, se lo avesse abbandonato ora, avrebbe solamente distrutto il suo animo e mostrato una parte egoista del proprio carattere.

    《Ti sarò sincera: non ho mai viaggiato in compagnia, ho degli obiettivi da portare a termine e ho sempre preferito che non ci fossero delle ancore al mio seguito...
    ... ma farò di te un'eccezione.》

    Portò qualche ciocca dorata dietro il proprio orecchio, permettendo al ragazzo di osservare chiaramente le iridi tipiche delle native Atermyrane.
    Schiarì

    《Ascoltami bene, non mi piace ripetermi due volte.
    Io devo completare la sezione di Kuo, ciò significa che devo avventurarmi verso il cuore della nazione, e sappiamo entrambi ciò ti porterebbe verso una morte certa.
    Quel che dovrai fare è aspettarmi qui, il tempo necessario per raccogliere tutte le informazioni fondamentali e tornare indietro.
    Passerò nuovamente di qui, per poi portarti dove ti dirò io.
    Non accetto ripensamenti, non accetto cambi di programma, dovrai fare esattamente quel che io ti dico.
    E non preoccuparti, sono una donna di parola...》

    Il volto dall'espressione decisa e parecchio seria della fanciulla si avvicinò a quello del ragazzo, in maniera tale che ascoltasse perfettamente le ultime parole.

    《... per questo, se in qualche modo tu dovessi creare a te e a me ostacoli, sarò io il maggior problema di cui ti dovrai occupare.
    Ci siamo intesi, ragazzino?》

    Seppur fosse più bassa, Alia sapeva quando e come incutere timore, e non si preoccupava delle conseguenze.
    Piuttosto, spettava a lui comportarsi da vero uomo.
     
    Top
    .
  9. Huo Fuchou
     
    .

    User deleted


    "Vergognati piuttosto della debolezza mostrata da quel giorni in poi, in cui ti sei dimostrato un misero sottomesso".
    A quell'espressione da parte della bionda il giovane non osò irbattere, non ne aveva il diritto in fin dei conti, sapeva benissimo che quelle parole erano niente di meno che una verità a cui egli si era sottratto diverse volte.
    Sapeva anche di aver vissuto per anni e anni come un cane bastonato, al sicuro nei vicoli bui di una cittadina senza la minima intenzione di svoltare la propria vita.
    Il ragazzo volse lo sguardo verso la locanda, un senso di dispiacere albergava in lui, quella consapevolezza rendeva ogni cosa così vuota e dilaniante.
    « Mio zio... si è sempre comportato come un padre per me» sentenziò con freddezza, nonostante quella nota nostalgica riempisse lo sguardo d'oro liquido del corvino « Per anni è sempre stato accanto a me. Se qualcuno se la prendeva con me, non ci pensava due minuti a difendermi, anche a costo di farsi del male. Più volte, anche in quel locale che ora ti sembrerà tranquillo, qualche folle bramoso di denaro aveva attentato alla mia e alla sua incolumità. Ho sempre temuto che prima o poi sarebbe morto, volevo restare con lui e proteggerlo».
    Quella confessione lo destabilizzò, davvero si fidava di Alia fino a tal punto?
    Per quanto la cosa lo lasciasse basito, quella giovane donna era la svolta decisiva che stava attendendo da una vita.
    Giorno dopo giorno l'impotenza che provava in quel locale, a lavorare innocentemente con un cameriere, lo demoralizzava al quanto, un fuco immenso irrompeva violentemente nel petto rivelando quel desiderio ormai secolare, voleva la sua vendetta contro il padre, e sicuro non vi voleva rinunciare.
    Pensieri contrastanti assalivano la mente del corvino: voleva partire, sentiva che era ciò che doveva compiere, che quel desiderio si realizzasse, ma al contempo, voleva far sapere allo zio che sarrebbe rimasto solo in quel posto per un po' di tempo.
    Chissà se sarebbe stato al sicuro?
    In un certo senso lo avrebbe aiutato, Ihro rischiava tutti i giorni a causa della presenza del giovane nella sua vita, gli era devoto per averlo accettato e allevato tutti i giorni come fosse un figlio, ma era giunto il momento di lasciare il nido e cominciare a spiccare il volo.
    « Probabilmente è l'unica possibilità che mi resta per impedire a mio zio di rischiare la vita a causa mia» sentenziò « Se mi accetterai, tieni presente che il mio volto è fin troppo conosciuto, e chiunque abbia un vago desiderio di intascare una ricompensa proverà ad attaccarci» il ragazzo strinse con forza i pugni, una rabbia invasiva scaturiva dalle sue membra nel desiderio disperato di calmarsi « Per anni ho viso mio zio combattere con uomini che volevano riportarmi da mio padre. Non voglio più quella protezione, è giunto il momento di restituirgli il favore, e imparare a combattere come lui mi ha insegnato».
    Non era sprovveduto, questo lo sapeva bene, sapeva combattere, gli insegnamenti di suo zio lo avevano aiutato molto, ma poche volte aveva avuto l'onore di poterli mettere in pratica.
    Nell'arte del combattimento era ancora un diamante grezzo in attesa di essere raffinato a dovere, e sapeva che solo l'esperienza lo avrebbe reso quella pietra brillante che ambiva a diventare.
    "[...] ma farò di te un'eccezione".
    Huo sorrise, non donava spesso un sorriso, corrucciato e imbronciato com'era abituato ad essere, ma l'accettazione della ragazza lo aveva in qualche modo sollevato.
    Si rendeva conto di una cosa al momento, ora non solo lo zio era in pericolo, ma anche quella ragazza che si era presa leggermente a cuore il desiderio di un caso disperato come il suo.
    Per quanto riguardava provare orgoglio per quella cicatrice vi era ancora un lungo cammino da compiere, continuava a vergognarsene, era stato bravo con le parole, ma fisicamente aveva assaggiato la schiacciante impotenza contro l'uomo che per lui era sempre stato un padre dittatoriale e violento.
    'Quel giorno per la paura di vedere mio padre in quelle vesti furiose, non riuscii a muovermi neanche di un passo. Questa volta lo voglio fare, riuscirò a mettere lui in ginocchio'.
    Era debole, lo sapeva, aveva bisogno di tutta la forza necessaria per combattere quel generale che tanto lo aveva rovinato in vita, e non aveva intenzione di rimanere indietro.
    « Non mi crea problemi a venire nella capitale e accompagnarti» sentenziò il ragazzo, nonostante un tempo avrebbe avuto paura di affrontare un simile viaggio, in quel momento una forza tutta nuova stava avvolgendo e vivendo in lui « Ti serve qualcuno che conosca le strade del posto e le persone giuste che potrebbero aiutarti a mappare e completare quel quaderno su cui tanto scrivi. Prima mi allontano da mio zio e dal locale, minore sarà la sofferenza che proveremo entrambi nel separarci...» il ragazzo abbassò il capo, passandosi una mano tra i folti capelli neri « Pensaci su, se vuoi qualcuno che ti conduca attraverso strade certe. In caso, qualsiasi sia la decisione che prenderai a me starà bene. Non obbligo nessuno».
    Quel momento era di vitale importanza, si stava segnando la svolta decisiva, sia per lui che per la sua vita stessa.
    Come una fenice che risorgeva dalle ceneri di un fuoco ormai estinto, anche Huo quella notte, aveva spiegato le sue nuove ali ed era risorto forte e risoluto come un tempo.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Player

