Incontro di Menti Affini

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  1. Dalilah di Musta'sim
     
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    «La Festa delle Gemme...»

    Mormorò in un sospiro labile, facendo eco alle parole di Alia senza farci realmente caso.
    Portandosi una mano al viso, posò il palmo tiepido sulla gota mentre lo sguardo azzurro si perdeva in un punto indefinito davanti a sé, tra l'oscurità e la strada ciottolosa.
    Aveva davvero tante cose da raccontare al riguardo, ne avrebbe potuto parlare per ore, ma se non avesse iniziato quanto prima di sicuro non avrebbe mai concluso nemmeno una parte del discorso, ragion per cui sospirò nuovamente e prese a parlare in preda ad una lieve trance che la sospinse lontana, a giorni di cui aveva dimenticato l'esistenza.

    «La Festa delle Gemme risale al fondatore di Musta'sim, Brahim I.
    Egli fece incastonare sulla sua corona alcune pietre di granato rosso per onorare lo spirito combattivo ed eroico che a lungo lo aveva contraddistinto, rendendolo guida di un popolo intero. La sua gente, ammaliata dalla figura del regnante, seguì il suo esempio alla lettera e ben presto tutti i sudditi entrarono in possesso di una pietra scarlatta personalizzata.»

    Tacque per un istante, meditando sul filo logico che potesse collegare una pietra rossa ad un simbolo distintivo per un intero Regno. Ciò che lei dava ovviamente per scontato probabilmente non lo era per la persona che l'ascoltava e fu così che, riflettendoci su attentamente, riprese il discorso facendo le dovute precisazioni.

    «Si dice che il granato rosso sia considerata la pietra degli eroi, dedicata a coloro che sono in grado di sopportare dure prove per dimostrare il loro coraggio, infatti il granato ha un aspetto insignificante quando è grezzo, ma diventa luminoso se lavorato, dunque rappresenta una metafora della trasformazione e della crescita dell’individuo. Durante le guerre, si usava incastonare il granato sugli scudi e sull’impugnatura delle spade come protezione.
    Il nostro fondatore decise di perpetrare questa tradizione anche al termine della guerra di conquista, poiché i popoli antichi associavano il granato al sangue. La popolazione di Musta'sim era solita chiamarlo il sangue della terra e lo considerava responsabile della fertilità del suolo e della ricchezza della vegetazione.
    Altre fonti rivelano che il granato sia una pietra che risplende al buio e dona luce e speranza alle anime che si trovano nell’oscurità e Brahim I, reputandosi il portatore della Luce della Speranza, decise di ampliare la tradizione delle gemme anche alla quotidianità, convinto del fatto che così facendo la luce della prosperità e del buon auspicio avrebbe sempre brillato sul suo Regno.
    Fu un gesto simbolico che donò grande speranza e gioia al nostro popolo per diversi secoli.»

    A quel punto Dalilah tacque nuovamente, abbassando per qualche minuto lo sguardo e con esso anche la mano che fino a quel momento era rimasta posata sulla guancia ora calda: tanti pensieri e ricordi le avevano affollato la mente, tutti belli e al contempo dolorosi.
    Se conosceva così tanti dettagli riguardanti la storia del suo paese lo doveva principalmente a Dunya ed Isaac, coloro che per lei erano stati al pari di fratelli durante la sua infanzia. Erano stati proprio loro a raccontare a lei e a Brahim i dettagli della storia del Regno, convinti del fatto che tutti dovessero conoscere l'incredibile valore del fondatore di Musta'sim.
    Un sorriso amaro le increspò le labbra; un nodo fastidioso le strinse il cuore, mentre il viso infantile di Dunya le appariva davanti al volto, risoluto e attento, mentre spiegava i dettagli sulla storia di Musta'sim. Quanto le mancava, la sua amata sorellastra...
    Liberando un sospiro interiore, riprese con voce avvolta da un velo di profonda tristezza e lo sguardo perso verso il pavimento ciottoloso.

    «La festività è venuta col tempo, non è presente una data di inizio specifica o un anno particolare. Inizialmente la popolazione di Musta'sim si raggruppava nelle piazze principali durante il periodo primaverile e durante questi incontri tutti conversavano e confrontavano le gemme in possesso con spirito gioioso e tranquillo... Dagli incontri organizzati si passò ad una specie di ritrovo annuale che divenne infine una celebrazione ufficiale con tanto di data prestabilita.
    La data è arbitraria, solitamente coincide con il termine delle spedizioni dei minatori nelle miniere, così tutti possono festeggiare e vendere le proprie gemme.
    C'è chi le espone soltanto, chi desidera acquistarne di nuove per la persona amata o per i figli venturi, chi invece le vende dopo averle estratte dalle miniere. Col passare degli anni si sono aggiunte celebrazioni secondarie, rappresentazioni teatrali o piccoli concerti... Quella che inizialmente era una riunione di popolani finì col divenire una celebrazione riconosciuta in tutto il mondo. Ma come tutte le cose belle, anche quella conobbe la fine con la caduta di Musta'sim..»

    Il peso che gravava sul suo cuore poco prima aumentò a dismisura, tramutandosi in un macigno difficile da sostenere e rovente nel petto. Portandosi una mano all'altezza del cuore, prese un bel respiro, ripensando a come la città fosse stata ridotta in macerie per volere di Mogamett.
    La sua amata città, il suo amato Regno... La sua intera vita era stata fatta a pezzi da una sola persona. Scuotendo appena il capo, chiese.

    «Hai qualche domanda specifica per quanto riguarda la Festa delle Gemme? Qualche curiosità particolare che vorresti soddisfare... O preferisci passare al prossimo argomento? Chiedi pure e io risponderò nel modo più esauriente possibile.»
     
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9 replies since 17/5/2017, 12:23   52 views
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