Una calamita per guai

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Fanalis
    Posts
    49
    Location
    Impero Reim

    Status
    Anonymous

    Tipo di role: Free.
    Partecipanti: Yuu & Altair.
    Alert: Verde
    Data inizio: 22/05/2017
    Tempi di risposta: //
    Tempo max per concludere: //
    Periodo cronologico: Metà maggio.
    Turnazioni: Yuu, Altair.




    www.cathleenconcepts.com



    Una leggera e dolce brezza di un venticello caldo, mosse delicatamente la chioma ribelle cremisi del giovane Leone Rosso, scoprendogli così la fronte, che vedeva la luce del sole solo in rari casi, anche se in quel momento era sera, quindi il sole era già a dormire, perciò quello non poteva essere definito uno di quei "rari casi".
    Balbadd, un paese con un clima più arido rispetto Reim, ciò lo portò a togliere il mantello nero, rimanendo solo con una maglietta grigia, accompagnata da un paio di pantaloni neri e stivali color marroncino.

    Girava spaesato tra le strade del Grande Mercato Errante, che in quel mese aveva sede nella Repubblica di Balbadd, osservandone ogni angolo affinché la bellezza di quel posto gli rimanga immersa nella mente.
    Il Mercato Errante non solo è il più grande del mondo, ma è anche famoso come uno dei luoghi più esotici, divertenti, colorati, profumati e frastornanti per fare acquisti.

    Appena aveva messo piede a Balbadd, si era diretto convinto verso l'immenso labirinto del mercato, formato da tende e bancarelle, perdendosi nell'ammirare le grandi varietà di colori e profumi che i prodotti avevano da offrire.
    Dagli abiti alle armi ed armature, dai gioielli ai souvenir, dai cibi freschi alle spezie, pure i tappeti e gli articoli per la casa, la quantità dei prodotti era immensa.
    Le cose che più attirarono la sua attenzione erano le lanterne, coloratissime e di mille forme, in ferro ramato o ottone, le più belle in vetro colorato, e la flebile luce delle candele al loro interno sfruttava l'affascinante gioco di luci per creare un teatrino di ombre nelle tende e le strade.

    I suoi occhi smeraldo osservavano ammaliati l'ambiente attorno a lui, la bellezza di Balbadd era unica, l'architettura non era per nulla simile a quella di Reim, la sua patria, ma più che altro aveva un'aria più esotica.
    Nonostante il sole fosse già tramontato, le strade erano ancora piene di gente, anzi forse era tutto ancor più affollatto, forse a causa della presenza del mercato in città.

    Alzò le iridi verdi verso il cielo blu illuminato da stelle che facevano solamente da cornice alla grande luna piena che sembrava vegliare su di lui e tutta la gente sotto quello stesso cielo.
    Rimase così incantato da quel cielo limpido, che non si accorse di essere andato a sbattere contro qualcuno.
    Abbassò lo sguardo, e quel che vide lo confuse per un po, stava per chiedere scusa, ma la lunga chioma bionda e lucente della sua vittima gli fece credere che era il suo amico Haiden.

    << Haiden! Che ci fai qui? >>

    Esclamò, con un evidente tono di felicità nella sua voce, prendendola dal braccio, ma quando codesta persona alzò lo sguardo verso il Fanalis, si accorse di aver fatto un errore, davanti a lui non stava il suo vecchio caro amico, ma bensì una signora sulla quarantina di anni. Quest'ultima, arrabbiata per il gesto del rosso, iniziò a picchiarlo con la borsetta, strillando.

    << Screanzato!!! Oltre che a non guardare dove vai mi metti pure le mani addosso??? VERGOGNATI!!! >>

    Cercò di pararsi dalla borsa con le braccia ma con scarsi risultati, nel mentre cercava disperatamente di scusarsi e dare spiegazioni.