    Group
    Supporto
    Posts
    92
    Location
    Regno d'Atermyra

    Status
    Offline
    Più la discussione proseguiva nel tempo, più il ragazzo svelava parte, se non tutto, il suo passato alla vagabonda, una persona conosciuta da nemmeno un giorno ma che era riuscita a conquistare, almeno in parte, la sua fiducia.
    Per essere una futura leader di un esercito, di un popolo, o semplicemente una persona saggia, in grado di diffondere il proprio verbo, bisognava esser dotati di un forte carisma; Alia non poteva porsi sullo stesso livello di grandi re o nobili soggetti, non possedeva un carisma simile, ma allo stesso tempo non peccava di tale mancanza.

    "Ho sempre temuto che prima o poi sarebbe morto, volevo restare con lui e proteggerlo."

    Alia scosse la testa, il tutto seguito da un sospiro.
    Era una nobile decisione rinunciare alla propria libertà per proteggere l'unico che aveva permesso la sua sopravvivenza, l'unico membro familiare degno di questo appellativo, ma allo stesso tempo stupida, e la bionda lo aveva capito.

    《La tua presenza qui non è altro che dannosa. Potrai proteggerlo da un semplice bandito, ma non da un intero gruppo, non ne sei in grado.
    Inoltre rimanere fermi in un luogo, seppur nascosti, aumenta le probabilità di esser rintracciati.
    Non credo che debba spiegarti io cosa è giusto o no fare, hai abbastanza materia cerebrale per arrivarci.》

