Incontro di Menti Affini

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  1. Alia Chandra
     
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    Regno d'Atermyra

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    Il non esser riuscita a centrare il proprio target ore prima le aveva creato non poco fastidio, odiava rimandare i programmi.
    Festa delle Gemme, una festa che stava a cuore a tutti i cittadini di Musta’sim e, ora che pian piano stava risorgendo dalle ceneri come una fenice, aveva rapito il cuore di ognuno dei partecipanti ad un festival così magnifico, dalla gente locale a coloro provenienti dagli angoli più remoti del mondo.
    Un regno che aveva attraversato attimi difficili fino alla propria distruzione e che ora stava rifiorendo era un valido soggetto per la giovane Atermyrana: Alia giunse lì proprio per studiare ogni briciolo esistente riguardo Musta’sim.
    E stava pensando di aver trovato la persona adatta.
    Il target non era altro che una giovane donna dai lunghi capelli turchesi, caratteristica ricorrente per i cittadini del luogo, ed indossante la nota gemma scarlatta tanto a cuore per le famiglie del paese.
    Quanta rabbia per non essere riuscita ad arrivare in tempo, ma era ricorsa ai ripari; non avrebbe perso nuovamente una chance tanto succulenta come questa: non stava nessuno attorno, e lei si era appollaiata proprio nel punto più visibile e strategico possibile; doveva solo aspettare il suo arrivo.
    Gente di tutte le etnie ed età, sesso e posizione sociale, scorreva davanti ai propri occhi magenta, quegli stessi occhi che trasmettevano una leggera impazienza dovuta proprio per la folla, o a quell'ora non si troverebbe lì.
    I pendagli che ornavano il proprio capo ondeggiavano ritmicamente a causa di una leggera brezza, insieme ai fili dorati che componevano la sua chioma.
    Le infradito nere stavano pian piano diventando più chiare a causa della polvere che, sbattendo il piede sul terreno, si stava alzando in piccole nubi.
    Il sacco, colmo di vari oggetti, era stretto tra le gambe e il busto; in fondo, con tanta gente giunta a Musta’sim per la festa, tra i nobili ed i modesti cittadini nessuno affermava non ci fossero anche figli di nessuno e nullatenenti che, disperati o meno, provassero a rubacchiare qualcosa in cerca di cibo o roba da rivendere.
    Oramai il sole era calato totalmente, lasciando spazio ad una luna solenne, circondata da tante stelle luminose.

    "Mi scusi, c'è qualcosa che non va?"

    Sobbalzò leggermente a sentire una voce, dolce e femminile, esattamente dietro di sé, probabilmente si era fatta troppo trascinare dai pensieri.
    Lentamente, ruotò la testa, osservando chi potesse essere con la coda dell'occhio, anche se, ovviamente, poteva essere una sola persona.

    《Ora non più.》

    Sentenziò alzandosi elegantemente dal gradino su cui era seduta poco prima, datle le spalle era poco educato, no?
    Strinse in una mano il piccolo bagaglio che era solita portarsi, mentre si posizionava esattamente di fronte a lei.
    Ora che era più vicina alla figura della fanciulla potè notare la raffinatezza ed eleganza che poteva trammettere: un lungo vestito rosso rendeva la figura ancora più femminile ed elegante, il quale però andava in contrasto con la chioma turchese e gli occhi blu mare.
    Sembrava una donna così dolce e gentile da come si poneva, dal tono della voce... ma era tutta apparenza, e ciò che si cela nell'animo umano è vasto.
    In confronto, Alia sembrava proprio quel che era: una vagabonda, priva di cotanta grazia.
    Veniva dal regno di Atermyra, le donne, per quanto potessero essere affascinanti o meno, erano pur sempre delle guerriere, e la grinta, il forte carattere, la determinazione, erano ciò che le contraddistinguevano da una qualsiasi donna estranea.

    《In realtà ti stavo aspettando.
    Mi presento: mi chiamo Alia, sono un'umile vagabonda.》

    Disse con grande sicurezza e, quasi, fierezza, mentre fece un inchino nei confronti della fanciulla; era pur sempre educazione farlo, sopratutto per colei che sembrava tanto carina nei confronti di chiunque.

    《Spero davvero di non creare alcun disturbo, ma avevo un'urgenza di avere una discussione con te.》

    Prese un attimo il fiato, non poteva sembrare una psicopatica in procinto di tediarla con domande.

    《Tu devi essere una cittadina originaria di Musta’sim, no? È abbastanza evidente.
    Il motivo per cui vorrei parte del tuo tempo è questo: mi faresti un enorme piacere se tu mi raccontasti di Musta’sim, dalla sua nascita in poi, delle sue tradizioni... insomma un po' di tutto.》

    Portò una mano a livello del fianco, mentre gli occhi magenta si mescolavano con quelli color cielo della donna.
    Attendeva davvero una risposta affermativa.
     
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9 replies since 17/5/2017, 12:23   52 views
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