    << Chiedo scusa!! L'ho scambiata per un mio amico- NON L'HO FATTO APPOSTA! >>

    << Amico??? Ti sembro un uomo per caso????>>

    E così le botte aumentarono ancora di più, cercò di svignarsela, ma quel posto era veramente affollato, per sua fortuna un varco si aprì davanti a lui, e così scattò, correndo più veloce della luce, per scappare dalle grinfie di quella signora che sembrava avere la forza di cento uomini, altro che Fanalis.
    La sua corsa lo portò al di fuori del mercato, che pareva essere un vero e proprio labirinto dopo averci speso un'intero pomeriggio.
    Durante la corsa era così accecato dal fatto che doveva scappare dalla bionda che ha scambiato per il suo amico, che non guardava davanti a se, finendo con lo sbattere di nuovo contro qualcun'altro, ma evitò la caduta di quest'ultimo, che pareva essere una ragazza della sua età, mettendole un braccio dietro schiena, salvandola dalla caduta.

    << CHIEDO SCUSA- >>

    Esclamò disperato, non voleva ricevere altre borsate, proprio lui che credeva che quel mini viaggio a Balbadd sarà uno dei più tranquilli, ma a quanto pare non faceva altro che mettersi nei casini, una vera e proria calamita per guai.

    Edited by Yuu Klein - 23/5/2017, 10:53
     
    Top
    .
  2. Altair Shou
     
    .

    User deleted


    Camminare per le strade di Balbadd non si stava rivelando rilassante come aveva immaginato inizialmente, ma la ragione era alquanto insensata: da abitante di Kou, pensava che da queste parti non ci fosse molto amore per la sua gente, nonostante si sia potuta formare una repubblica, quelle terre restavano sempre nelle mani dell'impero, arrivato dopo un periodo di tensione altissimo ed una guerra sfiorata per miracolo.

    Non aveva motivo di sfoderare quello sguardo sfiduciato, il quale invece sbucava da sotto la fitta frangia bionda, un po' spettinata per il venticello primaverile ma caldo, com'era ipotizzabile dal clima locale. Nient'altro si poteva scrutare dal suo volto, le labbra erano celate da una lunghissima sciarpa nera, e solo la punta del naso riusciva a trionfare su tutto quel tessuto che sì, era troppo caldo ma le abitudini spesso vincono anche contro questi piccoli particolari fastidiosi. Con una veste bianca dai bordi rosa ed una vistosa cinta nera stretta sui fianchi, camminava a passo rallentato a causa del carico che si portava dietro: una grossa borsa sulle spalle, stretta da delle corde che tenevano ferme quelle che sembravano delle stoffe ben arrotolate, di vari colori e senz'altro non leggere. Le mani, a differenza dei piedi, erano scoperte e tenevano un cesto sopra la testolina, dal quale era facile scrutare il contenuto: del cibo. Nonostante si portasse dietro un'arma con l'inconfondibile rumore di metallo dietro di sé, sarebbe stato difficile brandirla senza far cadere qualcosa... se non era sul punto di vacillare, poco ci mancava.