    Quel ragazzo sembrava avere del potenziale, sicuramente era un soggetto molto riflessivo, ma che aveva maturato una certa vena pessimistica.
    Come biasimarlo, tuttavia doveva lavorare per eliminare tutti quei difetti che lo rendevano debole e inetto.
    Il primo obiettivo era portarlo al di fuori del territorio di Kou, dove era vulnerabile sotto tutti i punti di vista: se mai fossero giunti lì, avrebbero avuto diversi vantaggi, non solo ambientali, ma anche a livello di numero e abilità.
    Il problema non si presentava tanto per Alia, ma un ragazzo del genere, in una situazione così, sarebbe stato d'intralcio.
    Sarebbero passati per la Valle della Luna, anche se ciò significava ripercorrere zone da lei già esplorate...
    Non era un enorme problema, alla fine tante erano le vie che potevano portare alla meta.
    Il silenzio della notte tornò per pochi attimi a regnare in quel villaggio: Alia aveva lo sguardo perso nei propri pensieri, dedita ad organizzare le prossime "mosse", tutto per dare una semplice spinta a quello che, apparentemente, era un caso disperato.
    Fortunatamente non trovo intoppi esagerati, sarebbe riuscita ad ottenere le classiche informazioni a lei tanto care e, allo stesso tempo, aiutare un povero fanciullo a combattere il destino avverso.
    Gli occhi color ametista continuavano imperterriti ad osservare il vuoto, fino a che una frase colse la sua attenzione.

    "Non mi crea problemi a venire nella capitale e accompagnarti. Ti serve qualcuno che conosca le strade del posto e le persone giuste che potrebbero aiuta..."

    Un sorriso nervoso apparve rapido sul volto della giovane donna, mentre la propria mano, lesta, andava ad afferrare quella che era la sciabola nascosta tra il mantello da lei indossato e il proprio corpo; in quello che era un attimo, la lama lucente si trovava puntata alla gola di Huo, mentre uno sguardo severo scrutava la figura con aria quasi minacciosa.
    La voce lasciava intendere il fastidio che l'affermazione aveva creato in lei, cosa che avrebbe spiegato poch'anzi.

    《Sei per caso un idiota?!》

    Sentenziò con le iridi puntate sul suo volto giovanile.

    《Hai appena affermato di essere ricercato e vuoi andare nella tana del lupo?
    Hai idea di quali conseguenze possa portare questa decisione?》

    Sbuffò prima di porre nuovamente la lama lungo il fianco, evitando di spaventare ulteriormente il ragazzo.
    Quella lama che per lei era sacra, su cui era impressa la stella che simboleggiava la propria faticosa conquista.

    《... e comunque so orientarmi, non ho bisogno di una guida turistica.》

    Solo dopo essersi calmata e aver ripreso un atteggiamento "consono" ad una fanciulla, potè rinfoderare l'arma, spostando poi qualche ciocca ribelle che, prontamente, aveva ostacolato la visuale a causa dei movimenti bruschi.

    《Tu rimani qui, prepari la tua roba e attendi il mio ritorno.
    Senza se, senza ma.》
     
    Top
    .
  11. Huo Fuchou
     
    .

