Quando stai per morire ma ti salva un elefante rosa.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Decim Iulia Mesiti
     
    .

    User deleted


    Tipo di role:free

    Alert:verde

    Partecipanti: Decim Iulia Mesiti, Yuu Klein

    Data inizio:19-o6-2017

    Tempi di risposta:-

    Tempo max per concludere:-

    Periodo cronologico: Inizio di marzo, mattinata

    Turnazioni:Decim Iulia Mesiti,Yuu Klein




    Decim, si poteva considerare un vero idiota per essersi cacciato in una soluzione simile e di certo non era degno per un tipo del suo calibro anzi era vergognoso. Partiamo però dall’inizio, le disavventure di Decim infatti partirono quando gli giunse una voce al suo orecchio fino. Alcuni parlavano che nell’Impero di Kou vi erano delle associazioni che agivano nell’ombre e che nessuno volesse in qualche modo ammettere la loro presenza, oppure non ne erano completamente certi, anzi credevano addirittura che fossero solamente delle leggende fondate solo su strani avvenimenti in quelle terre. In un primo momento non ci diede troppo peso ma poi cominciò a riflettere, infondo ogni leggenda ha un proprio fondamento quindi potevano esistere come essere solamente delle spiacenti coincidenze e Decim non era mai stato uno che credeva che le cose capitassero senza un motivo valido. Nulla era fatto a caso, per nulla al mondo, tutto aveva un principio logico che veniva rispettato in un modo o nell’altro e di certo non poteva essere aggirato se non grazie a qualche assurdo intervento dall’alto o almeno così dicevano. Decim non credeva certo in Dio o in qualche strana forza, o forze, superiori e stesso valeva per la fortuna. Tutto dipendeva dall’uomo e dalle sue capacità perché non esiste nessuna forza che è in grado di aiutarti o buttarti giù, suo padre diceva spesso che l’uomo è il Dio di se stesso e che alla fine le nostre scelte non sono legate a nessun ente che ci manovra come marionette. E’ quello che ci fanno credere, quello sicuramente, ma non esiste un “Dio” capace di controllarci se non un individuo mortale che detta le regole del gioco che cambia in continuazione a secondo di chi prende le redini e anche da quanti giocatori ci siano. Ogni uomo è vittima o vincitore a seconda delle sue scelte. Un esempio? Decim questa volta aveva attuato una mossa che non era proprio felice, aveva fatto un passo falso che forse gli sarebbe costata la stessa sua effimera vita. Aveva deciso nuovamente di partire ma questa volta in direzione del grande Impero Kou, avrebbe toccato con mano se quelle voci erano vere o fasulle. Spera che fossero vere, se così sarebbe stato magari avrebbe fatto qualche passo in avanti nella sua ricerca, il che non sarebbe stato male. Era arrivato ad un punto morto e gli ci voleva qualche scossa per motivarlo a continuare, anche se questa scossa era stata un po’ troppo violenta su di lui. In parte viaggiò a piedi, camminava durante il giorno e sostava solamente quando la stanchezza pesava troppo sulle sue spalle ma se così non era continuava anche la sera trovando ripari di fortuna che poteva essere o nelle grotte disabitate oppure cercava di salire a bordo delle carovane per poi scappare non appena si accorgessero della sua presenza. L’inizio del suo viaggio era stato tranquillo ma cominciò ad essere ostile proprio quando entrò nel territorio dell’Impero Kou, nonostante gli altri paesi in quella zona l’invero si faceva sentire fin troppo e lui non aveva le protezioni adatte per sopportarlo. L’unica cosa che lo aveva aiutato era stato passare tra le diverse carovane ma non poteva sostare troppo e quindi per alcune tratte era costretto a farsela a piedi e morire di freddo con il vento gelido e qualche volta con qualche fiocco di neve. Non era mai stato in quel paese e questo lo mise a dura prova, a Decim non erano mai piaciuti i posti freddi anzi cercava sempre di viaggiare nelle zone calde o almeno preferiva quelle tratte dove dominava il calore del sole e non certo le nuvole cariche di pioggia o neve. Qui si accorse che forse aveva fatto uno sbaglio ad avventurarsi da quelle parti dove non dominava il suo elemento ma si disse che probabilmente se si fosse impegnato sarebbe andata meglio se solo si sarebbe applicato di più, e avrebbe soprattutto applicato il suo cervello. La cosa buffa? Ci provò anche ma non ci riuscì, non sapeva perché ma si perse fra le montagne non riuscendo a trovare un modo per andare verso qualche piccolo villaggio. Probabilmente sfugge il perché si sia trovato da quelle parti, non è così? Beh, Decim era sull’ennesima carovana ma dovette scendere di corsa per un suo fatale errore. Come sapete i ladri dovrebbero essere persone silenziose, Decim lo era stato ma purtroppo la sua stanchezza lo portò ad addormentarsi e poi cominciare a russare. Giustamente il rumore provocato dalla sua bocca lo fece scoprire e, nonostante il risveglio leggermente traumatico, dovette cercare un modo per fuggire. L’unico modo fu quello di buttarsi giù dal carro in corsa e correre più veloce che poteva nonostante il cattivo tempo che in parte fu un vantaggio, per far sì che si potesse disperdersi nella natura selvaggia della montagna così da poter fuggire senza essere beccato, ma in parte anche uno svantaggio per la sua salute. Decim infondo era umano, ed è vero che la pioggia non ha mai ucciso nessuno ma se la uniamo al freddo ed a una corsa con i vestiti bagnati forse un po’ ci rimetti. Qui Decim arrivò alla conclusione che forse alla fine di quel viaggio non sarebbe arrivato vivo. L’influenza arrivò il giorno dopo la corsa sotto la pioggia come un mattone in faccia, il fuoco che aveva usato per riscaldarsi in una caverna non era servito ad asciugargli bene i vestiti durante la notte visto che erano ancora umidi. Ebbene eccoci qui, nuovamente nel presente con un povero ladro in una viaggio che si era dimostrato troppo grande per la sua portata, con i vestiti umidi, la febbre che non lo faceva ragionare lucidamente e con una gran fame.

