Il ladro e la ragazza intrepida

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  1. Decim Iulia Mesiti
     
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    Tipo di role:free;
    Alert:verde;
    Partecipanti: Decim, Altair Shou;
    Data inizio:11-o6-2017;
    Tempi di risposta:-
    Tempo max per concludere:-
    Periodo cronologico: Inizio giugno, mattinata;
    Turnazioni:Decim,Altair Shou;



    Chi l’avrebbe mai detto che quel giorno si sarebbe trovato proprio lì a Sindria, la grande isola e anche una grande potenza commerciale. Le navi, infatti, venivano da ovunque per scaricare e comprare merci che poi avrebbero venduto altrove, fu proprio tramite quelle navi che il nostro caro Decim approdò sul suolo di quell’isola tanto immensa e grandiosa. Molte persone considerano spesso Sindria il paese dove si realizzano i sogni più nascosti e si danno vita a nuove opportunità, alcuni la descrivano semplicemente come il “paese dei balocchi”, per Decim non era così o almeno non più. Un tempo, la prima volta che la visitò gli sembrò un posto grandioso! Un posto dove forse trovare finalmente pace, il luogo dove si era lasciato andare a tutto. Lì aveva perso tempo, soldi ma soprattutto il suo cuore. Decim non aveva bei ricordi di quell’isola per nulla ma era stato costretto ad andarci, si era imposto che il suo lavoro veniva prima di tutto e non doveva mai scontrarsi con nessun tipo di sentimento che gli impedisse di portare a termine i propri lavori. Sindria se la ricordava proprio come l’ultima volta che ci aveva messo piede, festosa e allegra con la gente del luogo sempre molto ospitale oltre che disponibile. Quel posto gli aveva dato sempre l’idea di falso, gli sembrava di vivere in un sogno, un luogo creato per essere perfetto senza nessun errore. Era ovvio che non credesse a sciocchezze simili, aveva sempre saputo che dietro le cose belle si nasconde sempre qualcosa di pericoloso. Un esempio poteva essere guardare dentro l’armadio di un pirata, la struttura dell’oggetto magari era ben decorata con mille fronzoli e impeccabile ma se lo si apre ci si può trovare a faccia a faccia con spade affilate come i denti di uno squalo oltre che dei fucili magari anche carichi. Una volta sbarcato di nascosto dalla nave sulla quale si era intrufolato senza troppi problemi si mise a guardare in giro. Sì, essere anche un ladro è un ottimo vantaggio! Non bisogna pagare nulla e soprattutto è ottimo saper falsificare i documenti, prendendo il biglietto al primo che passa. Decim non ne andava però molto fiero e lo faceva solo in caso di necessità, per esempio quando aveva fame rubava piccole cose dalle bancarelle come delle mele o del pane. Non sprecava molti soldi per gli alloggi, spesso dormiva sotto la luce della luna in qualche posto appartato per non essere disturbato e soprattutto attaccato alla sprovvista da altri della sua stessa specie. Sarebbe stato imbarazzante essere derubato da uno del suo stesso rango. Dopo aver dormito per tanto tempo sul suolo della madre terra si sentì quasi rigenerato dopo aver passato diverse notti in un letto comodo con tanto di cuscino e coperte, forse era per quello che appena si coricava cadeva subito nel mondo dei sogni senza nemmeno provarci. Ammetteva che si era distratto parecchio sulla nave grazie anche all’aiuto delle signorine che erano presenti a bordo che erano così stupide nel cadere nelle sue avance facendosi offrire di tutto dal bere fino alle prelibatezze che la nave serviva, era così divertente ingannarle. Ora però arriviamo al perché il nostro caro Decim si trova in un posto così allegro e festoso come Sindria. La ragione è semplice, aveva scoperto che c’era una donna in grado di dargli alcune informazioni molto preziose sulla sua missione personale e non si sarebbe fatto scappare un occasione simile. Avrebbe fatto di tutto per salvare i suoi genitori dal guaio in cui erano finiti, forse non erano problemi suoi e magari una volta ritrovati lo avrebbe rispedito indietro o nella peggiore delle ipotesi forse lo avrebbero persino ucciso se erano davvero andati fuori di testa ma ci doveva provare. Voleva salvarli, voleva ritornare a tanto tempo fa, quando ancora erano una famiglia felice che vive a Reim con un nome ancora rispettabile. Scosse la testa, non si sarebbe lasciato intristire dalla sua stessa situazione soprattutto ora che era un passo più vicino alla metà, sarebbe stato da idioti. Si mosse tra le strade allontanandosi dal porto cautamente, si era lasciato quelle donne fastidiose lontane. Non voleva che lo seguissero anche sull’isola, erano state un divertimento momentaneo e di certo non aveva intenzione di portarsi zavorre in giro o meglio alcune volte erano solo insetti fastidiosi che gli ronzavano attorno. Storse appena il naso girando per la città, non era cambiata come già detto in precedenza e si ritrova uno strano retrogusto d’amaro in bocca a rigirare per quelle strade così ricche di ricordi per lui. Quei bazar, quelle luci, quei colori e profumi gli ricordavano colei che gli aveva strappato il cuore dal petto e buttare a terra. Si era fatto influenzare talmente tanto dai ricordi che aveva che per un attimo si era addirittura smarrito per il bazar. Si diede un colpo sulla fronte come per rimproverarsi di quello che stava facendo. “Maledizione Decim, devi rimare concentrato! Non vorrai certo sprecare un occasione solamente per questioni di cuore, vero? Vedi di non fare l’imbecille e vai!” Pensò cercando di convincersi a trovare l’informatore di cui aveva bisogno. Il destino volle però che non riusciva a trovare il soggetto da nessuna parte, aveva passato tutta la mattinata a cercare ma nulla e la cosa peggiore è stata quando si fece l’ora di pranzo. Il suo stomaco aveva cominciato a brontolare senza sosta e di certo non aveva abbastanza denaro per procurarsi del cibo, quindi decise la cosa che sapeva fare meglio al momento ovvero il suo secondo lavoro, avrebbe rubato per sfamarsi. La tattica era semplice, la faceva da quando aveva più o meno dieci anni. La sua tecnica si divideva nel Vedo, Vado e Prendo. Tre fasi semplice e concise, e spesso infallibili nella maggior parte dei casi ed ora avrebbe scoperto se anche quella volta avrebbe funzionato. Avvistò una bancarella non poco lontana dalla sua posizione attuale, era ricca di beni alimentari come della frutta o del pane tipico di quel luogo. Sembrava delizioso e subito pensò che qualcosa lì doveva essere assolutamente suo. Una mela in particolare lo allettava e quello sarebbe stato il suo obbiettivo, ora doveva solamente avvicinarsi pian piano confondendosi tra la gente per non destare sospetto. Fato volle che quella bancarella al bazar fosse affollata e quindi sarebbe stato semplice nell’ultima fase. Si avvicinò velocemente per poi allungare la sua mano accanto a quelle già ammassate sulla bancarella. Velocemente afferrò la mela facendola cadere per poi pian piano abbassarsi sotto le gambe della gente e raccoglierla velocemente senza dare nell’occhio. Guardò il suo tesoro e se la mise nella tasca del giubbotto rosso che aveva indosso mentre un sorrisetto si disegnava sul suo volto rapidamente. Si incamminò lontano da lì prendendo la mela cominciando a mangiarla con gusto, ma purtroppo aveva cantato vittoria troppo velocemente. Si avvicinò a lui un soldato del posto prendendolo per la spalla per farlo girare. Gli cominciò a fare domande, su se avesse pagato quella mela da quella bancarella ma sapeva già la risposta infatti lo teneva stretto bloccandogli le uscite. Si ritrovò in difficoltà e quindi dovette semplicemente attuare un nuovo piano ed anche alla svelta.