    Erano passati una manciata di minuti, da quando era riuscita a sfuggire all'incredibile quantità di gente accumulata nel grande mercato, con le sue colorate bancarelle abbellite da tendaggi e incantevoli decorazioni tradizionali da ogni dove: un'estasi per gli occhi ma un po' meno per i timpani, costantemente all'erta come ogni muscolo del corpo teso, pronto ad incassare uno spintone, un furto, un'aggressione verbale per essere in mezzo ai piedi, ma nel peggiore dei casi essere fermata da un negoziante ruffiano, cosa che le sarà successa una cinquantina di volte in tutto il pomeriggio: il cliente migliore di solito è una giovane ragazza dall'aria benestante, non costretta ad indossare gli abiti da cittadino di Balbadd,e perciò sicuramente turista con un bel gruzzolo, no? E fin qua ci arrivava anche Altair, ma il punto era che tutti rivolgevano l'attenzione su di lei, evitando la gentile ospite che stava scortando alla ricerca di stoffe per i vestiti del locale: Avreliya non era ancora famosa come poteva esserlo una Ekaterina a Sindria o una Elizabeth di Qishan, ma lavorava duramente fin dal vecchio impero, o così le aveva raccontato. Conosciuta tramite le sue ex tutrici di Kou, la bionda si era ormai fatta una certa reputazione come scorta delle migliori donne del mondo: poteva vantar di aver scortato diverse figure importanti, alcune di esse le avevano anche rivelato segreti che avrebbero fatto tremare il Re Sinbad, e non se ne stupiva affatto, mantenendo professionalità e tenendo per sé tutti questi rivoltanti dettagli, e maturando una sempre più negativa opinione sui più grandi capi di stato del mondo. Tornando alla persona che aveva scortato lungo il tragitto, non comprendeva come potesse non attirare l'attenzione, con il suo imponente metro e novanta, con i muscoli definiti da un duro allenamento e dei bellissimi e lunghi capelli rossi, ricci e ben curati ed un naso virile, aquilino e molto, molto definito nei suoi venti centimetri. Una donna profumata, con delle mani perfette così come il trucco, nulla a che vedere con Altair che non si pettinava da due giorni, aveva le unghie mangiucchiate ed un fisico asciutto, seppur in grado di portare sulle spalle tutte le spese effettuate, senza far una piega.

    Le avevano proposto di tutto, ed aveva incassato pensando che fosse meglio subire, piuttosto che rifiutare e poi veder la sua cliente brutalmente assalita. Si era sentita chiedere milioni di volte “perché non indossa orecchini? Le donerebbero” e altrettante volte finì per rispondere con il silenzio, rifiutando gentilmente l'offerta di bucarle gratuitamente qualsiasi parte del corpo: l'unico piercing che sarebbe stato comodo era quello per dare più aria alla testa... ma così sarebbe morta, meglio evitare. Con questo spirito positivo non si fece tentare dai vestiti né dai gioielli, roba delicata e che non sentiva di portar con la dovuta eleganza: in un mondo dove sembra la prassi, lei non riusciva a star nemmeno con un anello addosso, trovandosi spesso davanti gente molto più povera ma fornita di lei.