    “Dannazione a me e che ho l’orecchio troppo fino, per questa volta non potevo essere un po’sordo?Magari non mi troverei in una soluzione del genere!” Stranutì subito dopo quel pensiero stringendosi le mani attorno ai bracci per cercare in parte di riscaldarsi mentre il suo corpo veniva scosso da vari brividi di freddo per via della malattia che tendeva solo a peggiorare. Si mosse a fatica sui suoi passi cercando di rimanere in piedi, forse non era ancora svenuto solo per la sua forza di volontà ma sapeva che sarebbe ceduta prima o poi e lo sapeva bene perché già si sentiva debole. Fortunatamente non pioveva e ne nevicava ma il terreno era ancora bagnato e coperto da diversi strati di brina. La fame poi prese il possesso di lui, il suo stomaco cominciava a contorcersi pian piano chiedendo cibo. I suoi occhi, una volta colmi di un verde brillante e ora coperti da uno strato lucido e in parte rossi per via dello sforzo, setacciarono in giro in cerca di qualcosa di commestibile e che non avesse l’aria di qualcosa di velenoso. Sfortunatamente aveva lasciato la sua sacca piena di provviste in quella carovana ma aveva ancorai soldi, ma ora di quei pezzi metallici non ci faceva assolutamente nulla. Ormai disperato e con la convinzione che la febbre gli avrebbe fritto il cervello bacato che si ritrovava camminò fino a schiantarsi contro un cespuglio coperto di neve ma fu sorpreso che in quei rami vi erano dei piccoli frutti. Erano delle bacche rosse che sfumavano nel blu arrivando pian piano al gambo, gli si illuminarono gli occhi a vederle. Non sapeva cosa fossero, non sapeva se erano commestibili o velenose ma vedeva che gli insetti chi giravano attorno qui teoricamente non dovevano essere male se no sarebbero morti nel giro di un minuto o due. Decim dunque senza pensarci due volte cominciò a rimpinzarsi, anche perché il suo stomaco non ne poteva più. Povera ingenuità umano e sia dannato l’occhio umano che non vede bene, Decim non aveva notato che gli insetti scenivano e si comportavano in modo strano dopo non poco aver sfiorato il frutto ma si avvicinavano solo per il bell’aspetto luminoso. Senza rendersene conto aveva finito per fare come loro ma quando se ne accorse era troppo tardi. La testa cominciò a girargli come una trottola e in bocca ora sentiva uno strano sapore amarognolo, e non più il gusto dolce che aveva prima, in più la febbre non aiutava la situazione. Sentiva di dover rigettare tutto ma non ci riusciva, i colori gli ballavano davanti come piccoli pallini. Non riusciva a ragionare lucidamente in quanto il luogo attorno a se vorticava nonostante stesse fermo, e cambiavano colore più e più volte.

    «... Mi sto sentendo male, ma che diamine sta succedendo ...»


    Fu l’unica cosa che sussurrò prima di perdere i sensi assieme a una strana figura, sembrava un elefante rosa, e poi gli occhi gli si riversarono all’indietro grazie alla chiusura delle sue palpebre svenendo.
     
    Top
    .
0 replies since 19/6/2017, 06:34   18 views
  Share  
.