    « Ma no si sbaglia, mio caro io non ho rubato proprio nulla» ridacchiò fingendosi finto tonto guardando poi verso l’alto con attenzione quasi come se fosse distratto da qualcosa e la guardia in parte incuriosita e anche confusa del volto del ragazzo fisso verso il cielo si voltò anche lui fissando un punto in aria grattandosi la nuca. «Lo vede anche lei?» Chiese lui ancora concentrato a guardare quel punto mentre allungava le mani verso la vita del soldato che non capiva dove guardare e chiedeva informazioni sul dove puntare il volto. «Ma come?! Proprio lì vicino a quel palazzo dove c’è quel piccione, proprio lì!» Esclamò impressionato e quasi spaventato ma alla fine mentre la guardia assottigliava lo sguardo verso il palazzo davanti a lui Decim approfittò per attuare il suo piano. Abbassò i pantaloni della guardia velocemente verso il basso per poi cominciare a correre velocemente per i vicoli della città mentre la guardia gridava, il poverino aveva anche provato a correre ma era inciampato nei suoi stessi calzoni e chiedeva aiuto a chiunque fosse nelle vicinanze per arrestare il farabutto che lo aveva messo alla gogna. Intanto Decim se la rideva, amava fare quel genere di cose a della gente stupida come quel tipo lì. Corse finché non finì in un vicolo abbastanza lontano, si guardò attorno facendo attenzione che non ci fossero guardie ma per fortuna le aveva seminate. Sperava di non aver altre scocciature, ma solo gli dei potevano sapere quello a cui sarebbe andato incontro il giovane ladruncolo.
     
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