    « Preferisco spendere tutto in cibo, ma la ringrazio per la generosa offerta » declinò anche l'invito di
    Avreliya, così misericordiosa da volerle tessere un abito per ringraziarla per la temerarietà con cui l'aveva protetta: piuttosto che indossare uno di quei vestiti, avrebbe fatto la fame per un mese, e non perché temesse di star scoperta, ma perché poi ne sarebbero derivati troppi paragoni pesanti, ed era pur sempre una donna con un certo orgoglio. Pertanto riportò a casa la cliente, e si prese la responsabilità di viaggiare da sola fino al locale per consegnare le stoffe. Dovette perciò riprendere le vie del mercato, schivando con tutta la sua agilità un'ondata di bambini pronti a tornare a casa, i loro incoscienti genitori, ma anche degli adulti parecchio stralunati: resisteva da un intero giorno, era vicina a poter godere di quel cibo acquistato con le fatiche di ore ed ore, roba che non aveva mai assaggiato, tra frutti esotici di altri continenti e persino dolci... ed un dannato vecchio che stava per venirle addosso, e schivò con uno sforzo di reni non indifferente, sfregando il tallone del piede destro al punto di ferirsi e sanguinare copiosamente sulla terra; fu in quel momento che abbassò la guardia per pochi secondi, il tempo di strizzare gli occhi per il dolore alzando la leva inferiore che pungeva, odiando sé stessa, il fatto che al caldo indossasse solo delle fasciature nere ai piedi, spesse ma impossibili da applicare al tallone. Il cesto sulla testa non cedeva, il ciuffo ribelle restava a cuccia sotto il suo peso impossibilitato nel mostrarsi, fin quando non si sentì spingere in avanti, e nel vano tentativo di trovare un qualcosa al quale aggrapparsi, mollò il cesto, pentendosi due secondi dopo e stringendo il labbro inferiore con i denti: era finita. Per ribadirlo maggiormente, lo stomacò iniziò a brontolare, il suo sguardo rimase basso e non proferì parola, nemmeno sentendosi fermata alle spalle, coperte dalla borsa. Stava obliqua, con un solo piede puntato al suolo e con una posa che pareva più quella di una ballerina che sta tra le braccia del suo compagno ma no, tre dettagli non tornavano: le mani, dalle falangi spalancate alla ricerca di chissà cosa, continuavano a muoversi in maniera poco aggraziata, mentre il suo ciuffo, staccatosi dal resto dei capelli appiattiti, puntava contro il dannato che l'aveva spinta e si gonfiava sempre di più, facendo risplendere la sommità come una lama acuminata. Ed infine, ultimo non per importanza, il piede che sollevato prima per il dolore, ora con la punta era perfettamente all'altezza del cavallo dei pantaloni del malcapitato, scrutandone malamente le parti basse, come se fosse indecisa sul cavargli gli organi genitali con una pedata, il tutto in mezzo alla strada, davanti a tutti, con il respiro pesante ed i modi di ragionare di una bestia. E pensare che inizialmente, il piede l'aveva alzato in reazione al dolore, non per crearne ad altri che nemmeno aveva coraggio di guardare in faccia, le bastava sapere che era uomo, e forse era un bene non indagare oltre, poiché non si era ancora abituata a frenare l'emozione in caso si fosse trattato di uno dall'aspetto gradevole. Ma senza testicoli non sarebbe più stato uomo, no?

    « E COME CHIEDE SCUSA, SENTIAMO » immobile come una statua, la sua gamba pareva una sentenza di morte, per quanto fosse magra era ben allenata e non era difficile intuire che fosse anche capace di superare l'agilità media di una signorina qualunque, seppur oltre l'apparenza si poteva più pensare a lei come ad una scimmia inferocita.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Fanalis
    Posts
    49
    Location
    Impero Reim

    Status
    Anonymous
    Grazie ai suoi acuti sensi, percepì il pericolo proveniente dalla gamba della povera mal capitata che aveva travolto, minacciosamente alzata, in direzione del punto vitale di tutti gli uomini, anche se era un Fanalis, un semplice calcio in quel punto poteva stenderlo, il suo tallone di Achille.
    Per evitare una probabile morte, radrizzò la ragazza, come se fosse un pezzo di legno, e si allontanò di qualche passo, non si sapeva mai che il calcio se lo beccava comunque, si insomma in parte se lo meritava, l'aveva travolta poverina, facendole volare pure il cesto pieno di frutti esotici, dolciumi e altro cibo di varie tipologie, tutti sparsi per terra, era dispiaciuto si, ma non lo aveva fatto apposta.

    << Come chiedere scusa? Ehm...ripagandoti la cena? >>

    Domandò, portandosi una mano sulla nuca, nel mentre l'altra con un dito, puntava la "probabile cena", per poi il suo sguardo iniziò a vagare sull'ambiente attorno a loro, giustamente non passavano inosservati, molti occhi erano puntati su di loro, si insomma, non era cosa da tutti i giorni vedere una testa rossa, che come un fulmine, sbatteva contro una povera fanciulla, facendole volare la cesta e anche ad essa, tutto il contenuto, che dopo pochi secondi dal volo, era tutto sparso sul terreno sporco, la maggior parte del cibo era irrecuperabile, soprattutto i dolci, che si erano spiaccicati per terra. Alcuni se la ridevano sotto i baffi, altri guardavano preoccupati la ragazza, altri invece lanciavano occhiatacce al rosso per la sua sbadataggine.