    User deleted


    La permanenza nella locanda segnava una limitazione per Huo non indifferente, e lo aveva ben capito da tempo, il timore che potesse succedere qualcosa allo zio però lo aveva sempre bloccato da ogni sua decisione.
    Aveva passato interi pomeriggi ad allenarsi in vista di un attacco con il parente, si era fatto le ossa a furia di subire una sconfitta dietro l'altra e senza intenzione di poter migliorare se non facendo diretta esperienza sul campo.
    'La tua presenza qui non è altro che dannosa. Potrai proteggerlo da un semplice bandito, ma non da un intero gruppo, non ne sei in grado.
    Inoltre rimanere fermi in un luogo, seppur nascosti, aumenta le probabilità di esser rintracciati.
    Non credo che debba spiegarti io cosa è giusto o no fare, hai abbastanza materia cerebrale per arrivarci'.
    Huo abbassò lo sguardo a tale affermazione.
    "Lo so... lo so benissimo, non avevo nemmeno bisogno che me lo dicessi... ma non è facile abbandonare l'unica persona che è stata per te una guida" pensò il ragazzo abbassandosi improvvisamente nei suoi pensieri.
    Non aveva paura di essere scoperto da altri, avrebbe probabilmente combattuto con tutto sé stesso, e che non avrebbe rinunciato a quel desiderio di vendetta che provava.
    Suo padre aveva incendiato e macchiato brutalmente il suo orgoglio, il suo animo ferito nel profondo aveva l'assoluto bisogno di essere risanato completamente, ricucito attentamente dalla beffa che troneggiava nel suo viso.
    "Non mi arrenderò".
    Improvvisamente ritrovò contro la propria gola la lama di una sciabola puntata minacciosamente contro la pelle.
    Un comune ragazzo avrebbe urlato e si sarebbe spaventato, non lui, conosceva bene quella sensazione dell'acciaio premuto contro la propria gola, conosceva l'angoscia che uno sguardo ricolmo di odio e sete omicida suscitava nel proprio animo ogni volta che qualcuno attentava alla sua vita.
    Non batté ciglio, rimase semplicemente a fissare la lama che lo minacciava in quel momento, lo sguardo della donna e la consapevolezza di aver alterato il suo buon umore.
    'Hai appena affermato di essere ricercato e vuoi andare nella tana del lupo?
    Hai idea di quali conseguenze possa portare questa decisione?'.
    Lo sapeva benissimo, sarebbe stato un rischio non solo per lui, ma anche per lei, voleva semplicemente andarsene senza dover passare dalla faticosa impresa di dire addio al proprio familiare, l'uomo che per anni lo aveva cresciuto come un padre.
    Non rispose, lo sguardo che rivolse alla fanciulla parlò da sé, si limitò semplicemente ad afferrare la lama e spostarla lontano dal proprio collo.
    Quella donna lo credeva un fallito, un ragazzo senza spina dorsale, in realtà egli era completamente diverso da quello che appariva, stava semplicemente attendendo il momento propizio per risvegliarsi.
    Un po' di pessimismo c'era sempre, ma non era quello il problema a bloccarlo, era quella maschera di quiete e apatia che si era costruito per sfuggire a qualsiasi problema.
    'Tu rimani qui, prepari la tua roba e attendi il mio ritorno.
    Senza se, senza ma'.
    Non aveva nulla da aggiungere, era stata sufficientemente chiara, e il suo desiderio di non volerlo avere tra i piedi nella sua esplorazione era tale e palpabile, non aveva alcuna speranza di dissuaderla.
    Sospirò amaramente, sbuffando e concentrandosi su come salutare lo zio prima di lasciare quel nido.
    Era pronto a spiccare il volo, non aveva tempo da attendere.
    « Come ti pare» sentenziò il corvino con notevole stizza voltandosi verso la locanda così da dare le spalle alla fanciulla « Ti dico solo una cosa... sta lontana dalle vie secondarie della capitale, non circola gente per bene. Avrai anche una spada, e sarai forte... ma se ti trovi circondata in una massa di uomini armati anche tu non sei imbattibile. Ascoltalo questo consiglio se ti va. Ci si vede tra qualche giorno, Alia» sentenziò poco prima di cominciare ad avviarsi verso la locanda dello zio, non avrebbe atteso molto tempo prima di smetterla di vendere tea ai poveri viandanti « A presto! Ti auguro di completare i tuoi appunti».
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Player

    Group
    Supporto
    Posts
    92
    Location
    Regno d'Atermyra

    Status
    Offline
    Oramai era il momento di partire, raggiungere il centro di quel paese descritto così male dal punto di vista politico e morale, ma i cui paesaggi e tradizioni erano in grado di attirare chiunque.
    Sfortunatamente aveva lasciato la sacca all'interno della locanda; poco male, poteva mostrare un po' di educazione e salutare quel signore che aveva deciso di affidarle l'unico ragazzo a cui avrebbe pure donato la vita...
    Attese che il ragazzo finisse di dire la sua, non poteva di certo ignorarlo, sarebbe stato poco consono ad una ragazza come lei.
    In particolare, una frase colse al massimo della sua attenzione:

    "... ma se ti trovi circondata in una massa di uomini armati anche tu non sei imbattibile."

    Alzò un sopracciglio, prima di guardarlo con aria di sfida: davvero un gruppo di uomini doveva essere un problema per lei?
    Dovette affrontare un dungeon senza l'aiuto di nessuno, contro un Djinn che, definirlo sanguinario, era un eufemismo...
    Non rideva spesso, se non per nulla, ma quell'affermazione, che metteva in dubbio le sue capacità la divertì molto; dovette trattenersi.

    《Aspetta un attimo.》

    Camminò a passo svelto verso la locanda, varcando nuovamente la soglia di quel piccolo e modesto locale: afferrò, controllando almeno tre volte se avesse tutto con sè, la sacca che soleva portare sulla schiena, per poi avvicinarsi al posto in cui lasciò il vecchio prima di uscire, il quale era ancora seduto lì.

    《La ringrazio per il servizio e per la disponibilità... ma è tempo che io vada.
    Le assicuro che ci rivedremo.》

    Con un inchino, uscì nuovamente dall'edificio in legno, affiancando nuovamente la figura del ragazzo.
    Portò una mano sul suo volto, picchiettando più volte il volto candido di Huo.

    《Lo dirò solamente una volta: non mi faccio problemi a togliere la vita a chi mi ostacola, che siano dieci o cento.
    Spero per te che io non debba sfoderare queste abilità...》

    Fece nuovamente un inchino nei confronti del ragazzo, per poi iniziare a camminare, allontanandosi verso l'oscurità, in direzione del cuore di Kou.
    Il volto s'inarcò in un sorriso misto tra il beffardo e il divertito.

    *Spero proprio che accada quando tornerò a prenderlo.*
     
    Top
    .
26 replies since 7/5/2017, 19:50   158 views
  Share  
.