    Si chinò per terra per raccogliere il cibo ancora intatto, alias la frutta, rimettendola nella cesta, e dopo aver finito glielo porse, per poi osservarla meglio, era abbastanza minuta, la differenza d'altezza tra i due era molto evidente, capelli corti, biondo chiaro, di cui una parte era raccolta da un nastro nero; occhi dorati e magnetici, che ancora non si decidevano a guardarlo, per qualche strano motivo a lui sconosciuto; una sciarpa nera che copriva metà viso, si chiedeva come faceva a tenerla con il clima caldo come quello di Balbadd, accompagnata da vesti bianche coi bordi rosa, probabilmente originaria di Kou, anche se dopo l'invasione dell'Impero, tutti i cittadini indossavano i tipici abiti tutti uguali, si poteva facilmente capire che proveniva dall'Impero stesso, poteva anche sbagliarsi, non si sapeva mai, ma in quel momento le origini della ragazza non erano importanti.

    << Senti, mi dispiace davvero, andavo di fretta e non guardavo davanti a me >>
     
    Top
    .
  4. Altair Shou
     
    .

    User deleted


    La soluzione al disastro non era facile da trovare, ormai rientrare nell'affollato mercato solo per cercare disperatamente le stesse cose era impossibile, e con i soldi duplicati o triplicati non ci avrebbe fatto un bel niente, perciò tentò di riprendere le redini del suo autocontrollo e scuotere il capo lievemente, come a rifiutare silenziosamente di pagarle una cena... lo spirito distruttore era quasi svanito, ne restavano solo alcune tracce che reprimeva più che bene

    «Chiedi scusa a voce, non mi faccio pagare la cena da uno così sbadato, finirebbe senz'altro per avvelenarmi!» come non detto, girò il capo dall'altra parte ed evitando di proposito il suo sguardo, lasciò che provasse a raccogliere il salvabile osservandone piccole parti del corpo per farsi un'idea di come fosse tutto il resto: iniziò a corrucciare la fronte, le sopracciglia erano come due linee oblique molto tese, concentrate al punto di creare qualche piccola ruga attorno agli occhi, chiusi in due piccole fessure da cui trapelava solo il giallo delle sue iridi, con pupille dilatate e mani conserte.
    Quando finalmente le diede le spalle ne approfittò per scrutarne il capo in una manciata di secondi, raccogliendo l'informazione più facile da reperire e tornando con disinvoltura ad ignorarlo per dare un'occhiata alla gente di passaggio, con qualcuno che sporadicamente si fermava ad osservarli con più o meno stupore. Per attirare di meno l'attenzione portò al suolo il piede ferito e finalmente tornò a star diritta con entrambe le gambe puntate a terra ed una postura del tutto umana... anche se le stoffe che portava erano davvero pesanti e le sue spalle avrebbero preferito tornare alla terra e alla cenere.

    «Grazie» si riprendette il cesto riflettendo ancora sulla caratteristica pigmentazione della crine di quel ragazzo, ancora con gli occhi che vagavano nel vuoto, un angolino poco trafficato dove un gattino era intento a fare i bisogni.
    Sembrava interessata da ciò.
    In realtà non era per niente un bello spettacolo, ma era arrivata ad una conclusione che non le piaceva per niente.

    «Sei per caso un Fanalis? Cavolo, pensavo che se mai mi fosse arrivato addosso mi avrebbe almeno causato una lussazione alla spalla» a ciò seguì una risata a cui nessuno avrebbe creduto, tanto falsa, robotica e nervosa come le sue braccia che sollevavano il cesto riportandolo al capo ma supportato da una mano. Dopo attimi di finta allegria si fece scappare una smorfia, mentre i cittadini sbiancavano solo al sentir parlare dei Fanalis così ad alta voce, senza nessun pudore. Popolazione quasi del tutto schiavizzata, la maggior parte si era radunata a Reim e lavorava nel Colosseo... in entrambi i casi non sembravano vedersela bene, e per quanto potessero vantare un corpo statuario spesso erano ricoperti di cicatrici.
    Eppure, le avevano detto che a Reim il comandante delle truppe Fanalis non fosse così brutto: ciò la fece avvampare vistosamente, arrossendo al punto di sparare dalle narici una grossa quantità di ossigeno ogni dannato secondo, sentendo finalmente un certo caldo nel portarsi dietro quella sciarpa, che non copriva appieno la sua faccia da maniaca.

    «Comunque sia preferivo un osso rotto alle provviste di una settimana finite al suolo... spero che tu avessi almeno una valida ragione per correre senza guardarti attorno» finì per sgridarlo alzando la voce e sventolandogli davanti un dito con fare severo, ed in effetti il suo stomaco brontolava tristemente per essersi reso conto dell'accaduto... anche se raccolto poco si sarà salvato, mentre le ferite sì fanno male, ma le preferisce sicuramente alla fame. Ragionamenti contorti.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Fanalis
    Posts
    49
    Location
    Impero Reim

    Status
    Anonymous
    << Ora sono offeso però >>

    Non proprio, ma era solo per sdrammatizzare, in fin dei conti la situazione che si era creata non era così tragica, o meglio lo era, fin quando fu sicuro di non essere più in pericolo di vita, cioè un calcio nelle parti preziose.
    Si accorse che la ragazza, in quel piccolo lasso di tempo, non gli aveva rivolto nemmeno uno sguardo, più che altro i suoi occhi vagavano nel vuoto, guardavano ovunque, pure gatti randagi che facevano i loro bisognini negli angoli bui, tutto tranne lui, forse era cieca, da quel che sapeva, i non vedenti quando parlano non guardano mai dritto il loro interlocutore.
    In quel momento i sensi di colpa lo invasero, come poteva sbattere contro una ragazza cieca in quel modo bruto? Per di più facendo fare un volo alla sua spesa, chissà quanta fatica nel procurarsela in quel mercato affollato, in quelle condizioni per di più.

    << Un Fanalis? Credi che il mio aspetto mi fa sembrare uno di loro? >>

    Una battutaccia se quella ragazza era veramente cieca, ma non ne era ancora del tutto sicuro, dopotutto, forse era semplicemente un vizio il suo.
    Piegò leggermente le ginocchia, cosicché di essere alla sua altezza e cercare di guardarla, e di farsi guardare dritto in viso, ma l'espressione della bionda era altroché rassicurante, non sapeva nemmeno affidare un'aggettivo adatto a quel che aveva visto, si chiedeva che diavolo passava per la testa in quel momento a quella ragazza.

    << Perché ero di fretta?... >>

    In cinque secondi, tutta la scena del casino che lo aveva portato in quella situazione, gli era passata davanti agli occhi, come un film velocizzato.

    << ...Seguivo un ladro! >>

    Che gran bugiardo, si schifava da solo per la balla sparata, ma non aveva altra scelta, già aveva fatto una figuraccia con quella ragazza, facendole volare per aria tutta la spesa, e dirle che scappava da un'anziana signora, contro cui aveva sbattuto e che successivamente aveva scambiato per il suo amico Haiden, dandole così automaticamente dell'uomo, senza dimenticare ovviamente la sua borsetta letale, che lo aveva quasi ucciso in mezzo a quell'inferno affollato chiamato mercato, era ancor più imbarazzante.

    << Dannazione...ora mi sento veramente in colpa-
    Insisto, lascia che ti offri la cena, o se non vuoi almeno posso pagarti i danni o sdebitarmi in qualche altro modo... >>

    Con una mano in testa, si scompigliò i capelli dall'agitazione, non avrebbe lasciato andare quella ragazza prima di scusarsi per bene.
     
    Top
    .
4 replies since 22/5/2017, 22:07   60 views
  Share  
.